Fin dalla notte dei tempi, la maggior parte degli esseri umani si è cucita addosso la maschera di qualcun altro per essere accettata. È un sistema di difesa naturale che nasce dalla convinzione che, più ci si omologa a una determinata “società”, più si è sicuri di essere benvoluti. Questo fenomeno ha toccato il suo apice nell’era dei social, dove la vita “virtuale e farlocca ” prende il posto di quella reale, e ciascuno recita un ruolo che non gli appartiene, in una messa in scena infinita. Viviamo schiacciati da canoni imposti – di bellezza, di comportamento, di successo – e, nel tentativo di aderirvi, perdiamo pezzi della nostra autenticità. Ma ogni tanto, in mezzo al grigiore dell’omologazione, spunta qualcuno che le maschere le usa per mostrarsi davvero, che cambia volto per urlare chi è. Uno di questi è Pasquale Zonno, imprenditore di successo di San Pietro Vernotico, che ha fatto del trasformismo non solo un’arte, ma una vera e propria forma di resistenza culturale. Un uomo dal cuore grande e dall’umiltà profonda, doti preziose che non tutti hanno.

Il trasformismo come rinascita

Nella vita quotidiana, Zonno dirige un’azienda un performer capace di imitare chiunque – da Albano a Malgioglio, da Sgarbi a Soler – con una vena surreale e un’ironia tagliente. Il suo percorso, però, nasce dal dolore. Due eventi fondamentali segnano la sua trasformazione: la fine di una lunga relazione e la morte improvvisa dell’amico fraterno Stefano Cacudi. La sofferenza, invece di piegarlo, lo sprona a reinventarsi. È in quel momento che Pasquale comprende di dover “tornare alla vita”, e lo fa con la forza travolgente del travestimento.

La nascita dello “Zonno Cacudi Show”

Pasquale e Stefano condividono la passione per un intrattenimento fuori dagli schemi. Stefano è il vocalist estroverso, Pasquale il trasformista timido ma spregiudicato. Insieme animano feste sulle spiagge e negli stabilimenti, travolgendo il pubblico con performance trash, irriverenti e sempre sorprendenti. Nasce così lo Zonno Cacudi Show, un format esplosivo che unisce ironia, parodia e critica sociale, conquistando club salentini e poi palcoscenici in tutta Italia. Il 23 luglio 2010, però, un tragico incidente strappa Stefano alla vita. Per Pasquale è uno shock devastante, ma anziché abbandonare tutto, decide di continuare. Non per sé, ma per onorare l’amico. Lo show diventa un’associazione, i travestimenti uno strumento per fare del bene. Gli spettacoli raccolgono fondi per cause benefiche, coinvolgono decine di giovani e trasformano l’assurdo in un motore di solidarietà.

Il museo del trasformismo e la rinascita social

Zonno non si ferma. Trasforma un suo locale in un museo vivente del trasformismo, pieno di costumi, parrucche e oggetti di scena. È un luogo di memoria e creatività, che diventa anche la sua casa. Ogni angolo racconta una storia, un personaggio, una battaglia vinta contro la normalità. Nel 2011 incontra Giampaolo Catalano Morelli, attore e performer rientrato da Roma, con cui dà vita a una nuova fase del progetto. Con il gruppo Party Zoo Salento, e il mitico “Francesco Mille Lire”, realizzano video virali e parodie che spopolano sul web. Bersaglio: i vezzi e i difetti della società moderna. Metodo: l’esagerazione. Obiettivo: far riflettere attraverso la risata. Pasquale, con la sua mimica, la sua gestualità e quella libertà espressiva senza freni, è la punta di diamante di una comicità dissacrante ma autentica.

Dietro la maschera, un uomo autentico

Chi pensa che il trasformismo sia solo finzione, non conosce Pasquale Zonno. Le sue maschere non servono a nascondersi, ma a rivelarsi. A raccontare – con parrucche, trucchi, costumi e tanta improvvisazione – le contraddizioni di un mondo che impone ruoli e poi condanna chi non vi si adatta.  Nei suoi spettacoli non c’è copione: tutto nasce dalla spontaneità, da quell’istinto teatrale che Pasquale trasforma in empatia scenica. Ogni personaggio – anche il più estremo è un modo per entrare nei panni dell’altro, per viverne le emozioni e restituirle al pubblico in chiave ironica, a volte commovente. La sua è una comicità agrodolce, che fa sorridere ma anche pensare. Zonno smonta i cliché, crea personaggi caricaturali che diventano specchio di una società ossessionata dall’apparenza. Un uomo dal grande coraggio: quello di mostrarsi, sempre, anche travestito.

Una Mini Cooper, Homer Simpson e un’amicizia eterna

Oggi Pasquale viaggia su una Mini Cooper. Sul sedile del passeggero siede sempre Homer Simpson, a grandezza naturale. Nessuno può occupare quel posto, perché lì siede ancora Stefano. È con lui che Pasquale parla ogni giorno, a lui dedica ogni trasformazione. In quel pupazzo grottesco c’è il ricordo di un’amicizia che ha saputo trasformare il dolore in arte, la mancanza in missione, la maschera in verità.

Dal Festival di Sanremo al Tattoo Festival: un 2025 da protagonista

Il 2025 segna un anno di consacrazione per Zonno anche a livello nazionale. Nel febbraio 2025, ha partecipato al Festival di Sanremo nei pressi dell’Ariston, regalando momenti esilaranti a fan, turisti e follower digitali, tra incursioni comiche, travestimenti e improvvisazioni diventate virali sui social. Pochi mesi dopo, è stato ospite d’eccezione al Tattoo Festival 2025 di Lecce, presso il Palafiere di Piazza Palio, dove ha allestito il suo museo del trasformismo con performance dal vivo. Il risultato? Sold out, applausi a scena aperta e bambini e adulti incantati. Una dimostrazione ulteriore che, quando c’è cuore e autenticità, il travestimento diventa arte capace di unire, far ridere e commuovere.

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