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“Se emergono gli uomini peggiori. La democrazia è deteriorata e ha portato al potere leaders tirannici e violenti. Dobbiamo difenderci in due modi: attraverso lo studio e accettando che gli Stati Europei si armino per la difesa”. E’ il titolo di un lungo articolo del teologo Vito Mancuso, per giustificare la corsa alle armi. Mancuso dimentica che il comandamento «non uccidere» non pone condizione alcuna; dice di non uccidere, e basta. La distinzione tradizionale tra innocente, che ha diritto alla vita, e nocente (autore attuale o potenziale di gravi delitti), che tale diritto ha perso, non è evangelica. E’ stata introdotta tardivamente nel pensiero cristiano, ed è valsa per legittimare la guerra, la pena di morte, la difesa armata. Questo non significa che non si debba reagire all’ingiustizia e all’aggressione, ma è contro il vangelo difendersi ferendo e uccidendo. Osserva giustamente Maurizio Burcini, consigliere nazionale di Pax Christi: “Con questo non intendo giudicare chi si trovasse costretto ad agire violentemente per difendere, ad esempio, il figlioletto aggredito: anch’io, che disquisisco e teorizzo di nonviolenza, potrei molto facilmente agire allo stesso modo”. Giudicabile, condannabile è la difesa armata preparata, organizzata, al fine preciso di uccidere l’ingiusto aggressore. Questi, pur essendo colpevole, non perde il diritto alla vita.

Ovviamente: “Non passività, non sottomissione debole, quello che Gesù propone è una presa di posizione coraggiosa: tu porgi, fai tu il primo passo, cercando spiegazioni, disarmando la vendetta, ricominciando, rammendando tenacemente il tessuto continuamente lacerato dalla violenza. Credendo all’incredibile: amate i vostri nemici. Gesù intende eliminare il concetto stesso di nemico” (Ermes Ronchi, Avvenire,  20 febbraio 2020). E Dietrich Bonhoeffer: “Se per volontà divina nel popolo di Israele eletto da Dio, che allo stesso tempo aveva anche una struttura politica, la vendetta consisteva nel rispondere ad una percossa con una percossa, per la comunità dei discepoli che non possono più avanzare alcuna pretesa politico-legale, essa consiste nel subire pazientemente le percosse, perché al male non si aggiunga altro male!”.

Negare la non violenza che permea tutto il vangelo, appellandosi ad un versetto di Luca come fa Vito Mancuso, è semplicemente ridicolo.

Renato Pierri

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