Ai tempi di Ludwig van Beethoven le sonate per violino e pianoforte erano un genere cameristico destinato ai cultori raffinati della musica. E al contempo potevano servire al compositore-esecutore come biglietto da visita per farsi conoscere nei salotti aristocratici.

Beethoven scrive 10 sonate del genere, tutti autentici capolavori dove i due strumenti sono invitati a collaborare in un fitto dialogo, con assoluta parità espressiva. Questa intesa la abbiamo particolarmente notata durante il concerto in quanto il pianista Mario Valentino Scarangella ama esibirsi con elementi in cui l’affiatamento è cosa certa. Non a caso ad affiancarlo c’erano Sabrina Di Maggio e Letizia Lauta, entrambe già da tempo presenti nelle programmazioni promosse con opportuna competenza da Scarangella.

A loro due si è aggiunta stavolta Kornelia Kuzminaite (che di recente ha ulteriormente impreziosito la compagine delle “Soliste della Nuova Accademia Civera”), ormai anche lei abituata a ricevere la collaborazione delle abili mani del pianista fondatore di questo gruppo, di cui è particolarmente orgoglioso.

Unico pianista quindi con tre violiniste che hanno eseguito una sonata a testa. La serata è stata aperta dalla Kuzminaite con la monumentale Sonata in Do minore Op. 30 n° 2. Esecutrice assai solida nonostante la giovane età, ha reso perfettamente lo stile tempestoso beethoveniano in cui grande importanza viene data alla espressività timbrica con i contrasti improvvisi tra piani e forti.

Durante questo concerto numerosi sono stati gli applausi a scena aperta, al termine di alcuni singoli movimenti (senza attendere cioè il termine dell’intera composizione che in alcuni casi durava anche mezz’ora circa: gli spettatori hanno invece voluto manifestare il loro apprezzamento ogni qualvolta tutti gli esecutori meritavano tale affetto).

Anche la seconda violinista, Letizia Lauta, ha dato il suo valido contributo alla serata eseguendo la bellissima e giovanile Sonata in Re maggiore opera 12 n° 1. Artista assai sensibile ha dato il meglio di sé soprattutto nel secondo movimento (il tema con variazioni) dove è riuscita ad astrarsi completamente regalando al pubblico attento e silenzioso una gradevolissima e sognante interpretazione insieme a Scarangella che, grazie alla sua grande esperienza, ha saputo abilmente accompagnarla nel magico mondo del genio di Bonn con piglio deciso ma al contempo serenamente assecondante.

Ha concluso la serata Sabrina Di Maggio eseguendo una delle composizioni beethoveniane forse tra le più eseguite al mondo, e ci riferiamo alla Sonata opera 24 in Fa maggiore, meglio nota come “Primavera”, appellativo dato dall’editore dell’epoca. Le qualità tecniche ed espressive della Di Maggio, grazie anche alle sue numerose esperienze cui può già vantare (ha suonato finanche diretta più volte da Riccardo Muti!) hanno regalato all’affollato pubblico (che ha fatto registrare anche stavolta uno scontato e meritato Sold Out) una esecuzione assai apprezzata, precisa ed espressiva.

Questo concerto si è svolto nel bellissimo settecentesco Palazzo Cesena di Modugno (BA) grazie alla generosa ospitalità dei coniugi Caporusso che da molti anni mettono tale struttura a disposizione di eventi artistici, nel ricordo di Rocco Caporusso.

Nella foto allegata (da sinistra a destra) Kornelia Kuzminaite, Mario Valentino Scarangella, Letizia Lauta e Sabrina Di Maggio.

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