E’ Primavera, perche’ non entrare nel fantastico mondo del Turismo Equestre ?

Da quando ho avuto la fortuna e il piacere di conoscere il cavallo sono stato
pervaso da una suggestione, una sensazione, un’idea, un qualcosa che mi suggerisce
che questo animale è presente nel Creato per un preciso volere Divino.
Il cavallo, lo dico sempre anche agli amici che frequento nel nostro mondo,
sembra fatto appositamente ed espressamente per espletare la mansione, l’impegno, il
lavoro che assolve unitamente all’uomo.
Mi spiego meglio.
La sua conformazione fisica, questa grande testa, il collo possente, l’insellatura del
dorso, la folta criniera naturale appiglio per un uomo che sale a cavalcioni della
comoda, accogliere e naturale seduta della groppa.
La sua bocca, che sembra disegnata per accogliere l’imboccatura, la sensibilità
del costato dove il cavaliere, con l’aiuto delle gambe, impone l’attività o l’impulso per
farlo avanzare e per finire l’amabilità, la disponibilità di questo animale e la sua totale
dedizione alla volontà dell’uomo, nonostante la sua potenza e la sua forza.
Ed è per questo che presumo che qualcuno lassù, il giorno in cui ha creato le
bestie selvatiche, ognuna a seconda della loro specie, abbia pensato di regalarne una
particolare all’uomo: il cavallo.
Un animale da usare per attraversare, solcare e scoprire le grandi terre di questo
mondo, un animale forte e dolce, comprensivo e senziente. Gli antichi greci lo
immaginarono nella creatura mitologica del centauro dove l’uomo si fonde con la
bestia.
Pertanto, dal giorno in cui ho avuto la fortuna di appoggiare i miei glutei su
questo nobile animale, ho cercato di godere del meraviglioso privilegio e tutt’oggi
cerco di convincere anche i più scettici che non c’è nulla di più emozionante e
coinvolgente del fatto di cavalcare questo miracolo della natura che si chiama
cavallo, il quale, unito all’uomo, viene definito matematicamente binomio.
Vivere con esso quel contatto diretto ti porta con il tempo a relazionarti
direttamente, proiezione del tuo corpo, acceleratore delle tue sensazioni. In groppa ad
esso ti ritrovi più forte, sicuro, potente, veloce; dall’alto del suo corpo il tuo sguardo
scorge l’orizzonte e accorcia il tempo e lo spazio.
Penserete a parole esagerate e invece no. Si deve provare, pensare e riflettere
alle emozioni che questo animale ti lascia dentro e solo dopo è possibile dare un
parere franco, che sia comunque dettato dalla sincerità e non dalla paura.
Andiamo quindi a sviscerare, a capire quel gioco, quella ricetta che ci può
portare ad avvicinare un cavallo.
Dobbiamo trovare in noi curiosità, voglia di conoscenza, un pizzico di sana
incoscienza, amore per tutto ciò che in natura ci circonda e infine voglia di evadere
dal mondo tecnologico che ci opprime.
Curiosità, perché ci avviciniamo ad un animale che fondamentalmente
conosciamo pochissimo o solo attraverso delle immagini, ma che con sè porta una
storia e un universo immenso.

Voglia di conoscenza, conoscenza dell’arte del cavalcare, del rapporto con il
cavallo, della sintonia che l’uomo può raggiungere con questo animale,
semplicemente attraverso delle contrazioni muscolari.
Un pizzico di incoscienza, poiché come ho detto prima, per avvicinare questo
animale dobbiamo allontanare da noi la paura, la quale è apportatore di tensioni, di
contrazioni che il cavallo legge immediatamente e che all’inizio del rapporto possono
essere foriere di incomprensioni.
Infine, amore per la natura, perché il cavallo potrà fare da tramite ed
introdurci in quel mondo vero e naturale che senza rendercene conto stiamo
dimenticando, quel mondo che la tecnologia ci sta subdolamente rubando, rendendoci
suoi prigionieri.
Poche lezioni con un buon maestro, un po’ di buona volontà, un generoso
animale ed ecco che possiamo iniziare a fare la nostra prima passeggiata.
Al passo, senza fretta, guardandoci intorno, con il nostro cavallo possiamo
andare alla ricerca della campagna, la nostra campagna, che a volte da anni non si
vedeva più, che a volte ci accorgiamo di aver dimenticato.
Avete mai aperto un album di vecchie foto? Vi ricordate quella sottile gioia che
ci pervade nel rivederci più giovani, nel riconoscere un attimo, un momento che ci
riporta a tempi passati, magari alla nostra gioventù?
Questo spesso è l’effetto che fa il passeggiare a cavallo nei campi, sulle colline,
risentire vecchi odori, rivedere colori veri, di primavera, di estate di autunno, fiori di
campo, uomini al lavoro tra i tralci delle viti, la campagna che lentamente si modifica
nel suo stesso paesaggio.
Avere di fianco un compagno di viaggio, che probabilmente non avete mai
visto prima e con il quale condividere questi momenti, il giorno dopo o la settimana
dopo lo ritroverete e vi accorgerete che non è più uno sconosciuto, ma un amico.
Vi renderete conto che con lui non parlate di lavoro, di crisi, di banche, di
odiosi colleghi d’ufficio, ma improvvisamente il vostro linguaggio verterà sul mondo
dei cavalli, del loro carattere, della sella migliore per questa o quella occasione, di
questa meravigliosa giornata di sole da vivere all’aria aperta.
Questi sono i gravissimi sintomi che vi condurranno alla malattia, malattia che
in poco tempo vi legherà al meraviglioso universo del cavallo e dalla quale
difficilmente guarirete.
Passerà poco tempo e sentirete il bisogno di allontanarvi con il vostro animale
per più giorni e quindi con la compagnia che nel frattempo vi sarete fatti. Partirete
tutti insieme, voi ed i cavalli, per mete più lontane, per terre nuove, per nuove
conoscenze.
Vi aspettano giorni in mezzo ai boschi, vi aspettano strade di montagna dove
non circolano i mezzi meccanici, vi aspettano tappe in spazi erbosi dove, mentre il
cavallo bruca quell’erba dolcissima di quota, voi mangiate quel panino con la
mortadella del quale avevate perso ogni ricordo e magari in autunno la guida vi
accende un fuoco e vi cucina la bistecca al sasso.

Questi sono i trekking, giornate passate in piacevole compagnia in luoghi
incantati.
Non permettete che tutto ciò vi sfugga e se mai vi è passata per la testa l’idea di
avvicinare il cavallo. Non fatevi sfuggire queste occasioni, non è difficile, a volte
basta per iniziare solo un po’ di curiosità.

Maitre Randonneur – Cav. Luigi Conforti o.m.r.i.

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