Il 23 dicembre la Commissione elettorale centrale (CEC) del Kosovo ha impedito alla Srpska Lista, il principale partito politico che rappresenta la minoranza etnica serba del Paese, di partecipare alle prossime elezioni parlamentari. La decisione segue i commenti nazionalisti fatti dal leader del partito Zlatan Elek, sollevando preoccupazioni sulla rappresentanza politica della comunità serba del Kosovo. Il rifiuto arriva come parte delle tensioni in corso tra Kosovo e Serbia, che hanno lottato per normalizzare le relazioni nonostante la pressione internazionale.
Il Kosovo esclude la Lista Serba dalle elezioni
Il Kosovo si sta preparando alle elezioni del 9 febbraio 2025, un test chiave per l’amministrazione del primo ministro Albin Kurti, che si è assicurato una vittoria schiacciante nel 2021. Tuttavia, la CEC ha rifiutato di certificare la Srpska Lista, con alcuni membri della commissione che hanno criticato la dirigenza del partito per non aver riconosciuto l’indipendenza del Kosovo e per aver mantenuto forti legami con il presidente serbo Aleksandar Vucic. La Lista serba avrebbe dovuto assicurarsi tutti i 10 seggi riservati alla minoranza serba del Kosovo, una caratteristica fondamentale del sistema elettorale del Kosovo. Quindi, la decisione della CEC mette a repentaglio la partecipazione del partito, poiché il rifiuto è legato ai commenti di Elek, che la commissione afferma violano gli standard elettorali del Kosovo. Comunque, il partito può presentare ricorso contro la decisione e i suoi leader hanno già promesso di contestare la sentenza in tribunale.
Una decisione che ha scatenato polemiche da parte degli USA
La decisione, che ha suscitato critiche da parte degli Stati Uniti, potrebbe mettere ulteriormente a dura prova gli sforzi della comunità internazionale per normalizzare le relazioni tra Kosovo e Serbia e aumentare le tensioni nell’instabile nord del Paese. L’ambasciata statunitense in Kosovo, difatti, ha commentato l’iniziativa, descrivendola come potenzialmente motivata da ragioni politiche e ha avvertito che l’inclusione di “criteri motivati politicamente” nel processo di certificazione mina i principi democratici. Mentre, il presidente serbo Aleksandar Vucic ha condannato la decisione, accusando il primo ministro del Kosovo Albin Kurti di privare del diritto di voto la comunità serba. Vucic ha definito la mossa politicamente motivata e ha affermato che mirava a mettere a tacere i serbi del Kosovo. Il Kosovo, ex provincia serba, ha dichiarato l’indipendenza nel 2008, una mossa che la Serbia si rifiuta di riconoscere. Belgrado continua a esercitare un’influenza significativa sulla minoranza etnica serba del Kosovo.