ROMA (ITALPRESS) – “La valorizzazione del personale parte soprattutto dalla stabilizzazione: non è possibile che in un Paese civile come l’Italia ci sia un precariato che conta 234 mila persone a tempo determinato”. Lo ha detto Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua in un’intervista all’Italpress. Bisogna “assicurare un docente specializzato per ogni alunno con disabilità”, riaprendo “il numero chiuso delle università che specializzano sul sostegno”, e bisogna “ampliare l’organico del personale Ata, ridotto negli anni” ma che “invece risulta l’asse portante per la funzionalità delle scuole”: sono “rivendicazioni che portiamo avanti da 2 anni” e “continueremo a farlo con coerenza e determinazione”. Per la Uil, “la scuola resta quella nazionale: lavoreremo, in modo legittimo e nel rispetto della Costituzione, per non rischiare di dividere il Paese”. Il riferimento è alla recente approvazione dell’autonomia differenziata, con cui “si rischia di creare una serie di meccanismi scolastici differenziati in base alla regione e basati sulle risorse economiche” delle diverse realtà territoriali. “Questo potrebbe far venir meno l’unitarietà dell’istruzione: scuola, trasporti, infrastrutture sono alcuni dei settori nei quali il gap tra le regioni del Sud e del Nord è talmente ampio che non vorremmo” ulteriormente allargarlo.Le ultime elezioni del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione hanno consegnato alla Uil “un insieme di 100 mila voti, più del doppio rispetto all’elezione del 2015. Siamo molto contenti, è una netta crescita dell’identità di sigla” che “ci riempie di orgoglio e responsabilità” ed “è un risultato che arriva come risposta a scelte non sempre facili da prendere. Abbiamo deciso di seguire la nostra linea di ascolto, coerenza, impegno e attenzione e le persone ci hanno seguito. Davanti alle rivendicazioni più impegnative è necessario osare per affermare le proprie idee e dettare delle linee chiare, sforzandosi di guardare oltre e di ipotizzare soluzioni diverse, a tutela di tutta la comunità educante”, ha spiegato. I candidati “hanno fatto la differenza: il nostro ringraziamento va a loro, ai nostri segretari regionali e territoriali e ai tanti lavoratori che si sono impegnati nella complessa campagna elettorale e nell’attività nei seggi”, oltre che “ai tantissimi che, con il loro voto hanno reso concreta la piena democrazia partecipativa”. Tra i prossimi appuntamenti c’è quello del prossimo 4 luglio col ministro Valditara che esporrà la bozza dell’atto di indirizzo per il prossimo contratto. “La decisione assunta nel precedente contratto è stata ragionata e ben ponderata con tutti gli attori coinvolti: abbiamo sostenuto che si trattava di un contratto peggiorativo rispetto al precedente e per questo non lo abbiamo sottoscritto. Questo non vuol dire mantenere la stessa posizione a prescindere, ci aspettiamo un atto di indirizzo a maglie larghe che, ci auguriamo, indichi obiettivi condivisibili che andremo a discutere nel negoziato contrattuale” che dovrà dare risposte organiche ed unitarie “a tutto il personale, in termini economici – ad esempio detassando gli aumenti contrattuali – e in termini normativi, anche in relazione al testo contrattuale in vigore. Molta attenzione al dettato costituzionale e alla definizione chiara degli ambiti nei quali bisogna muoversi. E’ da tutelare la libertà di insegnamento e bisogna fare in modo che questo contratto non venga sottoposto ai vincoli di legge per non perdere la sua natura pattizia. Lavoreremo anche in questo senso”, ha concluso.
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