I Papabili analizzati dalle agenzie dei bookmaker londinesi, saranno tutti progressisti o quasi.
Louis Antonio Tagle, il faro guida del Dicastero per l’evangelizzazione, spunta tra i possibili successori do Papa Francesco, insieme all’italiano Pietro Parolin, seguito da Pierbattista Pizzaballa e dall’ungherese Peter Erdo. Nomi, contrattazioni e consultazioni, il Conclave si prepara a disegnare il Dopo Bergoglio, tra la via progressista e quell’impronta europeista che ha sempre contraddistinto la chiesa nella sua secolare attività di evangelizzazione e trasmissione del messaggio di Cristo.
Ci sarebbe anche la chiesa africana che porta i suoi papabili, Fridolin Ambongo Besungu, Peter Trukson e Robert Sarah, la chiesa dell’austerità e della sacralità della famiglia legata al binomio uomo e donna, contrapposta all’ala progressista e sostenitrice del cammino pastorale della chiesa rivolto verso la sua secolare missione: evangelizzare, pregare e accogliere chiunque abbia bisogno dell’amore di Cristo e di Dio Padre.
Tuttavia la missione di Jorge Bergoglio al suo tempo, Papa Francesco ha avuto i risultati sperati, portando un vento rivoluzionario, seppur a tratti, nella Chiesa di Roma.
Nello scenario internazionale, Papa Francesco ha ridefinito il ruolo del Vaticano, con una visione meno eurocentrica e più attenta alla ridefinizione del sud globale, con una particolare attenzione alle periferie del mondo e alle sfide globali. Nel secolare protocollo della Universi Dominici Greci, saranno 135 i rappresentanti cardinali del collegio cardinalizio che eleggeranno il nuovo papa, 55 sono europei con il netto vantaggio europeista all’interno del Soglio Pontificio e una quota di rappresentanza pari al 40,7%. Al di la della maggioranza europea, Africa, Asia e America Latina, saranno le più rappresentate in questa tornata elettorale nel Conclave, il collegio cardinalizio riserva una quota pari al 50,3% nell’insieme e rispetto al 2013, quando l’Europa dei porporati ricopriva le quote più rappresentative (52,2%). Francesco ha concluso il suo pontificato portando la Chiesa, verso un assetto meno eurocentrico.
Tutto si incentra sulle priorità globali nel dopo Bergolgio, con Asia, Africa ed Europa che si contenderanno tra il 5 e 10 Maggio il Soglio Pontificio.
Nel dopo Bergoglio per la Santa Romana Chiesa, sarà importante rispondere alle nuove sfide globali, che saranno messe nelle mani del futuro successore di Papa Francesco. L’Africa, chiede e rimarca la sua centralità con il candidato ghanese Peter Tukson, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e faro guida dell’Africa, continente chiave del cattolicesimo, sia per l’incremento demografico, sia per quanto riguarda l’aspetto spirituale della dottrina pastorale cristiana. Gli accentratori Besungu e Sarah, non hanno raggiunto ancora un quorum significativo per l’eleggibilità al Soglio Pontificio.
Per l’Asia il progressista Louis Antonio Tagle, sarebbe l’ideale per testimoniare la vena progressista vaticana, portata da Papa Francesco e in ultima analisi, sarebbe il ruolo più rappresentativo per il dinamismo cattolico nel continente asiatico e potrebbe diventare il secondo papa del sud globale.
Pietro Parolin segretario di stato del Vaticano, rappresenterebbe l’Europa Occidentale e garantirebbe continuità nella missione di Papa Francesco.
Peter Erdo rappresentante dell’Europa Centrale e ungherese, sarebbe un altro papabile, ponte di continuità di dialogo tra la chiesa ortodossa e la chiesa cattolica.
Insomma, ciascun candidato porta il suo retroterra culturale e significativo racchiuso in un solo e unico messaggio: la chiesa per tutti, di tutti e rivolta verso Dio e gli uomini. Sarà il volere di Papa Francesco che ha dedicato il suo pontificato all’attenzione verso gli ultimi, con una chiesa aperta e pronta a rispondere alle sfide globali. Ultimo sarà il Conclave.