“Il lavoro delle donne nelle curie è una cosa che è andata lentamente e si è compresa bene. Adesso ne abbiamo tante. Per esempio, per scegliere i vescovi: nella Commissione ci sono tre donne che scelgono i nuovi vescovi. Nel Governatorato, la vice-governatrice, che diventerà governatrice a marzo, è una suora. Nel Dicastero per l’Economia una vice è una suora che ha due lauree. Le donne sanno fare meglio di noi… Suor Simona Brambilla è la prima prefetto donna in Vaticano”.

Parole di papa Francesco, ospite a “Che tempo che fa”. E le donne, da sempre discriminate persino nel vangelo nonostante l’atteggiamento rivoluzionario di Gesù, sono tutte contente per le graziose concessioni.

A me viene da sorridere. Nella Commissione ci sono tre donne che scelgono i nuovi vescovi. Ma guarda un po’. Intanto bisognerebbe sapere quanti uomini ci sono nella Commissione, ma il fatto è che le tre donne non scelgono vescovi donne, ma esclusivamente vescovi uomini. Il potere resta nelle mani degli uomini. E questo perché alle donne è proibito diventare prete, vescovo o papa. È proibito non perché così ha stabilito Gesù, non perché lo suggeriscono la ragione e il buon senso, è proibito per il semplice motivo che gli uomini della Chiesa vogliono tenersi stretto il potere che hanno sempre avuto.

Io credo che il papa sappia bene che le donne avrebbero lo stesso diritto che hanno gli uomini di accedere al sacerdozio, ma non può dire una parola a riguardo, giacché ad impedirlo a lui e ai suoi successori fu Giovanni Paolo II con una “sentenza definitiva”. In altre parole: così ho stabilito io e voi papi che verrete dopo di me non vi azzardate a cambiare idea.

Renato Pierri 

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