Grottaglie (Taranto) – Il capogruppo del Partito Democratico nel consiglio comunale è stato espulso dal partito. 

Ecco l’Intervento nella seduta del Consiglio comunale del 28/4/25

Quello che è successo nel PD di Grottaglie, con l’avvallo e il colpevole silenzio della segreteria provinciale, è qualcosa di grave e preoccupante perché non è mai accaduto che una questione squisitamente politica venga utilizzata addirittura per l’espulsione dal partito di uno storico militante.

Ufficialmente sono accusato dalla segreteria locale di aver votato contro il DUP e il Bilancio di previsione facendo finta di dimenticare che, essendo il Bilancio l’atto politico per eccellenza di una amministrazione, è naturale che un consigliere di opposizione voti contro motivandolo con argomenti esclusivamente  politici così come avvenuto in tutti questi anni.

Insomma non vi era nessuna novità rispetto al voto ai bilanci dal 2021 fino ad oggi in quanto non c’è alcun atto che sancisca l’ingresso del PD nella maggioranza per giustificare un voto favorevole al Bilancio.

Anzi la segreteria locale ha persino ignorato e ostacolato un “percorso” di aggregazione del centrosinistra previsto dal documento congressuale del 2023.

Perché in realtà nel PD sono tutti favorevoli a lavorare per ricompattare il centrosinistra soprattutto alla vigilia di appuntamenti elettorali importanti. Per questo il congresso ha individuato un “percorso” per raggiungere questo obiettivo.

In realtà è il sindaco che non vuole questo percorso perché, con un partito come il PD non ci può essere una semplice annessione. Bisogna aprire delle trattative e scendere a compromessi, magari con l’azzeramento della giunta ed entrando anche nel merito di scelte che il PD ha criticato.

Ma questo non lo permette il sindaco perché così perderebbe il potere di fare e disfare a proprio piacimento guardando solo alle sue ambizioni personali.

La conferma viene proprio dalla recente verifica amministrativa aperta e chiusa dal sindaco che ha escluso (ed umiliato) il PD sancendo l’estromissione dall’esecutivo di tutti i partiti dando vita ad una Giunta formata esclusivamente da liste civiche.

Tutto ciò è avvenuto con l’avvallo delle segreterie locali e provinciali, ma contestate da metà partito che chiede le dimissioni di segretario e segreteria.

Da qui la guerra e la punizione al proprio capogruppo che in questi anni ha evidenziato e tentato di contrastare le scelte più deleterie per la città.

Il capogruppo è stato l’unico consigliere del PD che si oppone, allo scempio urbanistico a danno della città con la brutale aggressione al territorio, all’ambiente e al paesaggio? Ebbene sì, mi riferisco alla proposta di un Accordo di Programma, a quel “pacchetto” confezionato a Bari, che puzza di speculazione edilizia.

Infatti, quel “pacchetto”, prevede un considerevole consumo di suolo (oltre 42.000 mq.) per la realizzazione di un centro commerciale.

Tutto ciò è palesemente in contrasto con l’impegno a contribuire al contrasto al cambiamento climatico. Impegno sancito con l’approvazione da parte del Consiglio comunale del PAESC che impone di ridurre le emissioni di CO2, di almeno il 55% entro il 2030 limitando il consumo del suolo e incentivando la presenza di verde.

Eppure in quell’area, in alternativa alla colata di cemento, bastava attuare quanto scritto nelle Linee Programmatiche di Mandato approvate dal Consiglio comunale che prevedono una “Progettazione e realizzazione di una cinta verde che miri ad abbattere i detrattori paesaggistici creando un continuum tra città e campagna”.

Un intervento che destabilizza il sofferente settore del commercio di prossimità, oltre a stravolgere il paesaggio. Ma soprattutto stravolge il PRG ed il Piano Cervellati che quell’area prescrivono sia destinata a servizio dello storico Quartiere delle Ceramiche.

Il capogruppo consiliare ha assunto un comportamento coerente e rispettoso del mandato elettorale e del documento congressuale approvato all’unanimità nel 2023 che prevedeva di affrontare questioni fondamentali come la eccessiva tassazione IMU nei confronti dei proprietari dei Comparti C, o di superare la odiosa discriminazione salariale e contrattuale subita dai dipendenti della impresa Teorema (AVR).

Il capogruppo ha criticato il partito locale e provinciale per non avere avuto il coraggio di denunciare un comportamento antistituzionale del sindaco che, nel 2024, ha “imposto” alla sua maggioranza e al presidente del consiglio comunale (del PD) di non partecipare al voto alle elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale per il biennio 2024–2026 impedendo così di esercitare un diritto costituzionale e di eleggere un rappresentante di Grottaglie.

Il capogruppo consiliare PD ha più volte denunciato (con l’imbarazzante silenzio del partito) l’enorme ritardo dell’amministrazione nell’approvazione del Piano Sociale di Zona 2022-2024 oltre alla soppressione del Centro Aperto Polivalente per Anziani, unica sede di aggregazione per gli anziani.

E ci sarebbero tanti altri motivi ed è per questo che bisognava tacitare e “punire” il proprio capogruppo con l’espulsione dal partito.

Ma, di una cosa possono stare certi. In Consiglio comunale, a differenza degli storici trasformisti presenti nel PD, continuerò a svolgere il mio mandato da Consigliere come sempre coerente e rispettoso del mandato conferito dagli elettori.

Francesco Donatelli Consigliere Comunale di Grottaglie

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