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Il Cav. Giuseppe Calabrese,  fondatore delle Officine Calabrese una delle più grandi industrie metalmeccaniche  del Sud nel campo dell’”automotive”, è stato ricordato durante la mostra allestita  nella Sala Murat  in Piazza Ferrarese a Bari, aperta dal 20 al 28 febbraio 2025. Venne a mancare, come molti sanno, nel marzo 1998.

I pannelli esposti, curati dalla Confimi Italia grazie all’impegno del   presidente dott. Alfonso Cialdella, del  segretario generale Riccardo Figliolia e del vicepresidente Carlo Pellicola, hanno rappresentato una testimonianza del lungo e graduale percorso di sviluppo e  crescita dell’economia nazionale nel dopoguerra.

Opifici artigianali sorti dal nulla grazie alla tenacia e  alla caparbietà di talentuosi imprenditori che hanno costruito  un reticolo di  microimprese divenute nel tempo  l’ossatura del sistema produttivo nazionale.

da sinistra: dott. Lorenzo Calabrese – ing. Enzo Calabrese

L’EPOCA D’ORO DELLA CALABRESE -Tra queste spiccava l’azienda barese, le cui immagini raccontavano il vissuto, purtroppo interrotto negli anni Novanta del secolo scorso dalla parabola discendente dopo un lungo e luminoso “exploit” di crescita esponenziale: da officina fondata  nel cuore di Bari subito dopo la seconda Guerra mondiale  al trasferimento nella nuova sede della zona industriale alle porte di Modugno nei primi anni Sessanta.

Calabrese cavalca l’onda del boom economico. L’impavido imprenditore  che è un genio della meccanica (senza laurea) inventa il cilindro telescopico ricavato da residuati bellici con cui realizza il primo cassone ribaltabile utile nel campo dell’edilizia e della cerealicoltura. Alla Fiera di Bari i suoi prototipi sono piacevolmente apprezzati anche dal grande industriale Gianni Agnelli, il quale li giudica interessanti per allestire i cabinati FIAT.

Il docufilm proiettato nella sala Murat alla presenza degli ex dipendenti del Gruppo Calabrese, della famiglia dello scomparso e dei protagonisti  che hanno portato le loro testimonianze storiche come loro vissuto: dott. Calabrese, ing. Enzo Calabrese, entrambi figli; Enza Demola, segretaria particolare; Cesario Schiraldi tecnico e dello scrivente all’epoca stretto collaboratore del Cav. Calabrese, è stato un momento toccante.

L’opera è stata realizzata grazie all’impegno della Confimi Italia, con i vertici rappresentati da: Riccardo Figliolia, segretario generale e Alfonso Cialdella presidente;  con la collaborazione dei giornalisti Max Sisto e Gustavo Delgado, e col contributo dell’Apulia Film Commission.

Dopo la proiezione del filmato la prof.ssa  Marina Comei dell’Università di Bari ha letto una sua relazione storica dell’azienda partendo dalle origini fino agli Novanta, quando appunto tramonta la stella Calabrese e l’azienda entra in un tunnel senza uscita per vicende non dipendenti dal Management di allora, ma a seguito di vicende geopolitiche; il partenariato con la Libia di Gheddafi diventa la causa scatenante del blocco navale (embargo); i crediti vantati dal Gruppo industriale barese vengono congelati e non più introitati. E’ il punto di  non ritorno. Per la Calabrese seguiranno anni di agonia, di coma profondo.

L’imprenditore Pino Bruno

Col fallimento dell’azienda, la curatela fallimentare fa entrare in gioco degli investitori con la speranza di far rinascere il Gruppo. Tentativi che risulteranno vani. A quel punto subentra un gruppo di coraggiosi ex dipendenti che prendono in mano la situazione creando la “Cooperativa Calabrese Veicoli Industriali” che mantiene acceso un lumicino fino alla loro pensione. Qui finisce la loro storia.

Michele Aprile

Alcuni anni fa, il lungimirante imprenditore campano Pino Bruno ha acquisito all’asta il vecchio stabilimento Calabrese e grazie alla sua determinazione e ferma volontà è riuscito a dare nuova vita ai vecchi capannoni ristrutturando il sito e incamerando anche lo storico marchio Calabrese. E’ intenzione della nuova proprietà di allestire una sala museale a ricordo dell’epopea del gruppo industriale

Per l’occasione, l’ex dipendente Michele Aprile, scrittore e pluripremiato poeta barese, ha declamato una sua poesia con cui  ricorda  il Cav. Giuseppe Calabrese come  industriale illuminato e Ambasciatore di Bari   “Mèste e Cavallire” (Maestro e Cavaliere).

Foto di gruppo degli ex dipendenti della Calabrese; al centro l’ing Enzo Calabrese- accanto Pino Bruno ed Enza Demola

                      

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