di Domizia Di Crocco, docente e giornalista

Viviamo nell’epoca dell’iperconnessione, eppure mai come oggi ci confrontiamo con forme sempre più diffuse e insidiose di analfabetismo. Non più solo quello tradizionale, legato alla lettura o alla scrittura, ma quello funzionale, emotivo e soprattutto digitale, che colpisce adulti e ragazzi, e che mina alla base il patto educativo tra scuola, famiglia e società.

Nelle mie classi, come in tante altre realtà italiane, osservo bambini e adolescenti perfettamente in grado di usare un dispositivo, ma incapaci di decodificare un testo, sintetizzare un’informazione, o comprendere il senso profondo di una notizia. Sanno “navigare”, ma non leggere. Copiano, ma non rielaborano. Scrivono, ma non comunicano.

La scuola è diventata spesso un luogo di resistenza. Resistenza alla velocità, alla distrazione sistemica, alla frammentazione. Ma non può farcela da sola. Gli insegnanti sono oggi chiamati non solo a “istruire”, ma a decostruire gli automatismi digitali e ricostruire competenze cognitive e relazionali fondamentali: l’ascolto, la memoria, l’attenzione, l’empatia.

La colpa non è del digitale in sé, ma di come lo abbiamo lasciato entrare nella vita dei più giovani senza filtri educativi. La pandemia ha accelerato un processo che già era in corso: la scuola si è digitalizzata, ma in molti casi si è smaterializzata anche sul piano della presenza, del senso, della relazione.

Oggi, il rischio più grande è quello di normalizzare l’inconsapevolezza. Di educare generazioni di studenti “iperinformati” e allo stesso tempo incapaci di elaborare un pensiero critico. In questo scenario, il ritorno a un’educazione profonda, radicata nei linguaggi, nei simboli e nella lentezza, non è un atto nostalgico, ma un’urgenza politica e culturale.

La scuola ha bisogno di alleati: famiglie consapevoli, media responsabili, istituzioni coraggiose. Altrimenti, continueremo a diplomare ragazzi sempre più “bravi” ad aggirare le domande, ma sempre meno capaci di porsi le domande giuste.

Chi è l’autrice

Domizia Di Crocco è docente di pedagogia e didattica speciale, giornalista freelance, autrice di saggi satirici e inchieste sul mondo politico-culturale italiano. Ha scritto per numerose testate nazionali e internazionali e ha all’attivo diversi progetti editoriali. Vive e lavora tra Roma e il mare, con uno sguardo critico e ironico sulla società contemporanea.

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