Il governo del Sudan ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con gli Emirati Arabi Uniti (UAE), accusando Abu Dhabi di sostenere le forze paramilitari di supporto rapido (RSF) in una campagna “genocida”, dichiarandolo uno Stato “aggressore.”  La decisione è stata annunciata dal Consiglio di Sicurezza e Difesa del Sudan, che ha affermato che gli Emirati Arabi Uniti hanno intensificato il loro presunto sostegno militare alla RSF fornendo armi strategiche avanzate e prendendo di mira le infrastrutture “vitali,” compresi i depositi di carburante e l’aeroporto di Port Sudan la capitale amministrativa temporanea del paese, da parte di droni strategici. La dichiarazione afferma che questi attacchi hanno preso di mira impianti petroliferi, il porto meridionale, la base aerea di Osman Digna, l’aeroporto di Port Sudan, una centrale elettrica e un hotel.

Il Sudan taglia i legami con gli Emirati Arabi Uniti: lo dichiara Stato nemico

In risposta a questa aggressione, il leader militare sudanese, il generale Abdel Fattah al-Burhan, ha promesso ritorsioni e ha dichiarato che interromperà tutte le relazioni diplomatiche con gli Emirati Arabi Uniti, aggiungendo che il Paese si riserva il diritto di difendersi “con tutti i mezzi necessari,” in linea con l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. L’annuncio è arrivato appena un giorno dopo che la Corte internazionale di giustizia (ICJ) ha respinto una denuncia di genocidio presentata dal Sudan contro gli Emirati Arabi Uniti, citando una mancanza di giurisdizione. Il Sudan aveva accusato la nazione del Golfo di sostenere la RSF negli attacchi contro il gruppo etnico Masalit in Darfur, ma l’ICJ ha affermato che una riserva degli Emirati Arabi Uniti del 2005 alla Convenzione sul genocidio impedisce alla Corte di esaminare il caso. La guerra in corso tra le forze armate sudanesi e la RSF è iniziata nell’aprile 2023 e da allora ha devastato gran parte del paese. Dopo i recenti avanzamenti dell’esercito a Khartoum e in altre regioni, la RSF ha intensificato gli attacchi di droni sulle aree controllate dal governo.

Egitto, Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Giordania, Gibuti, Unione Africana e Nazioni Unite hanno condannato gli attacchi, definendoli un’escalation “seria.” Il Ministero degli Esteri egiziano ha avvertito che gli attacchi minerebbero gravemente gli sforzi di cessate il fuoco, la protezione civile e l’accesso umanitario.“ 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.