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Sulla scena del teatro Orfeo di Taranto rivive, in un musical, la Lupa, personaggio complesso, ma carismatico di Verga

Una scelta coraggiosa, quella del regista Francesco Casulli, di trasformare in musical una delle vicende più intrise di drammaticità di fine ‘800, capolavoro del verismo italiano. Una scelta che ha reso ancora più intenso un personaggio complesso, quale la Lupa, caratterizzata in passato da attrici del calibro di Anna Magnani.

locandina dell’evento

Ma l’arte, nei suoi molteplici moduli espressivi, ha una voce unica e la musica riesce a dare vita, corposità a personaggi della letteratura titanici nella loro intensità emotiva, coinvolgendo il pubblico in maniera immediata, diretta.

Un mix, dunque, di vibranti emozioni che hanno una sonorità non solo verbale. Capaci di scavare nella profondità di quelle passioni incontrollabili dei personaggi sulla scena e di ogni singolo spettatore.

La Lupa, femmina, madre, demonio

Estrema nelle sue passioni, come nei suoi tormenti, la Lupa è il simbolo di una donna di fine ‘800 del profondo Sud che irride alle convenzioni ed ai perbenismi di una società che etichetta e demo nizza la donna.

Vive la sua istintualità sessuale in piena libertà, forte anche di una fisicità, ampliamente descritta da Verga, che la pone già nel ruolo di peccatrice nella Sicilia dell’epoca.

la lupa
Anna Colautti nei panni della Lupa

E combatte i luoghi comuni, che associano la bellezza alla tentazione, anteponendo la sua prorompente femminilità persino al suo ruolo di madre. Sa ciò che vuole e se lo prende, infischiandosene dei giudizi di una realtà socio-culturale ancorata ad archetipi comportamentali fortemente cogenti.

Ama Nanni, giovane contadino innamorato della figlia( la dolce Mara) e acconsente al loro matrimonio, pur di averlo vicino, pur di possederlo in un amore fisico, ardente, che la condurrà alla morte.

E’ lei che sovverte i ruoli precostituiti della società contadina della Sicilia di allora. E’ lei la predatrice. La lupa famelica, insaziabile, demoniaca.

L’approdo ad una dimensione nuova

Un personaggio complesso, dunque, perfettamente compreso dal regista Francesco Casulli, ideatore di questo musical, che fotografa una realtà di emarginati, quale quella dei contadini della Sicilia di fine ‘800, nella quale s’inserisce la vicenda di questo amore incestuoso.

Tormento, passione, pathos e conflitti interiori dominano la scena in questo musical impreziosito dalle straordinarie musiche di Girolamo Di pace e Gianbattista Recchia, straordinario anche nei panni di Malerba. Classico maschio che concupisce una preda facile, quale la Lupa.

Ma la Lupa domina i sogni, le passioni, i desideri anche degli altri uomini del villaggio e vince le ritrosie, i tentennamenti del giovane Nanni, cui dà voce sulla scena  il promettente Andrea Casulli.

Non c’è pentimento in questa donna-femmina-demonio, resa in tutta la sua trasgressività da una convincente  Anna Colautti, che, specie nel secondo atto, entra nel personaggio appieno, caricandolo di quella tragicità che lo contraddistingue. Lo rende unico, indimenticabile.

Tutto si svolge in un ambiente ristretto culturalmente. Uno spazio cui dà profondità il Ledwall sul fondo, ideato dal bravo scenografo Girolamo Moschetti. La scena diviene così quella della vita, di una quotidianità semplice, ancorata ad antichi valori.

la lupa
Gisella Carone, la Mara del palcoscenico

Una quotidianità cui anela Mara, la dolce figlia della Lupa, interpretata dalla brava Gisella Carone, che giunge ad un confronto tumultuoso con la madre, reso ancora più intenso dalle musiche, eseguite mirabilmente dall’orchestra Tebaide, diretta impeccabilmente da Cosimo Maraglino. Autore anche degli arrangiamenti, unitamente a Giambattista Recchia.

In un crescendo di intensità emotiva e di dinamismo scenico-musicale si giunge così al tragico epilogo. Nanni uccide la Lupa e il sipario cala su uno spaccato di vita, su una vicenda tragica, come sa esserlo talvolta la realtà.

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