Gentile blogger Giorgio Bianchi, è lecito a tutti provare pietà per chiunque, anche per Zelensky maltrattato a parole da Trump, però forse non è opportuno manifestarla pubblicamente, la propria pietà, giacché si corre il rischio di urtare la sensibilità di coloro che la pietà la provano per le tante vittime innocenti di Zelensky.
È un po’ come voler dire alla gente: “Vedete come sono buono io rispetto a voi che restate indifferenti davanti al povero signore dall’anima nera maltrattato? Altro errore è mettere sullo stesso piano la pietà per Zelensky e la pietà per il popolo ucraino che in qualche modo di Zelensky è vittima. Ed altro errore ancora è mettere sullo stesso piano la pietà per la brutta sorte toccata al cadavere di Mussolini, e la pietà per Zelensky maltrattato a parole da Trump. Ma vogliamo scherzare? Infine è un errore definire Zelensky un vinto su cui Trump avrebbe infierito, giacché Zelensky è un vinto che non si dà per vinto, e che se ne avesse la possibilità, trascinerebbe volentieri il mondo intero in una guerra mondiale.
Ovviamente sono del tutto contrario ad ogni parola offensiva verso Giorgio Bianchi, ci mancherebbe altro, però trovo fuori luogo manifestare la propria pietà per una persona malvagia mai pentita. Stando al vangelo, gli operatori di iniquità mai pentiti finiranno “nella fornace del fuoco, dove ci saranno pianto e stridore di denti” (Mt 13,42). Mi raccomando, signor Bianchi, non s’impietosisca anche per questi.
Renato Pierri