Colpo di scena tra i dodici finalisti al Premio Strega 2025. Tra gli editori candidati spicca un’assenza non illustre, ma illustrissima: Einaudi. La storica casa editrice torinese è stata presente non solo nella dozzina, ma sempre nella cinquina finale, fin dal 2016. Non entra quindi in dozzina Nicoletta Verna con I giorni di vetro, buon successo di critica e di vendita, lasciando Einaudi per questo giro a guardare dopo tre vittorie in un paio di lustri: Le otto montagne di Paolo Cognetti nel 2017, Spatriati di Mario Desiati nel 2022 e L’età fragile di Donatella di Pietrantonio fresca vincitrice lo scorso anno.
Tra i dodici (semi)finalisti troviamo: quattro titoli di case editrici medio piccole, cinque donne e sette uomini tra gli autori. Questi i libri: Valerio Aioilli con Portofino blues (Voland); Saba Anglana, La signora meraviglia (Sellerio Editore); Andrea Bajani, L’anniversario (Feltrinelli); Carrieri, Poveri a noi (Ventanas); Deborah Gambetta, Incompletezza. Una storia di Kurt Gödel (Ponte alle Grazie); Wanda Marasco, Di spalle a questo mondo (Neri Pozza); Renato Martinoni, Ricordi di suoni e di luci. Storia di un poeta e della sua follia (Manni); Paolo Nori, Chiudo la porta e urlo (Mondadori); Elisabetta Rasy, Perduto è questo mare (Rizzoli); Michele Ruol, Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia (TerraRossa); Nadia Terranova, Quello che so di te (Guanda); Giorgio van Straten, La ribelle. Vita straordinaria di Nada Parri (Laterza).
I tre big sulla carta sono Nadia Terranova, Paolo Nori e Andrea Bajani, ma rimangono aperte le caselle per quarto e quinto finalista, tra i quali deve finire, come da regolamento, anche un titolo delle piccole media case editrici. Ma quello che lascia davvero perplessi è l’esclusione del bellissimo libro di Nicoletta Verna ” i giorni di vetro” edito appunto da Einaudi.
Nessuno se lo aspettava. L’esclusione di Nicoletta Verna dall’edizione 79 del Premio Strega è un piccolo terremoto. Il tempio di Adriano, dove è stata annunciata la dozzina, ha colonne solide, non verranno giù, ma il colpo è forte.
Paolo Repetti, alla direzione editoriale di Einaudi Stile libero, casa editrice che pubblica I giorni di Vetro di Verna, è visibilmente contrariato. Alla domanda “Se lo aspettava?” risponde senza tirarsi indietro: «L’esclusione di Nicoletta Verna dalla dozzina del Premio Strega sorprende e dispiace. È una scelta difficile da comprendere per chi riconosce in lei una delle voci più solide e originali della narrativa italiana contemporanea. Chi ha preso questa decisione – legittimamente, secondo le regole del Premio – ha adottato un criterio che non condivido, ma che rispetto. Per fortuna, la letteratura ha un tempo e un pubblico che vanno oltre qualsiasi giuria».
Negli ultimi anni Einaudi è stata sempre protagonista del Premio. Donatella Di Pietrantonio, Mario Desiati, Francesco Piccolo, sono alcuni dei nomi saliti in vetta.
Era già successo in passato che libri Einaudi non fossero tra i finalisti: nel 2010, nel 2013 e nel 2016. Stavolta però la differenza la fanno le aspettative. Verna, proposta da Elena Stancanelli, è autrice di un romanzo ambientato ai tempi del fascismo che ha al centro Redenta, donna coraggiosa che non si dimentica.
Nonostante tutto Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci, sembra tranquillo. Alla domanda: è stata una decisione sofferta all’interno del comitato direttivo l’esclusione di Verna? Risponde così: «C’è stata una discussione su di lei, su Michele Masneri e su Paolo Di Mino ma alla fine ci siamo lasciati sorprendere dalle discussioni degli Amici della domenica. La dozzina è il risultato di una convergenza del comitato».