È passata solo una settimana dall’ultimo pezzo, in cui un giornale tedesco, in quel caso la Bild, esaltava il ruolo di Giorgia Meloni come il leader segreto dell’Europa, ed ecco arrivare un nuovo editoriale da parte di Die Welt, uscito ieri, che esalta la capacità della premier italiana di zittire i propri critici con la sua azione efficace
azione politica. Il giornale tedesco che in passato non aveva risparmiato qualche critica, ma che già a febbraio di quest’anno aveva scritto un pezzo da Washington in cui veniva messo in evidenza lo sforzo compiuto dalla premier in questi 27 mesi: ovvero essersi ritagliata una rilevanza politica su scala internazionale che le consente di interloquire alla pari con i maggiori player ed essere voce ascoltata e centrale nei
dossier maggiormente significativi. “I diplomatici che hanno visto Meloni negoziare a porte chiuse elogiano i suoi modi diretti – scriveva il Die Welt a proposito del metodo Meloni – Allo stesso tempo, sa esattamente come dire le cose. Già nei suoi incontri con l’ex presidente Joe Biden, Meloni ha dimostrato di avere a che fare con l’uomo più potente del mondo: sicura di sé, ma allo stesso tempo con un chiaro rispetto”. E ricordava la scena della scorsa estate in cui la presidente del Consiglio ha coraggiosamente afferrato per un braccio Biden, “che stava vagando fuori dalla foto di famiglia al vertice del G7 e lo ha riportato indietro”. Ora invece il giornale tedesco si concentra nella sua analisi sulla politica interna del presidente del consiglio.
L’articolo del noto economista Von Nicolas Baverez, dichiara come lei abbia smentito tutti quelli che prevedevano il suo fallimento, e spiega cosa ci sarebbe dietro al suo successo e perché è così importante per l’Europa. “Meloni ha esercitato l’autorità e dimostrato popolarità, confermata dalla chiara vittoria alle elezioni europee del giugno 2024. È una leader forte che rispetta la Costituzione, garantisce stabilità al
governo e alle istituzioni, in un periodo in cui, per esempio, la Quinta Repubblica francese ricade negli errori e nell’impotenza della Quarta Repubblica. Non si limita a comunicare, ma agisce” scrive Baverez, editorialista del Figaro e del Point, nonché autore di numerose opere sul pensiero liberale, ed uno dei più acuti osservatori della
politica francese e internazionale. L’economista francese poi, sulla Welt, elogia la politica migratoria della premier, evidenziando come abbia legalizzato lo status di 450.000 persone entrate nel paese, rispondendo così alla domanda di manodopera delle imprese. “Attualmente, i lavoratori stranieri sono 2,4 milioni, pari al 10,1% della popolazione attiva, che produce l’8,8% del PIL.” Ma è sul piano economico dove secondo il giornale tedesco, la Meloni avrebbe compiuto un piccolo capolavoro, dal momento che “l’Italia cresce più che la media euro, e tutto questo senza aver intaccato i conti pubblici Nel 2024 è stato l’unico paese del G7 a registrare un avanzo primario, pari a 9,6 miliardi di euro (0,44% del PIL). Il deficit pubblico è sceso dal 7,2% al 3,4% del PIL e dovrebbe scendere sotto il 3% quest’anno. Il debito pubblico si è stabilizzato al 135,3% del PIL, mantenendosi su un livello sostenibile”. Ma il giornale tedesco si sofferma anche sulla politica industriale del governo italiano, parlando di “una forma originale di liberal-populismo che attira sempre più
attenzione in Europa e che mira a conquistare la maggioranza nel continente.” Una politica economica favorevole alle imprese e al libero scambio, ma allo stesso tempo caratterizzata da un coerente patriottismo economico. L’articolo poi denota le profonde differenze in tema di libertà, e democrazia, rispetto ad altri leader conservatori, come Orban in Ungheria e Trump in Usa, definiti modelli di democrazie illiberali. “Non ha messo sotto controllo la magistratura, le università, i media o la cultura, né adattato la diplomazia italiana a quella della Russia di Putin.” Ma allo stesso tempo io rapporto privilegiato con il presidente Usa, secondo Baverez,
le permette di affermarsi come una sorta di ambasciatrice della Ue nelle trattative commerciali. Da buon francese l’economista non perde occasione per dare una stoccata al suo presidente Emmanuel Macron, il cui indice di gradimento ha raggiunto un livello(26%) ben peggiore anche del suo predecessore, Francois
Hollande. “Mentre Emmanuel Macron parla di politica dell’offerta, Giorgia Meloni la applica con successo: riforma lo Stato, taglia la spesa pubblica improduttiva, liberalizza il mercato del lavoro, promuove l’innovazione, punta a ridurre la dipendenza energetica e a rafforzare la competitività attraverso la creazione di una
compagnia nucleare nazionale.” Ma l’economista che aveva previsto il declino della Francia prima di altri e che già due anni fa avvertiva dei rischi che la Germania potesse presto diventare il malato d’Europa, conclude il suo articolo elogiando il fatto che la presidente del consiglio italiana, seguendo le orme della politica economica di
Draghi, “rimette in moto l’Italia, superando l’immagine di un paese decadente. Restituisce così agli italiani la sensazione di poter decidere il proprio destino e partecipare alla storia, invece di subirla”.

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