Un uomo tra la gente: l’eredità di Papa Francesco

Papa Francesco non è stato solo il primo Papa venuto “dalla fine del mondo”, come disse lui stesso affacciandosi dalla loggia di San Pietro nel 2013. È stato, soprattutto, il Pontefice della gente, il volto umano della Chiesa, l’uomo capace di sorridere a un bambino, di inginocchiarsi davanti a un carcerato, di abbracciare senza paura i poveri e i malati.

Con la sua semplicità, il suo linguaggio diretto, la sua instancabile sete di giustizia e di misericordia, Francesco ha parlato al mondo intero. Ha aperto porte e abbattuto muri, ricordandoci che la fede non si misura nei palazzi dorati, ma nel pane condiviso, nella carezza data, nella parola di conforto detta sottovoce.

Oggi, mentre attendiamo di salutarlo per l’ultima volta, il suo insegnamento rimane vivo, scolpito nei cuori di milioni di persone.

Roma oggi è diversa

Nelle strade, nei volti, nell’aria stessa si sente che sta accadendo qualcosa di grande e doloroso. È il giorno in cui ci prepariamo a dare l’ultimo saluto a Papa Francesco, il Papa che ha saputo farsi prossimo a tutti, senza barriere.

Mentre il sole si alza piano su Piazza San Pietro, la folla cresce. Gente arrivata da ogni angolo d’Italia, dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia, tanti stretti tra loro come in un abbraccio silenzioso. Alcuni tengono tra le mani una croce di legno, altri una foto consumata dal tempo, qualcuno solo un pensiero nel cuore.

Papa Francesco aveva chiesto funerali semplici, senza lussi né cerimonie pompose. E anche ora, da uomo umile quale è sempre stato, continua a insegnare l’essenza delle cose: la vita vera è fatta di amore, di rispetto, di servizio.

Mentre attendiamo l’inizio della celebrazione, l’emozione è tangibile. Le lacrime scendono senza vergogna, perché in fondo non stiamo solo piangendo un Pontefice, ma un amico, un padre, un fratello.

f.to di MSN

In questi anni ci ha insegnato a non avere paura di sporcarci le mani, a vivere una fede che non giudica ma accoglie. Ci ha ricordato che la vera grandezza sta nell’umiltà, nella gentilezza, nella capacità di non voltare le spalle a chi ha bisogno.
Tra poco, le campane suoneranno e la Basilica di San Pietro si riempirà di canti e preghiere. Sarà un momento forte, intimo, universale. Un momento che non dimenticheremo.

Perché se oggi salutiamo Papa Francesco, sappiamo anche che il suo spirito resterà: nei gesti piccoli, nei sorrisi sinceri, nella voglia di credere ancora che un mondo più umano è possibile.

Grazie, Francesco. Non ti dimenticheremo.

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