Presso la reggia di Caserta, il 29 aprile del 1945, la Germania firmava la sua resa incondizionata. Finiva il secondo conflitto mondiale

Nella sala di rappresentanza di Astrea, nella reggia di Caserta, alla presenza di delegati della Gran Bretagna, degli Stati Uniti e di un osservatore dell’Unione sovietica, la Germania nazista   firmava la sua resa incondizionata il 29 aprile del 1945. La resa sarebbe divenuta operativa il 2 maggio successivo.

I tedeschi, in questo documento ufficiale, rappresentavano anche, muniti di delega, la Repubblica Sociale Italiana.

La delega, firmata dal ministro della Difesa fascista, Rodolfo Graziani, era motivata dal mancato riconoscimento, da parte degli alleati, dello Stato italiano, considerato fantoccio.

Un’ulteriore onta per l’Italia di quei tempi, il cui governo non era ritenuto in grado di stipulare accordi internazionali, né tanto meno la propria resa.

Un giorno da ricordare

Furono tanti gli avvenimenti che scrissero la storia dell’Italia in quel fatidico 29 aprile del’45. Un’Italia provata dalle rappresaglie tedesche dopo l’armistizio del’43. Divisa in due, abbandonata al suo destino dalla fuga del nostro re.

E, se il Nord scrisse una pagina di storia poco onorevole con l’ostentazione dei cadaveri di Mussolini e della sua amante, Claretta Petacci, appesi a testa in giù, a Piazzale Loreto, in una Milano provata dall’insurrezione militare, il Sud  vide il documento ufficiale della fine del secondo conflitto mondiale.

Finiva un incubo durato ben 5 anni, mentre l’esultanza dilagava ovunque, prevalendo sullo smarrimento e sull’incertezza del futuro.

Il bilancio? Terribile. Migliaia le vittime di questa guerra che aveva ridotto in miseria il nostro Bel Paese. E tra le rovine che ancora odoravano di morte, tra le macerie di una quotidianità devastata dalla paura, ci si aggirava con la speranza di un cambiamento radicale. Di un futuro migliore.

A Caserta, l’ultimo atto

Caserta diventava così il fulcro della pace. Di quella pace tanto attesa, tanto sperata, le cui trattative erano iniziate già nel marzo del ’45 in forma segreta.

Nella Reggia di Caserta, nelle sale adorne dell’antico splendore borbonico, si compiva l’ultimo atto di una tragedia che aveva seminato lutti e distruzione ovunque e  non solo in Italia.

La Germania si arrendeva e, con la morte di Mussolini, finiva il ventennio fascista. C’era il passato da dimenticare e il futuro da costruire. Ma le ferite erano profonde e sarebbero rimaste per sempre

 

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