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di Canio Trione
Si sono chiamati “proletari” perché la loro unica ricchezza erano i figli, la prole. La progenie forniva braccia a buon mercato per accrescere la produzione della piccola impresa di famiglia o di quella del datore di lavoro; e questo era un provento aggiuntivo con pochi costi.
Quindi all’istinto naturale che induceva alla procreazione si aggiungeva l’interesse economico e quindi l’economia poteva contare sul perenne accrescimento della forza lavoro. Alcuni gerarchi democristiani intesero financo di pagare il carbone belga con lavoratori italiani… altri, grandi condottieri, divennero leggendari grazie alla numerosità delle loro legioni, le rimesse degli emigrati per decenni hanno fornito la valuta pregiata per fare andare le grandi industrie nostrane, gli emigrati a milioni hanno arricchito spregiudicati imprenditori d’ogni dove….. c’è dunque sempre stato anche un interesse economico alla procreazione… anche la Chiesa se ne è convinta e dal suo primo momento ha sostenuto la bontà di questo intendimento procreativo assegnandogli anche un riconoscimento ultraterreno da riscuotere dopo morti.
Adesso le cose si sono invertite: un bambino viene percepito come un costo e quindi viene “deciso” con estrema attenzione e parsimonia. Peraltro le braccia e le menti non sono più così essenziali nel processo produttivo ormai meccanizzato e robotizzato e quindi è facile rimanere disoccupati…e quando serve un lavoratore deve essere esperto e quindi creare valore fin dal primo giorno di lavoro per non sopportare il costo della sua formazione!… anche l’impresa di famiglia perseguitata da quella grande e dal fisco statale non è più così conveniente…. né è più accettabile che si lavori prima della maggiore età… né, tanto meno, i salari vengono devoluti ai genitori che hanno dedicato sé stessi ad allevare i figli. Quindi le legioni di ragazzi non vi sono più e se proprio servono lavoratori generici li facciamo venire dall’ altra parte del mondo dove ancora i figli, pur analfabeti, portano i soldi a casa.
Serve riformare una convenienza oggettiva alla procreazione che si aggiunga all’istinto naturale.
Naturalmente perché la politica capisca una cosa del genere ed elabori una “teoria” che sostenga una strategia di finanziamento dei figli serve che il problema diventi drammatico. E chi deve porsi questo tema? la sinistra che trova conveniente accaparrarsi intere comunità importate d’oltre confine e già bell’e pronte ad abbeverarsi alla micidiale fonte sindacale? oppure la destra dedita all’immediato arricchimento? E la Chiesa, pur priva di vocazioni e fedeli, perché cerca possibili anche se improbabili intese teologiche con altre confessioni e non prova anche a convenire una condotta o convivenza…una specie di codice di comportamento, condiviso dalle varie confessioni con spirito collaborativo? Cosa che per i cattolici significa dare un seguito alla propria cultura, storia ed identità?
È evidente che su questo tema dovrà edificarsi il futuro del pianeta. In alternativa v’è solo la decrescita più o meno felice e più o meno rapida e più o meno tragica…cioè la venerazione della morte.
A noi la non ardua scelta.
Canio Trione
foto wikipedia

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