Elezioni amministrative a Taranto: coalizioni sbrindellate ed emergenza delle persone candidate. Un’analisi delle dinamiche politiche locali

In vista delle prossime elezioni amministrative a Taranto, il panorama politico appare frammentato e incerto.

Le coalizioni tradizionali, un tempo solide e compatte, si sono sbrindellate in una miriade di fazioni e gruppi di interesse, ognuno con la propria agenda e i propri candidati. Questo scenario ha portato a una crescente attenzione verso le singole persone candidate, piuttosto che verso le coalizioni nel loro complesso.

Questo il senso che abbiamo voluto dare, non ci interessano le presentazioni ufficiali, solite carrellate di buone intenzioni

Coalizioni frammentate

Le principali coalizioni politiche di Taranto, una volta considerate pilastri del sistema politico locale, sono ora divise e indebolite.  Nel centro destra Fratelli d’Italia è quasi isolata tranne l’appoggio di Forza Italia.

Ma c’è un candidato sindaco con un passato di giovane forzista, Mirko il nipote della Di Bello sindaca berlusconiana a cavallo tra il secolo scorso e l’attuale. Sei liste completamente trasverasali

Il resto del centro destra è con Tacente Sindaco, Lega e Udc. E nelle liste di Tacente ci sono transfughi del Pd che erano rimasti con Melucci.

Insomma partiti e movimenti civici stanno cercando di affermarsi indipendentemente, spesso in contrasto diretto con gli ex alleati. Questo ha creato un clima di competizione interna che rischia di frammentare ulteriormente il voto.

Interesse verso le singole persone candidate

Come abbiamo già detto in questo contesto di incertezza e divisione, emerge un crescente interesse verso le singole persone candidate.

Gli elettori dovranno sempre più essere orientati a valutare le qualità personali e le competenze dei candidati, piuttosto che la loro appartenenza a una specifica coalizione.

In questa direzione oggi, spigolando tra le candidature troviamo candidati che provengono da una varietà di retroterra professionali e personali legate a battaglie personali di grande prestigio. È il caso di Paola Santospirito candidata nel Pd a sostegno di Bitetti.

Moglie di un sottufficiale della Marina Militare italiana, evidenzia le gravi lacune nel riconoscimento delle vittime del dovere in Italia, soprattutto per esposizioni ambientali indirette legate all’ambito militare.

Il marito, impegnato in missioni in Albania (2001 e 2005), è stato esposto a sostanze tossiche come metalli pesanti e amianto, sviluppando più neoplasie. Successivamente, anche la signora Santospirito si ammala di carcinoma mammario e, nel 2019, viene rilevata la presenza delle stesse nanoparticelle nel suo organismo, probabilmente introdotte in casa tramite gli abiti contaminati del marito.

Nonostante perizie scientifiche e mediche dimostrino la correlazione tra la malattia e l’esposizione indiretta, le sue richieste di riconoscimento come vittima del dovere vengono ostacolate dalla burocrazia e dall’assenza di volontà politica. Non riceve la necessaria documentazione dalla CMO e la sua istanza resta in sospeso, mentre emergono altri casi simili, soprattutto nella zona di Taranto, già nota per problematiche ambientali legate alle strutture militari.

 

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Il caso è diventato simbolo di una più ampia ingiustizia: la difficoltà, per i cittadini esposti ai rischi legati al servizio militare – anche indirettamente – di ottenere riconoscimento, giustizia e risarcimento. La vicenda evidenzia una responsabilità morale e istituzionale non ancora assunta, lasciando i malati soli di fronte a un sistema che dovrebbe proteggerli.

E’ il caso di dire che tale problematica merita un posto nel consiglio comunale e questo rappresenta un’opportunità per gli elettori di scegliere rappresentanti che meglio rispecchiano le loro esigenze e aspirazioni e problematiche serie come quelle descritte.

Del resto, la Marina è assai intrecciata tra passato, presente e futuro e la responsabilità sulla salute è una priorità assoluta.

Poi c’è la notizia riportata ieri 1 maggio: Operaio 48enne ucciso da mesotelioma: finiscono a processo 8 dirigenti dell’ex Ilva. Questo per dire che sui privati la giustizia talvolta arriva.

Per noi le campagne elettorali devono diventare sempre più personalizzate, con un’attenzione particolare alle storie personali e alle esperienze dei candidati. E quello che abbiamo fatto finora con punti di vista e scese in campo in un momento cruciale per la città.

E noi tra coalizioni sbrindellate mostriamo un rinnovato interesse per le singole persone.  Questo nuovo scenario politico offre sia sfide che opportunità, mentre gli elettori sono chiamati a fare scelte informate e consapevoli per il futuro della comunità.

E noi facciamo il nostro mestiere.

Foto di MetsikGarden da Pixabay

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