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L’Empatismo prende vita nel 2020 (ma fondamentale è il “Nuovo Manifesto sulle Arti” scritto da Menotti Lerro e Antonello Pelliccia nel 2019).
A differenza di altri movimenti del passato di non facile definizione, spesso per la stessa poca consapevolezza di coloro che lo stavano determinando, il Movimento Empatico è una corrente artistico-letteraria molto consapevole e definita.

Lo stesso, anche denominato “Scuola Empatica”, di fatto, presenta molteplici caratteristiche che lo distinguono da ciò che l’ha preceduta. Ad un periodo sostanzialmente “anarchico” con poche iniziative valide di raggruppamento e teorizzazione, l’Empatismo ha saputo far seguito proponendo i suoi punti cardine a partire proprio dalla riunificazione delle Arti in un’unica “Arte Totale” (si veda a tal proposito “Il Mito di Unus”), e opponendosi ad una figura emarginata del poeta nella contemporaneità, così come ad una poesia scaduta sempre più nel popolare.

All’ipertrofia dell’Io dell’artista isolato fisicamente e psicologicamente ha suggerito un Noi empatico capace di essere da esempio per la gente e i popoli tout court. L’Empatismo mira all’indagine e allo sviluppo delle arti attraverso le emozioni e allo sviluppo dell’intelligenza emotiva attraverso le arti.

Tanti gli autori di rilievo provenienti da ogni campo dell’Arte. Per quanto riguarda la poesia, un primo passo importante è stato fatto con la pubblicazione dell’antologia dei Poeti Empatici Italiani (2025) che accoglie 33 poeti nati tra il 1920 e il 1980. Poeti che stanno contribuendo al cambiamento della società contemporanea.

(La Scuola Empatica presentata a 7Gold-TelePadova nel 2020)

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