Delle statuette venute alla luce a Creta e riconoscibili come sesso differente, la grande maggioranza è a soggetto femminile culminato nella iconica “dea madre”.
statuine in terracotta di donne dai grandi seni 1700-1400 a.C. (Heraklion Museum)
Perché il numero di statuette femminili del Neolitico è più di quattro volte maggiore di quelle maschili? Alcune femministe hanno ipotizzato un passato con predominio femminile nella religione e in altri campi della cultura preistorica. Donne Mediterranee, eredi delle Veneri del Paleolotico con grandi seni e grossi fianchi, la cosiddetta steatopigia che si ritrova anche nelle conformazione delle terracotte del Neolitico.
Le statuette della “Dea dei Serpenti” che abbiamo fotografato, nel Museo cretese, prendono il nome dai serpenti che si avvolgono attorno al corpo e alle braccia della figura più grande, e dai due serpenti che la figura più piccola tiene tra le mani alzate. I serpenti simboleggiano il carattere ctonio del culto della dea, mentre la creatura felina sulla testa della figura più piccola suggerisce il suo dominio sulla fauna selvatica. Le dee indossano abiti lussuosi, costituiti da una lunga gonna a balze, un grembiule ricamato e un corpetto aderente che espone i seni prosperosi simbolo della fertilità delle donne, della dea e, di conseguenza, della natura stessa.
I soggetti femminili sono preponderanti anche negli affreschi minoici del palazzo di Knossos, Esiodo ci riporta che le prime generazioni di divinità erano dominate da figure femminili messe in minoranza dalle seguenti divinità dell’Olimpo greco.
Religioni successive e in particolare il Cristianesimo hanno dimostrato che ci può essere il culto della madre anche laddove infuriano predominio maschile e persino misoginia.
I reperti archeologici ci raccontano molto del passato ma una risposta sul prevalere del Matriarcato oltre tremila anni fa, sembra impossibile da trovare.
Umberto Palazzo
Editorialista de Il CorriereNazionale,net
Cultore di Storia della Sessualità