Zelensky avverte di “non poter garantire la sicurezza” dei leader internazionali ,che saranno ospiti di Putin a Mosca per gli 80 anni della vittoria sovietica nella Seconda guerra mondiale, il 9 maggio. Un drone navale ucraino avrebbe distrutto  un caccia Sukhoi 30 dell’aviazione di Mosca usando un missile R73. Rischio nucleare altissimo , ma inattivabile a causa dell’elevatissimo sviluppo del settore. Nessuno avrebbe la capacità di un secondo colpo. Cresce invece il rischio di crash finanziario con un debito  globale ,che ha raggiunto il 333 % del PIL mondiale. L’anno  trascorso è risultato il più caldo da quando si misurano le temperature. L’aumento di temperatura di +1,54 °C rispetto al periodo preindustriale è un dato molto preoccupante, ma ancora non implica il superamento del limite previsto dell’accordo di Parigi. Anche in Italia l’anomalia registrata è stata record, pari a quella del 2022, pari a +2,24°.

La pace si allontana ma i rischi per il pianeta non derivano dalla guerra scatenata in un mondo che tra terra, mare, spazio è in grado di attivare circa 12.000 testate nucleari. Ordigni trasportati da missili intercontinentali con base a terra (ICBM) su sottomarini (SLMB), bombardieri strategici, missili ipersonici plananti, detonazioni nucleari, con effetti elettromagnetici (EMP) e radioattivi specialmente nelle orbite a bassa quota terrestre (Low-Earth Orbit, LEO). Stupida e inesistente nel glossario concordato dalle potenze nucleari membri del trattato di non proliferazione, né nell’ultima edizione del dizionario dei termini militari del ministero della difesa americano la differenza tra armi nucleari tattiche e quelle strategiche. Stessi effetti: palla di fuoco”, onde d’urto distruttive, impulso elettromagnetico, radiazioni nucleari, fallout radioattiva.

Questa settimana, Washington e Kiev hanno firmato un accordo sui minerali che garantisce agli Stati Uniti una quota delle entrate ucraine derivanti dalle risorse naturali del paese, una mossa che potrebbe rappresentare un passo avanti verso un processo di pace.

Trump ha fatto pressioni sull’Ucraina affinché accettasse un cessate il fuoco, che permetterebbe alla Russia di mantenere il controllo dei territori occupati e di riconoscerne formalmente, la Crimea, come territorio russo. Dopo tre estenuanti anni di guerra, potrebbe sembrare che consolidare un cessate il fuoco con la Russia sia una priorità assoluta per Kiev. “Eppure non è così che la vedono gli ucraini”.

Basta leggere cosa scrive la giornalista Nataliya Gumeryuk. L’Ucraina potrebbe prendere in considerazione un accordo di pace se “le venisse offerta l’adesione alla NATO, le venissero fornite armi sofisticate sufficienti per difendersi in futuro, entrasse a far parte dell’Unione Europea e ricevesse dall’Occidente tutti i finanziamenti necessari per la ricostruzione”. Gli ucraini ha aggiunto “considerano il continuare a combattere incomparabilmente meglio del terrore dell’occupazione russa”.

Il mondo ricorda le parole pronunciate da Trump verso Zelensky nello Studio Ovale a febbraio : “ non avresti mai dovuto iniziare” . Trump ha usato queste parole per incolpare Zelensky, dell’invasione russa nel 2022.

Trump non è il solo a credere , che la colpa non risieda nella Russia. Lo storico britannico Jonathan Haslam concorda in questo senso. Ma a differenza di Trump, non attribuisce la colpa all’Ucraina, ma considera il colpevole nel suo libro,: “La colpa è degli Stati Uniti”. Secondo Haslam , gli USA hanno spostato “bagaglio e bagagli nella sfera d’influenza sovietica e, in effetti, sul suolo ex sovietico” dopo la fine della Guerra Fredda, e “gli americani coinvolti in questa impresa sapevano esattamente cosa stavano facendo”, ovvero inimicarsi la Russia . Haslam sostiene che la Russia ha reagito in quel modo perché voleva impedire una possibile espansione della NATO in Ucraina. Sottolinea che Putin, divenuto presidente nel 1999, ha comunque atteso “più di un decennio, fino al 2014, per impadronirsi della Crimea”, tra le altre ragioni per impedire alle navi della NATO di attraccare nel suo porto principale, Sebastopoli. Haslam non è il primo ad accusare Washington. Diversi autori lo hanno fatto in seguito all’annessione della Crimea nel 2014.

In un libro scritto dal politologo Mearsheimer si affermava che “la radice del problema è l’allargamento della NATO, l’elemento centrale di una strategia più ampia per spostare l’Ucraina fuori dall’orbita russa e integrarla in Occidente”.

Perché la pace diventa difficile e complessa ? Perché Putin ha chiarito che, qualsiasi accordo di pace in Ucraina deve affrontare quella che considera la causa originaria della guerra: l’allargamento della NATO. E se Trump considera l’Ucraina l’aggressore e la Russia la vittima, potrebbe concedere molto a Mosca.

Nel libro di Haslam si legge che l’allargamento della NATO dopo la guerra fredda  non solo ha minacciato la Russia, ma ha anche violato gli impegni occidentali contro un simile passo.

Secondo Haslam, è un “fatto” che “ai russi fu promesso autorevolmente che la NATO non si sarebbe espansa a Est”, non da ultimo durante i colloqui del 1990 sulla riunificazione della Germania dopo il crollo del Muro di Berlino. I leader occidentali dovettero negoziare con Mosca per procedere alla riunificazione tedesca, a causa del modo in cui si era conclusa la Seconda Guerra Mondiale.

La Germania nazista si era arresa incondizionatamente, il che significava che non c’erano limiti o date di scadenza per i diritti di Francia, Unione Sovietica, Regno Unito e Stati Uniti come potenze occupanti. Perché la Germania divisa potesse riunirsi, avrebbe dovuto persuadere tutte e quattro le potenze a rinunciare ai diritti acquisiti dai vincitori del 1945. I leader occidentali erano disposti a rinunciare a quei diritti , in particolare il Primo Ministro britannico Margaret Thatcher, più a malincuore di altri quindi la sfida era convincere i sovietici. L’Occidente avrebbe dovuto offrire qualcosa in cambio, e nel febbraio del 1990 il Segretario di Stato americano James Baker visitò Mosca e convinse Gorbaciov Secondo il resoconto personale scritto da Baker, egli lanciò un’indagine sotto forma di una domanda ipotetica al leader sovietico Gorbaciov ad avere una Germania unificata legata alla NATO, con la garanzia che la giurisdizione della NATO non si sarebbe spostata di un pollice verso est dalla sua posizione attuale. Dichiarazioni simili di altri leader occidentali si sono rivelate promesse di non allargamento poi tradite.

Come finirà? Senza la modifica delle “ invarianti “ poste da Putin e Zelensky la guerra non finirà mai! I rischi letali provengono da ambiti diversi dalla guerra.

Dalla Rivoluzione Industriale a metà del 1800, le società hanno prodotto quantità sempre maggiori di anidride carbonica e altri gas che intrappolano il calore, principalmente bruciando combustibili fossili. Questi gas permangono nell’atmosfera per decenni, se non secoli, e ora ce ne sono in quantità maggiori che in qualsiasi altro periodo degli ultimi 4,3 milioni di anni. Di conseguenza, le temperature stanno aumentando vertiginosamente. Ognuno dei dieci anni più caldi della storia registrata si è verificato nell’ultimo decennio, con il 2023 in testa. Nell’accordo di Parigi del 2015, 196 paesi e organismi internazionali, tra cui Cina, Stati Uniti e Unione Europea, si sono impegnati a limitare l’aumento della temperatura media globale a meno di due gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, e preferibilmente a 1,5 gradi. Ma gli impegni necessari per raggiungere questi obiettivi devono ancora essere assunti, per non parlare dell’attuazione.

Inoltre, il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), gruppo di scienziati incaricati di informare i negoziati ONU  sul clima, mostrano che ogni decimo di grado di riscaldamento superiore a 1,5 ha un impatto significativo. Temperature più elevate, ad esempio, aumentano l’intensità di uragani e cicloni, così come di inondazioni interne e costiere, incendi boschivi e ondate di calore estreme. Recenti valutazioni del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente concludono che entro il 2100 il pianeta raggiungerà i tre gradi sopra i livelli preindustriali, a meno che non vengano rafforzate le attuali politiche.

I disastri meteorologici estremi si verificano già con maggiore frequenza. Catastrofi da miliardi di dollari, tra cui incendi boschivi, forti tempeste e inondazioni, si sono verificate in media ogni due o tre mesi negli ultimi due decenni del XX secolo negli USA . Ora si verificano in media ogni due o tre settimane.

Oggi un nuovo fronte populista si sta aprendo nella politica occidentale. I leader anti-establishment stanno prendendo di mira con disprezzo gli sforzi per scongiurare il riscaldamento globale. I tentativi di frenare il cambiamento climatico rappresentano un bersaglio quasi perfetto per la retorica populista e le teorie del complotto, perché le politiche per ridurre forzatamente le emissioni di carbonio si basano su conoscenze specialistiche, aumentano i costi per la gente comune, richiedono una cooperazione multilaterale. Crescono l’accelerazione per il cambiamento climatico.

L’altra emergenza parimenti letale è che l’economia mondiale sta scivolando verso una «confluenza senza precedenti di crisi economiche, finanziarie e del debito», a seguito dell’esplosione di deficit, prestiti e leva finanziaria negli ultimi decenni. Lo scrive Nouriel Roubini che, in suo recente saggio dove parla di inevitabile crash. IL debito globale quello di famiglie, imprese , società , del settore finanziario e settore pubblico è passato dal 200% nel 1999 al 333% del PIL mondiale di oggi. In valore assoluto 315 mila miliardi dei quali 100 mila sono debito pubblico. Roubini osserva che Il “ debito può stimolare l’attività economica se chi lo contrae investe in nuovi capitali (macchinari, case, infrastrutture pubbliche) che producono rendimenti superiori al costo del prestito stesso” . Ma “molti prestiti vanno semplicemente a finanziare la spesa per consumi al di sopra del proprio reddito su base persistente e questa è una ricetta per la bancarotta”. Inoltre “ gli investimenti in capitale possono anche essere rischiosi, sia per una famiglia che acquista una casa a un prezzo artificialmente gonfiato, per una società che cerca di espandersi troppo rapidamente indipendentemente dagli utili, o per «un governo che sta spendendo i soldi in progetti stravaganti ma inutili”. Basta guardare il caso italiano per trovare molti riscontri.

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