di Raffaele Gaggioli
Da più di 80 anni, la politica inglese è stata dominata solo da due forze politiche: il Partito Laborista (Labour) e il Partito Conservatore (Tories). Sin dalla prima vittoria dei laboristi nel 1945, i due partiti si sono alternati alla guida della Gran Bretagna senza lasciare alcuno spazio ad altre forze politiche.
Questo bipartitismo aveva però mostrato segni di cedimento già durante le elezioni generali del 2024. Anche se i Laboristi riuscirono a conquistare oltre 410 seggi nel Parlamento britannico, nuove forze politiche riuscirono ad ottenere risultati significativi. La prima era il Reform UK, partito di estrema destra fondato dall’architetto della Brexit Nigel Farage.
Usando la lotta all’immigrazione clandestina come cavallo di battaglia, Reform divenne il terzo partito più votato in Inghilterra con il 15% dei voti, facendo entrare cinque suoi membri in Parlamento.
Anche i Verdi e i Liberal Democratici aumentarono in maniera decisiva il numero di voti ricevuti. I Verdi, partito ecologista di sinistra, aumentarono a quattro il numero totale dei loro rappresentanti nel Parlamento. I Liberal-Democratici, partito centrista libertario, vinsero quasi il 13% del voto e 61 seggi (a differenza di Farage, il partito presentò i suoi candidati solo in alcune regioni anziché nell’intera Inghilterra).
I veri sconfitti furono i Tories. A causa della cattiva situazione economica e dei vari scandali politici, i Conservatori persero più di duecento seggi, mentre molti elettori abituali li abbandonavano in favore di Reform o dei Liberal-Democratici.
A quasi un anno di distanza, la situazione sembra essersi complicata ancora di più dato che gli elettori sembrano pronti ad abbandonare anche i Laboristi. Durante le elezioni amministrative della scorsa settimana, sia i Laboristi, sia i Conservatori hanno ottenuto risultati ben al di sotto delle aspettative, mentre l’influenza politica di Farage e degli altri partiti è notevolmente cresciuta.
Reform UK è riuscito a vincere le elezioni municipali in tre diverse città e ha conquistato centinaia di seggi in altri consigli comunali. Il partito di Farage è riuscito inoltre a far eleggere un altro suo membro nella Camera dei Comuni a Runcorn, città dove l’anno scorso i laboristi avevano ottenuto oltre il 50% dei voti.
Secondo Farage e diversi media inglesi, Reform è oramai il vero partito d’opposizione ai Laboristi anziché i Tories. A dimostrazione di questo, Farage ha sottolineato che molti membri di Reform sono ex Tories delusi dalle politiche troppo moderate dei Conservatori. Per questo motivo, molti analisti conservatori temono che l’ascesa di Farage spingerà altri membri del partito ad abbandonare i Tories a favore di Reform.
Anche i Verdi e i Liberal-Democratici hanno ottenuto risultati significativi, seppure non allo stesso livello di Reform. I liberaldemocratici sono riusciti a far eleggere oltre 370 consiglieri comunali, prendendo così il controllo di tre consigli di contea e sono ora il partito più numeroso in altri quattro.
I Verdi hanno invece guadagnato 43 seggi, portando il loro bilancio a 859 seggi in 181 consigli comunali. Anche se non sono riusciti ad eleggere alcun sindaco, la loro influenza è notevolmente cresciuta in tutta l’Inghilterra.
Se queste tre forze politiche stanno celebrando questi risultati come dimostrazione della loro crescente importanza, né i Laboristi, né i Conservatori hanno alcun motivo di celebrare. I primi hanno perso oltre 600 seggi, mentre i secondi 187. In entrambi i casi, molti dei precedenti sostenitori li hanno abbandonati in favore di Reform, dei Verdi o dei Liberal-Democratici.
La crisi dei due principali partiti inglesi ha molteplici motivi. Per cominciare, il Partito Conservatore viene ancora incolpato da molti lettori per le cattive condizioni dell’economia e l’instabilità politica degli ultimi anni.
Nonostante le promesse della nuova leader conservatrice Kemi Badenoch, il partito sembra inoltre incapace di adottare nuove idee politiche che non alienino inevitabilmente una parte degli elettori di destra. Se i Tories adottano posizioni più radicali, gli elettori moderati potrebbero passare ai Liberal Democratici. Se al contrario il partito si spostasse più al centro, gli elettori più di destra potrebbero passare a Farage.
In maniera simile, la decisione del primo ministro Keir Starmer di spostare politicamente il Partito Laborista a destra sembra aver alienato molti elettori. Nel corso dell’ultimo anno, Starmer ha annunciato numerosi tagli al sistema pensionistico, ai benefit per le persone affette da disabilità e ad altri servizi sociali nel tentativo di risanare l’economia pubblica.
Sotto la sua guida, il Partito Laborista ha inoltre abbandonato il suo precedente supporto alla comunità transessuale della Gran Bretagna. Starmer ha infatti espresso piena approvazione per la recente sentenza della Corte Suprema Inglese che riconosce l’esistenza di solo due sessi biologici (uomo e donna). I critici hanno però sottolineato che la corte non ha consultato alcun esperto e che la sentenza di fatto legalizza la discriminazione contro le persone trans.
Questi fattori hanno portato all’inaspettata crescita dei Verdi e, in misura minore, dei Liberal-Democratici per mano di ex-elettori laboristi alla ricerca di alternative più liberali dal punto di vista economico e sociale rispetto a Starmer.
E’ impossibile prevedere come questi cambiamenti influenzeranno le elezioni parlamentari del 2029, ma ora un governo non controllato dai Tories o dai Laboristi non è più una possibilità remota.
Raffaele Gaggioli
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