© foto di SSC Bari
La sfida di oggi tra Bari e Sud Tirol, contrariamente a quel che si aspettava, rappresentava molto più di una semplice partita di campionato: era un crocevia per entrambe le squadre. Il Bari, dopo la brusca frenata a Pisa contro una delle squadre più attrezzate del torneo, voleva dimostrare che i 14 risultati utili consecutivi precedenti non erano un colpo di fortuna, ma il frutto di solidità e determinazione. Gli uomini di Longo miravano a consolidarsi nella parte sinistra della classifica, un obiettivo ambizioso ma alla loro portata. Dall’altra parte, il Sud Tirol si presentava al San Nicola con l’intento di dare continuità al pareggio agguantato nei minuti finali contro il Mantova, un risultato che, seppur beffardo, ha interrotto una lunga serie di sconfitte. Con l’arrivo di Fabrizio Castori in panchina al posto di Zaffaroni, la squadra altoatesina cercava una nuova identità e punti preziosi per scrollarsi di dosso l’ultimo posto in classifica, una posizione che non rispecchia le aspettative della società. Era una gara tra due formazioni con obiettivi diversi ma la stessa urgenza di ripartenza, in un confronto che prometteva di essere intenso e ricco di emozioni. Ala fine Castori ha avuto la meglio su Longo.
Al rientro Mantovani, Vicari confermato dall’inizio, dentro a sorpresa Lella al posto di Maita, con Falletti preferito a Sibilli, con Oliveri dal primo minuto e poi confermati gli altri. Il primo tempo di Bari-Sud Tirol vede gli ospiti più aggressivi e determinati, dominanti nei duelli e primi su ogni pallone. Subito pericolosi con diverse occasioni, tra cui una clamorosa sprecata da Odogwu a tu per tu con Radunovic, e una conclusione di Merkaj di testa che sfiora il palo. Il Bari appare fermo e poco incisivo rispetto alle ultime prestazioni, con difficoltà nell’impostare e nel pressare alto. Solo un tiro degno di nota per i pugliesi, un tentativo a giro di Dorval deviato in corner dal portiere. Gli altoatesini continuano a creare insidie, come dimostra la parata acrobatica di Radunovic su Kofler. Occasione persa su ripartenza di Novakovic che sbaglia il tempo per il passaggio vincente a Falletti che da solo avrebbe probabilmente segnato. Gara sporca e difficile, con poche opportunità per il Bari e un netto passo indietro rispetto alle recenti partite: serve più qualità e aggressività per ribaltare la situazione.
Nel secondo tempo di Bari-Sud Tirol, il copione non cambia: gli ospiti continuano a rendersi pericolosi, con un’occasione clamorosa di Merkaj sventata da un intervento decisivo di Radunovic. Il Bari, invece, resta impalpabile e privo di idee, incapace di creare vere opportunità da gol. I cambi (Sibilli, Maita, Obaretin, Bellomo, Maiello) non riescono a dare la svolta sperata, con Lella e Oliveri protagonisti di una giornata deludente. Nel finale, il Sud Tirol trova il gol vittoria con Rover, subentrato, premiando la maggiore determinazione e rabbia agonistica degli altoatesini. Una prestazione opaca per il Bari, che chiude con un passo indietro evidente.
La sconfitta del Bari contro il Sud Tirol al 90′ segna un punto di svolta negativo nella stagione biancorossa. Non si tratta solo di una sconfitta sul campo, ma di una resa totale sotto ogni profilo: tattico, qualitativo e mentale. Se il calcio, come diceva Jean-Paul Sartre, è “dramma nella sua forma più pura, perché l’essere e il non essere si mescolano in ogni azione,” il Bari ha incarnato oggi il non essere, una squadra apatica e confusa che ha lasciato il campo senza lasciare traccia.
Il Bari non è riuscito a creare un’occasione concreta, nonostante giocatori come Falletti, Sibilli, Lasagna e Novakovic da cui, benedetto Iddio, è lecito attendersi qualcosa di più. L’unico spunto significativo è stato vanificato da un errore clamoroso di Novakovic nel passaggio per Falletti. Il Sud Tirol, invece, ha dimostrato rabbia agonistica e determinazione, premiata con il gol di Rover al 90’ (quando i cambi funzionano e risultano efficaci…), frutto di un’inspiegabile dormita difensiva di Obaretin. Un difensore spesso sopravalutato, bravo, secondo taluni, a uscire dall’area di rigore palla a terra, alla “Baresi”, per intenderci, ma che ha dimostrato di non essere all’altezza delle aspettative.
La gestione dei cambi da parte di Longo è stata deludente al di là del materiale di seconda scelta seduto in panchina. Le sostituzioni – Sibilli, Maita, Bellomo e Maiello – non hanno portato i risultati sperati, e alcune scelte, come lasciare Benali e Lella in campo troppo a lungo, si sono rivelate dannose. La rinuncia iniziale a Maiello, nonostante fosse fisicamente pronto, resta incomprensibile. Dorval ha cercato di scuotere la squadra in avanti, ma è stato inefficace in difesa, un limite ormai noto ma mai realmente affrontato.
Questa sconfitta non è un episodio isolato, ma parte di una tendenza preoccupante. I segnali di involuzione erano già visibili nelle gare contro Cesena e Pisa, dove il Bari aveva mostrato difficoltà nel costruire gioco e imporre il proprio ritmo. Le 14 partite utili consecutive, seppur costellate di pareggi, sembrano ora un’illusione, con una squadra che sta forse rivelando il suo reale valore.
Non si può ignorare la responsabilità di Longo, che sembra non aver trovato il bandolo della matassa tattica e gestionale. Giocatori come Lella, Sibilli, Lasagna e Falletti continuano a deludere, mentre giovani come Sgarbi, Manzari e Favasuli sembrano essere stati dimenticati. Il mercato estivo ha lasciato dubbi (Favasuli su tutti: il giocatore fu preso dal Bari dopo una buona prestazione quando giocò l’andata dei playoff con la Ternana, ma che in realtà si è dimostrata solo la classica “partita della vita” come ne capitano a tanti, poi il nulla praticamente) e, con un gennaio tradizionalmente avaro di rinforzi di qualità, il rischio di un ridimensionamento è alto.
La prossima sfida contro un Palermo ferito, seguito da un confronto con lo Spezia, non promette nulla di buono tanto che i rosanero sono reduci da ben tre sconfitte consecutive e, è risaputo, il Bari si concede ben volentieri a risolvere la crisi altrui soprattutto al Palermo per il quale il Bari è recidivo in tal senso. Poi affronterà lo Spezia che, come il Pisa, è una squadra che punta alla A e che a Bari non verrà certo a far barricate, tutt’altro. Insomma non si intravede nulla di buono fino a fine anno. Poi, certo, tutto può accadere soprattutto nel calcio, ma se questo è il Bari, insomma, c’è poco da stare allegri.
Il Bari sembra aver perso entusiasmo e grinta, elementi fondamentali per affrontare le difficoltà del campionato. Come ammoniva Eraclito, “il carattere di un uomo è il suo destino,” e lo stesso vale per le squadre di calcio: il Bari, così com’è, rischia di definire il proprio destino attraverso apatia e disorganizzazione. Facile dirlo in questi casi ma serve un’inversione di rotta immediata, o il sogno di una stagione ambiziosa potrebbe dissolversi definitivamente, lasciando spazio a una lotta per una semplice, drammatica, sopravvivenza in campionato. Un déjà-vu.
Massimo Longo