Formazione: un obbiettivo comune

Un arcinoto Cavaliere ed Istruttore, che preferisce restare nell’anonimato

Si pone una riflessione sui processi di formazione e qualificazione professionale degli
istruttori, nonché sui contenuti, che dovrebbero formare le persone. La funzione
dell’istruttore può essere vista come una costante applicazione di conoscenze professionali
al fine di migliorare le competenze, la fiducia, la sintonia con l’allievo, e con il connubio
allievo/cavallo. In questo contesto, quindi, l’istruttore ricopre un ruolo importante in qualità di
educatore: per cui, oltre a far apprendere la giusta esecuzione di un movimento, impostare un
corretto esercizio, illustrare il percorso per raggiungere un obiettivo, educa la persone allo
stare insieme, a superare le difficoltà, ad aiutarsi l’un con l’altro, a porsi delle sfide che, con
lealtà e impegno, devono essere affrontate e superate. Il superamento e il confronto devono
essere visti non come una rivalsa sugli altri, ma come un confronto con e oltre se stessi.

Mentre gli istruttori possono sviluppare le loro competenze funzionali durante la pratica,
quindi attraverso l’esperienza, le competenze relative ai loro compiti dovrebbero essere
fornite nei percorsi formativi.
Una qualifica equivale ad una certificazione formale di competenza, rispetto a precisi
standard di riferimento, da parte delle autorità preposte. Essa può essere acquisita seguendo
un percorso basato su una logica di “materie accademiche” e sul tradizionale calcolo di ore,
o con esperienze precedenti conseguite grazie a risultati agonistici. Come gli atleti, gli
istruttori costruiscono le loro esperienze nel tempo e una parte significativa del loro
apprendimento avviene tramite il lavoro: è infatti un processo che implica un aggiornamento
continuo per migliorare non solo se stessi, ma anche chi partecipa alle lezioni.
In questo sistema, sia per la pratica sportiva orientata alla partecipazione sia per la pratica
orientata alla prestazione agonistica si potrebbe pensare a tre livelli di qualifica.
Il primo livello di qualificazione prevede conoscenze e competenze di base, con lo
svolgimento dell’attività sotto la guida di un istruttore più esperto, quindi questo livello non
corrisponde ad una qualifica professionale che abilita un istruttore ad agire immediatamente
in autonomia sul campo, ma serve all’introduzione/avvicinamento alla carriera di istruttore.
Questa fase è necessaria per imparare nozioni per proporre lezioni sempre diverse ma
sempre sicure, efficaci e sopretutto adeguate al livello dell’allievo.
Il secondo livello è caratterizzato da conoscenze e competenze che permettono di prendere
decisioni per la conduzione di attività principali in autonomia. È una qualifica tecnica
operativa autonoma.
Il terzo livello, oltre a quanto prevedono i primi due livelli, includono le conoscenze e le
competenze per fare da supervisori ad altri istruttori in formazione. La qualifica caratterizza
un istruttore in grado di allenare qualsiasi atleta a livello agonistico nazionale e
internazionale, e atleti appartenenti all’élite nazionale.

Il secondo e terzo livello richiedono che l’istruttore abbia raggiunto, oltre che le competenze teoriche,
anche dei buoni risultati agonistici; questo sia perchè così facendo è in grado di risolvere un
problema/difficoltà di un allievo, perchè magari ha avuto lo stesso problema e lo ha risolto, sia
perchè, in caso di estrema difficoltà per l’allievo ad affrontare un esercizio, potrebbe risolvere la
situazione montando egli stesso il cavallo dimostrando in pratica all’allievo come correggere una
esecuzione scorretta. Attenzione però: non tutti i bravi cavalieri sono anche bravi istruttori, perchè è
fondamentale spiegare correttamente e con chiarezza il perchè di certe scelte, mentre alcuni cavalieri
fanno scelte basate principalmente sull’istinto, senza riuscire a spiegare tecnicamente il perchè.

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