Susanna Tamaro da più di trent’anni vive nel casale umbro di Porano, tra gatti, galline e asini, e per questo probabilmente fa ragionamenti sbagliati come il seguente: «Se c’è un tipo di scrittura in cui si avverte la censura è proprio quella per bambini. L’imperativo è non dire nulla che turbi.

Questa bonifica dell’infanzia è criminale: i bimbi hanno bisogno del male, del turbamento, non di una realtà edulcorata in cui tutti fanno i girotondi, la vita non è così» (La Stampa del 17 gennaio). 
 Qualcuno conosce bambini che oggi, nella società odierna, vivono in una “realtà edulcorata in cui tutti fanno i girotondi”? Dove vive Susanna Tamaro? Per l’appunto tra galline e asini. Qualcuno conosce bambini che non hanno pianto, che non conoscono turbamenti? Bambini sempre allegri e sereni, mai tristi? Bambini che non vedono la televisione, bambini cui non sono giunte alle orecchie notizie di guerre, di omicidi, di violenze d’ogni genere?

Se poi Susanna Tamaro per male intende anche il dolore, la sofferenza non causata dall’azione dell’uomo, peggio che andar di notte. Insomma, se “la vita non è così”, e necessariamente non è così sin da piccolissimi, perché dovremmo turbare i bambini anche con la lettura? Al male aggiungiamo altro male? Lasciamo che leggano libri senza turbamenti. I libri che turbano li leggeranno da adulti.
Renato Pierri