Ricerca avanzata su immunometabolismo, cellule staminali e intelligenza artificiale per contrastare il declino legato all’età, Union rivoluziona la longevità.
UNION rivoluziona la longevità
Benché negli ultimi decenni la durata media della vita sia aumentata in modo significativo, questo progresso, tuttavia, non sempre si accompagna a un miglioramento della qualità degli anni finali. Spesso, infatti, gli ultimi 15-20 anni dell’esistenza dell’essere umano sono caratterizzati da fragilità, malattie croniche e una graduale perdita di autonomia, con ripercussioni significative sia sugli individui che sui sistemi sanitari.
Per rispondere a questa sfida, è nato il progetto UNION (Understanding Frailty: towards a Future of Healthy Ageing), un’iniziativa internazionale finanziata dall’Unione Europea di cui è ideatore e promotore il professor Claudio Mauro, salentino di origine e docente di Metabolismo e Infiammazione presso l’Università di Birmingham nel Regno Unito. Mauro coordina UNION con il professor Massimiliano Ruscica dell’ Università Statale di Milano. UNION è un consorzio che tra il 2025 ed il 2028 recluterà e formerà diciassette studenti di dottorato in prestigiose Istituzioni basate in Gran Bretagna, Spagna, Italia, Germania e Svezia, i cui docenti sono per il 60% italiani.
UNION punta a rallentare i processi dell’invecchiamento e a migliorare la qualità della vita nelle fasi avanzate dell’esistenza, avvalendosi di ricerche nel campo dell’immunometabolismo, delle cellule staminali e dell’intelligenza artificiale, al fine di individuare strategie innovative in grado di contrastare il declino fisico e cognitivo legato all’età.
https://www.corrierenazionale.net/2025/02/18/linvecchiamento-non-e-un-destino/
Tre assi di ricerca per combattere l’invecchiamento
Il progetto si sviluppa attraverso tre grandi assi di ricerca. Il primo si concentra sulla biologia molecolare dell’invecchiamento, analizzando cellule immunitarie e staminali per individuare i fattori che influenzano il deterioramento dell’organismo, accelerandolo o rallentandolo. Il secondo riguarda le vescicole extracellulari, piccole particelle prodotte dalle cellule che trasportano informazioni biologiche, che potrebbero rivelarsi preziosi biomarcatori di invecchiamento. Infine, il terzo asse di ricerca si concentra sull’analisi dei dati clinici di pazienti anziani fragili, sfruttando l’intelligenza artificiale per sviluppare strategie innovative contro l’invecchiamento. Un approccio multidisciplinare che potrebbe aprire nuove prospettive per migliorare la salute e la longevità.
Il progetto UNION non si limita a studiare le cause dell’invecchiamento, ma punta a rivoluzionare l’approccio alla longevità, promuovendo un futuro in cui vivere più a lungo significhi anche vivere meglio.
Il ruolo del sistema immunitario e nuove prospettive
Se la scienza riuscirà a vincere questa sfida, l’umanità potrebbe presto guardare all’età avanzata con una nuova prospettiva: non più come un periodo di declino, ma come una fase della vita ricca di opportunità e benessere. Il sistema immunitario invecchia e diventa meno efficiente nel rispondere alle infezioni e nel rigenerare i tessuti, un fenomeno noto come immunosenescenza, fattore chiave nel declino generale dell’organismo. «Se riusciamo a mantenere giovane il sistema immunitario, possiamo cambiare radicalmente il modo in cui invecchiamo, perchè significa ridurre l’infiammazione cronica e prevenire molte delle malattie associate all’età – aggiunge Claudio Mauro – Abbiamo dimostrato che alcuni metaboliti, come il lattato o alcuni acidi grassi, non sono semplici sottoprodotti del metabolismo, ma vere e proprie molecole di segnalazione che regolano la funzione delle cellule immunitarie e staminali».
Se UNION riuscirà nel suo ambizioso intento, potremo immaginare un futuro in cui l’invecchiamento non sarà più sinonimo di declino, ma di nuove possibilità.