Siamo tutti abituati a immaginare Capri come l’isola frequentata dai vip nelle vacanze per la sua fantastica bellezza naturale. Uno scoglio verde sul mare, una terra già prescelta e amata fin dai tempi dei Romani e da moltissimi artisti di ogni parte del mondo. Evidentemente, però, a Capri e Anacapri, le due cittadine locali, c’è molto di più. I capresi ci abitano tutto l’anno ed è gente vivace con molteplici attività lavorative ma anche associative e sociali. Uno tra i più significativi circoli capresi è “L’amo di Capri” che raccoglie un gruppo di appassionati pescatori e che, tra l’altro, organizza per sabato 15 un corso di pesca teorico rivolto a tutti quanti abbiano voglia di mettersi alla prova. Per saperne di più, abbiamo intervistato Enrico della Rocca, il vicepresidente e il responsabile della comunicazione de “L’amo di Capri”.

D: Lei ci sembra la persona più adatta a spiegarci che cosa sia la vostra Associazione, quando sia nata e quali siano i suoi scopi.

R: “L’amo di Capri” è un’associazione no profit che nasceva 10 anni fa ed è stata fondata proprio da un gruppo di pescatori ricreativi appassionati, tra cui c’ero anch’io. Il nostro intento è, fondamentalmente, la divulgazione della pesca ricreativa e delle sue tradizioni, sempre, però, nel rispetto dell’ambiente. Abbiamo proposto, negli anni, varie iniziative tra cui manifestazioni di pesca in amicizia e corsi di formazione per le varie tecniche di pesca. Ci siamo impegnati anche per diffondere nelle scuole e tra i giovani il rispetto del mare e dell’ambiente. Insistiamo molto sul concetto della pesca “no kill”, ovvero sul rilascio del pesce pescato, specialmente quando non è di taglia conforme ai regolamenti che già esistono. Abbiamo anche proposto una campagna col nome di “Pesca pulita” per sensibilizzare il pescatore a non abbandonare sul luogo di pesca i vari rifiuti proprio della battuta di pesca.

D: Molto interessante. Ora, però, farete un corso di pesca teorico. Che significa?

R: È stato organizzato un corso teorico di pesca al fine di insegnare a impostare una battuta di pesca, spiegando i nodi elementari per poter legare gli ami, fissare il piombo, sistemare un galleggiante scorrevole, ecc. Prevalentemente sarà una lezione impostata sui nodi, perché i nodi sono tutto e non solo nella pesca, Adesso le giro la domanda… che importanza hanno i nodi nella sua vita?

D: Bene, rifletteremo pure noi sui nodi e la loro primarietà nella vita di tutti. Ma ha ancora senso oggi la pesca? Ho sentito spesso dire che nei nostri mari ci sia pochissimo pesce. Si prende qualcosa?

R: Sono domande un po’ complesse. Prima di tutto, bisogna comprendere un concetto particolare, cioé l’obiettivo della pesca sportiva: non necessariamente vado a pesca per portare il pesce a casa. Quando vado a giocare una partita di calcetto con gli amici

non ritorno a casa con un genere alimentare e neppure con le palline o i giocatori. Inoltre, come dicevamo prima, ci rifacciamo alla concezione di “catch e release” (prendi e rilascia) che si sta diffondendo sempre più nei pescatori sportivi.

D: Si tratta di uno sport, insomma, che però si svolge nella natura. Oggi si parla tanto di ecologia e di salvaguardia dell’ambiente. Voi allora cosa ne pensate?

R: Quello che pensiamo riguardo all’ecologia e al rispetto dell’ambiente si può capire semplicemente dalle nostre azioni. Da diversi anni, tramite il tesseramento conduciamo la campagna “Save the Blue Lizard” (la lucertola azzurra che abita i faraglioni di Capri), poi abbiamo lavorato e creduto moltissimo nella campagna “Pesca pulita”, in cui si esorta il pescatore sportivo a non abbandonare i rifiuti sul luogo di pesca e tanto altro. Infatti, il pescatore sportivo non disprezza la natura anzi, al contrario, la supporta: la presenza di pescatori sportivi sulle coste è persino una sorta di monitoraggio degli abusi che vengono fatti in mare, come ad esempio discariche abusive in mare, eccessi di pesca professionale attuata non a norma, ecc. Il pescatore che sta ore a lanciare la lenza, che si sposta sulla scogliera per trovare un angolo adatto per sé, osserva tutto quanto succede e può denunciare se trova qualcosa che non va. Inoltre, noi non facciamo danni. Le faccio un esempio: se io ho voglia di mangiare un pesce, lo vado a pescare con la canna da pesca. Se mi capitano dei pesci troppo piccoli, li lascerò andare fino a quando non abboccherà un pesce di taglia: una bella orata, un cefalo, un grosso sarago. Solo allora lo trattengo e poi lo

mangio. Molte volte noi veniamo criticati dai non pescatori nella cui alimentazione, però, è previsto il pesce, vale a dire che lo vanno ad acquistare. Un pesce acquistato è probabilmente frutto di una pesca professionale con le reti. Per procacciare quell’orata, quel cefalo o il sarago, dentro le reti probabilmente è finito anche un delfino, forse qualche tartaruga e magari uno squalo, che perderanno la vita perché non verranno consumati ma uccisi. Quindi, il nostro buon senso che ci può dire?

D: Lei fa parte di una generazione adulta che in parte è cresciuta in un mondo diverso. Cosa volete insegnare ai giovani? Ma soprattutto: i giovani, i ragazzi e le ragazze, gli alunni e le alunne delle scuole dell’isola, come si rapportano con la pesca?

R: Quello che i pescatori adulti dovrebbero trasmettere alle nuove generazioni è di evitare i nostri stessi errori. Specialmente, bisogna cambiare mentalità e non considerare più il mare come una fonte inesauribile di risorse, ma dobbiamo comprendere che nel tempo l’abbiamo sfruttato troppo e abbiamo provocato tanti danni alla creature e alla vegetazione marina. Ora l’obiettivo principale è quello di far rifiorire l’ambiente naturale e lasciare che la natura riprenda in mano il suo ambiente.

D: Lei ha scritto un po’ di tempo fa un libro: “Pesca a canna fissa per tutti”.   Non c’erano già altre pubblicazioni simili?

R: Si è vero, ho scritto il libro “Pesca a canna fissa per tutti” (https://www.amazon.it/PESCA-CANNA-FISSA-TUTTI-Appendice/dp/B0B1M6LD KF), il cui titolo è già eloquente. Volevo, infatti, far capire che una tecnica base di pesca può essere praticata da tutti anche da chi non ha mai pescato. In particolare, sono andato ad analizzare alcuni fattori come, ad esempio, i costi dei materiali per pescare per poter suggerire delle soluzioni economiche. Bisogna sapere che addirittura una pescata con gli avanzi della cucina può essere molto fruttuosa!

L’intento resta sempre la divulgazione della pesca sportiva con il regalo di una giornata di divertimento anche a chi non dispone di grandi risorse economiche.

Renata Rusca Zargar

foto www.italia.it

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