Intervista, di Fedele Eugenio Boffoli, a Elena Pontini
Elena Pontini, classe 1968, triestina, soprano, diplomata con lode al Conservatorio di Trieste, dopo trent’anni di esperienza concertistica, in Italia e all’estero, matura l’intento di portare il “Canto ad Alta Frequenza” al pubblico; ha da poco fondato “Accademia” e “Coro” ad Alta Frequenza, ce ne parla?
Il Canto è stato sempre il mio miglior modo di comunicare con il Mondo, e nel Canto io sono stata quasi sempre vera e completamente me stessa. Affermo “quasi”, perché appena uscita dal Conservatorio ci ho messo qualche tempo per comprendere che quella struttura vocale che avevo imparato a costruire in ben sette anni di studio non mi permetteva di esprimermi liberamente come volevo io, e ho avuto la necessità di sgretolarla e ricostruirla, a mio piacere, per diventare finalmente me stessa, vocalmente parlando. Ed è proprio questo l’obiettivo del Canto ad Alta Frequenza: ampliare la Coscienza (sia quella individuale che quella collettiva) attraverso il Canto per poter diventare la propria Essenza, cioè se stessi nella manifestazione ciascuno della propria Creatività.
In trent’anni di pratica, sia come cantante che come vocal coach, ho avuto modo di arricchire la mia conoscenza ed esperienza, arrivando ad affermare che la nostra Voce è il manifesto sonoro di ciò che ci permettiamo di Essere, e si trasforma con noi, continuamente. Quindi la Voce manifesta i nostri stati d’animo, e non solo: è creatrice, attraverso le parole, del Mondo in cui viviamo, e se la usiamo consapevolmente, abbiamo la possibilità di dirigere la Creazione della nostra Vita, come se fossimo un direttore d’orchestra. Siamo ormai pieni di informazioni di ogni tipo, in questo momento storico, e quindi sappiamo benissimo che il suono crea. Basta accorgersi di come vengono usati i suoni e le parole nella pubblicità o nell’espressione mediatica: ripetendo in continuazione qualcosa, si viene a creare l’egregora o il pensiero collettivo che influenza e definisce il pensiero e le emozioni di massa. Ma nonostante tutte queste informazioni, non si dà la giusta importanza al fatto che tutti noi siamo in possesso di questo potente strumento (la Voce) che usato per creare può riportare gioia e leggerezza nella Vita di tutti.
Ecco quindi l’esigenza della nascita di un percorso concreto (che ho chiamato Accademia per motivi pratici e di riconoscimento) in cui si impara ad usare il Canto per stare bene, e di un Coro, un insieme di Individui Consapevoli e con il desiderio di usare la propria Voce come strumento di Creazione, che porta il Canto ad Alta Frequenza a chi lo ascolta, alzando le vibrazioni e dando così una spinta potente e sonora per permettersi di vivere se stessi e la propria Vita nel piacere. E questi due progetti fanno parte della Missione della mia Anima.
La sua attività si declina in laboratori, seminari e concerti, a Trieste e fuori…
Il Canto ad Alta Frequenza, si sviluppa in più attività: l’Accademia di Canto ad Alta Frequenza, il Coro “Voci dalle Stelle”, Concerti, Seminari, Sessioni Individuali e Giochi creativi, sia online che in presenza in tutta Italia (spero a breve anche all’estero).
Perfezionare la fondamentale relazione tra canto e respiro tra i suoi obiettivi…
Nel percorso accademico, che è semplicemente un porre l’attenzione ad alcuni aspetti da mettere subito in pratica, c’è il primo, importantissimo e vitale per noi, che è il rapporto con il respiro. Non potremmo farne a meno, e da questa riflessione potemmo già comprenderne l’importanza. Oltre a permetterci di essere in vita, il respiro ha una componente simbolica ed energetica molto importante. In una frase potrei riassumere questo: ascolta il tuo respiro e comprendi ciò che ti permetti di essere. Infatti, ciascuno di noi respira in modo diverso e si permette di “prendere” aria in base a ciò che crede di meritare, soprattutto inconsapevolmente. Modificando il proprio comportamento, il respiro cambia. E, allo stesso modo, modificando il respiro, cambia la nostra Vita.
Lo strumento musicale del cuore: la fisarmonica, che l’accompagna nel percorso di vita, fin da adolescente…
La fisarmonica è uno strumento che ho abbracciato già all’età di cinque anni, ed è stato un dono della mia nonna materna. Essa mi segue da sempre, e mi accompagna nelle mie manifestazioni canore quando mi esprimo in Alta Frequenza. Amo molto questo strumento, e mi permette di espandere il mio Suono assieme al mio Cuore, andando a creare la coerenza cardiaca a chi ascolta, e ad alzare le vibrazioni.
Non poteva mancare la composizione musicale a integrare la sua professione artistica, a quale genere compositivo si dedica?
La composizione musicale ha iniziato a fiorire quand’avevo otto anni e ho continuato a comporre musica e a scrivere testi di canzoni, che poi cantavo continuamente nella mia vita quotidiana. A quindici anni ho vinto il mio primo concorso ad una festa locale a Capodistria, cantando e suonando il pianoforte con un brano molto malinconico che avevo scritto sull’emozione di un primo amore giovanile. Ci sono stati periodi più fiorenti e altri meno, anche a seconda delle esigenze artistiche. Ho scritto anche molti testi teatrali, poesie e filastrocche. Attualmente le mie composizioni hanno l’obiettivo di offrire al pubblico il Canto ad Alta Frequenza, affinché creino benessere e abbondanza per tutti.
Attraverso l’arte e il canto ritrovare la propria mission di vita, è questo il suo mantra?
La mia missione animica è portare il Canto ad Alta Frequenza al pubblico e a insegnare a fare lo stesso ai cantanti.
Quali i suoi prossimi impegni?
I miei impegni artistici per il momento sono: il Coro Voci dalle Stelle, l’Accademia di Canto ad Alta Frequenza, il Concerto Emozionale al Buio, che sto portando in giro assieme a due miei colleghi chitarristi e le numerose persone che seguo accompagnandole a riscoprire se stesse e la propria meraviglia attraverso la propria Voce.
Foto C. Cattaruzzi e fonte Web