La violenza di genere nelle comunità immigrate: Influenza delle strutture sociali, politiche e l’abuso di sostanze

di Yuleisy Cruz Lezcano

La violenza di genere è un fenomeno complesso che affonda le sue radici in numerosi fattori sociali, culturali ed economici. Quando esaminata nel contesto delle comunità immigrate, questa problematica acquisisce ulteriori sfaccettature, poiché le dinamiche di potere, le disuguaglianze sociali e le condizioni di vulnerabilità economica e culturale possono intensificare e moltiplicare il rischio di violenza. Cecilia Menjívar, una delle voci più autorevoli in questo campo, esplora come le strutture sociali e politiche, unitamente a fattori come l’abuso di sostanze psicoattive, possano avere un impatto devastante sulle vittime di violenza di genere, soprattutto nelle comunità immigrate.

Con la poesia all’interno del mio ultimo libro dal titolo «Di un’altra voce sarà la paura» ho sfruttato la capacità di creare immagini tipica del linguaggio poetico per offrire una chiave interpretativa utile a comprendere come l’abuso di alcol possa risultare un fattore che può esacerbare la violenza, in particolare nelle relazioni tra partner, creando un circolo vizioso che rafforza le disuguaglianze di potere. Infatti, in una delle poesie dal titolo “Sei un altro” ho esplorato come nel caso di violenza domestica, l’abuso di alcol non sia solo un fattore che precipita l’aggressività, ma può diventare un meccanismo che rafforza il controllo del carnefice sulla vittima. Nella mia poesia la donna, infatti, si sente intrappolata, poiché la violenza è spesso preceduta o seguita da giustificazioni legate all’abuso di alcol e perché il carnefice si trasforma a seguito dell’uso di tale sostanza. All’interno del libro esiste poi una denuncia implicita di come l’alcol agisca come una giustificazione sociale che rende il comportamento violento più accettabile o meno condannabile, spesso dietro la frase “aveva bevuto”.

All’interno di questo libro, alcune poesie ispirate a fatti reali di violenza, descrivono storie in cui non solo il carnefice è sotto l’effetto di alcol ma anche la vittima. Così ho cercato di sensibilizzare la società sulla connessione tra abuso di sostanze e violenza domestica. Ho creato immagini potenti e ho fatto uso di parole evocative, per portare alla luce la realtà di queste esperienze, spesso ignorate o minimizzate. Credo che raccontare queste storie, attraverso la poesia, possa fornire una piattaforma per le vittime di violenza, dandogli una voce che spesso viene loro negata dalle norme sociali e culturali che legittimano la sottomissione.

Nel suo lavoro, Menjívar analizza come le politiche migratorie e le condizioni socio-economiche di coloro che vivono in contesti immigrati contribuiscano alla violenza di genere. Le donne immigrate, in particolare, sono spesso esposte a forme multiple di discriminazione, che includono, tra le altre cose, la discriminazione di razza, la xenofobia e l’isolamento sociale. Questi fattori creano un terreno fertile per l’abuso, poiché le vittime si trovano spesso in una posizione di vulnerabilità, incapaci di accedere a risorse o protezione.

Le politiche migratorie restrittive, ad esempio, possono minare la sicurezza delle donne, impedendo loro di denunciare gli abusi per paura di essere deportate. Inoltre, le difficoltà economiche derivanti dall’incertezza del lavoro o dal lavoro precario possono ridurre ulteriormente la loro autonomia, creando un ambiente in cui la violenza si perpetua senza interruzioni.

Un altro aspetto cruciale che Menjívar mette in evidenza, riguarda l’abuso di sostanze psicoattive, come alcol e droghe, che è spesso presente nelle dinamiche di violenza di genere. La dipendenza da sostanze è una condizione che può alterare gravemente il comportamento e la capacità di giudizio, alimentando le dinamiche di abuso all’interno delle relazioni. L’abuso di alcol e droghe può spingere alcuni individui a esprimere violenza, sia fisica che psicologica, contro le loro partner, spesso innescando un ciclo di violenza difficile da interrompere.

La combinazione di disuguaglianze strutturali, violenze culturali e abuso di sostanze psicoattive può portare le donne immigrate a una condizione di estrema vulnerabilità. Queste donne sono spesso isolate, sia emotivamente che socialmente, e il loro accesso a risorse di supporto è limitato da barriere linguistiche, mancanza di rete di supporto familiare, e difficoltà economiche. In alcuni casi, l’uso di sostanze psicoattive da parte dei partner può essere visto come una forma di “scappatoia” o di modalità per affrontare il trauma dell’immigrazione, ma finisce per aggravare la situazione, contribuendo a un clima di violenza domestica.

Le difficoltà nell’integrarsi nelle nuove comunità, insieme alla disgregazione dei modelli di supporto sociale e familiare, rendono queste donne ancora più vulnerabili a una violenza che può passare inosservata o non essere adeguatamente affrontata dalle istituzioni locali.

Per contrastare la violenza di genere nelle comunità immigrate, Menjívar suggerisce che siano adottate politiche sociali e sanitarie inclusive, che rispondano non solo alla violenza diretta, ma anche alle sue cause strutturali e sistemiche. È essenziale fornire supporto alle vittime attraverso l’accesso a servizi di protezione e di assistenza legale, sociale ed economica, tenendo in considerazione le specificità culturali delle comunità immigrate. I programmi di sensibilizzazione dovrebbero affrontare anche l’abuso di sostanze, educando sia le donne che gli uomini sulle dinamiche di violenza e sulle risorse disponibili.

Inoltre, la creazione di spazi sicuri per le donne, dove possano parlare liberamente dei loro traumi e trovare supporto, è fondamentale. La psicoterapia, i gruppi di supporto e le reti di solidarietà tra donne immigrate possono contribuire a ridurre l’isolamento e a rafforzare l’autonomia delle vittime.

Conclusioni

La violenza di genere nelle comunità immigrate è una problematica complessa che richiede un approccio integrato e sensibile alle specificità culturali, sociali e politiche di ciascun contesto. Come evidenziato da Cecilia Menjívar, le strutture sociali e politiche, insieme all’abuso di sostanze psicoattive, possono fungere da catalizzatori della violenza, creando un circolo vizioso che perpetua la sofferenza delle vittime. Tuttavia, attraverso politiche inclusive e l’accesso a risorse di supporto, è possibile interrompere questo ciclo e promuovere la sicurezza e il benessere delle donne immigrate, restituendo loro il controllo sulla propria vita e sulle proprie scelte.

Fonti

Cecilia Menjívar – «The Intersection of Domestic Violence and Immigration: The Role of Legal Status» (2006)

foto www.istitutobeck.

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