ll nome assunto è tutto un programma: Leone I fronteggiò Attila, Leone XIII aprì la Chiesa al mondo operaio con la Rerum Novarum. Un segnale importante e chiaro nel tempo della crescita delle disuguaglianze, della concezione del lavoro come merce, del passaggio dal capitalismo finanziario all’oligopolio del capitalismo digitale dell’ Intelligenza Artificiale Generativa e dei Big Data. Ha un compito complesso : guerre nel mondo, minacce nucleari, la continuità con Papa Francesco, l’attenzione alle periferie, la riforma della Curia, la questione del deficit strutturale annuo di 70 milioni. Deve inoltre dialogare con i settori più critici del cattolicesimo, preoccupati per “ rotture” troppo “progressiste”.
Un Papa americano, Leone XIV, chiede “Pace” nella veste di nuovo leader della Chiesa cattolica. Affermazione di altissimo valore se solo si pensa che, oltre al conflitto in Ucraina e ai massacri nella striscia di Gaza, oggi si sono dati battaglia 125 aerei da combattimento indiani e pakistani per oltre un’ora. Uno dei più grandi combattimenti aerei della storia recente , tra due rivali dotati di armi nucleari ed entrambi dotati di alcune delle più grandi forze militari convenzionali al mondo. “La pace sia con voi”, le prime parole di Papa Prevost, Leone XIV. “Fratelli e sorelle, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie e tutte le persone ovunque siano. A tutti i popoli, a tutta la terra: la pace sia con voi. Questa è la pace di Cristo risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio”.
Dobbiamo essere felici se consideriamo che il nome assunto è tutto un programma: Leone I fronteggiò Attila, Leone XIII aprì la Chiesa al mondo operaio con la Rerum Novarum. Un segnale importante e chiaro nel tempo della crescita delle disuguaglianze, della concezione del lavoro come merce, del passaggio dal capitalismo finanziario all’oligopolio del capitalismo digitale dell’ Intelligenza Artificiale Generativa e dei Big Data.
“ Leone “ è il segnale ambizioso che dota il mondo cattolico di un Pastore pieno di quella autorità , che unisce dottrina e attenzione sociale, determinazione e disponibilità all’ascolto nel tempo del processo in cui, all’interno della Chiesa, si sviluppano e si intensificano delle divisioni e dei contrasti tra diversi gruppi od orientamenti di pensiero, portando a una maggiore distanza e a un senso di ostilità reciproca. E ‘il fenomeno della polarizzazione ecclesiale, e in un simile contesto la scelta del nome Leone è una scelta politica forte. L’elezione del cardinale Robert Prevost ha smentito tutte le previsioni di esperti e media e , forse è stata resa possibile dal suo equilibrio tra la dottrina e la pastorale.
Inoltre la sua conoscenza dell’America latina e la sua esperienza mondiale. Ha la doppia cittadinanza americana e peruviana. Non è da meno la riflessione sul fatto che dopo il saluto e il suo primo discorso in italiano ha parlato spagnolo. Un compito quello di Leone XIV non facile, complesso: le guerre nel mondo, le minacce nucleari, la continuità con Papa Francesco, l’ attenzione alle periferie, la riforma della Curia, la questione del deficit strutturale annuo di 70 milioni. Deve inoltre dialogare con i settori più critici del cattolicesimo, preoccupati per “ rotture” troppo “progressiste”.
Non secondarie le questioni geopolitiche: le relazioni con l’America, l’Islam, la Cina e il Sud del Mondo diventato baricentro della spiritualità. Leone XIV ha sottolineato una visione della Chiesa che è sinodale e compassionevole: “Dobbiamo essere una Chiesa sinodale. Una Chiesa che cammina. Una Chiesa che cerca sempre la pace. Cerca sempre la carità. Insieme, dobbiamo cercare di scoprire come essere una chiesa missionaria, una chiesa che costruisce ponti, instaura dialogo, che è sempre aperta a ricevere, come in questa piazza con le braccia aperte per essere in grado di ricevere chiunque abbia bisogno della nostra carità, della nostra presenza, del dialogo e dell’amore” e ha concluso con un messaggio di speranza “ Dio ci ama, Dio ama te”