Dottoressa Meligeni Carmela Osteopata Fisioterapista
Ogni giorno deglutiamo tra le 1000 e le 2000 volte, spesso senza rendercene conto. La deglutizione è un atto fisiologico automatico, essenziale per l’alimentazione, la digestione e il benessere generale. Tuttavia, quando questo meccanismo si altera, può avere ripercussioni sorprendenti, persino sulla postura. In questo articolo esploreremo cosa significa deglutizione fisiologica, quando e perché può diventare disfunzionale, e il suo profondo legame con il sistema nervoso e l’equilibrio corporeo.
La deglutizione fisiologica: un perfetto gioco di squadra
La deglutizione fisiologica è un processo complesso e coordinato che coinvolge oltre 30 muscoli e 6 paia di nervi cranici. Si articola in tre fasi: orale, faringea ed esofagea. Durante la fase orale, la lingua spinge il cibo verso la faringe; nella fase faringea, il bolo alimentare viene spinto nell’esofago mentre vie respiratorie e trachea vengono temporaneamente chiuse; infine, nella fase esofagea, il bolo raggiunge lo stomaco.
Questo processo è finemente regolato da meccanismi neuromuscolari e sensoriali che ne garantiscono l’efficienza e la sicurezza, impedendo l’inalazione accidentale di cibo.
Deglutizione disfunzionale: quando il gesto si complica
La deglutizione disfunzionale si verifica quando uno o più passaggi del processo deglutitorio non avvengono correttamente. È particolarmente comune nei bambini, ma può persistere anche in età adulta, spesso in forma subdola.
Un segnale tipico è la cosiddetta “spinta linguale”, ovvero l’abitudine della lingua a premere contro o tra i denti anteriori durante la deglutizione, piuttosto che sul palato. Questa modalità può interferire con il corretto sviluppo del palato, causare malocclusioni dentali e alterare l’equilibrio muscolare del viso e del collo.
Le cause possono essere molteplici: abitudini viziate (come l’uso prolungato del ciuccio), respirazione orale, frenulo linguale corto, disturbi neurologici o traumi.
Il significato neurofisiologico della deglutizione
La deglutizione è un atto motorio automatizzato, ma sotto il controllo del sistema nervoso centrale. Il suo centro di regolazione risiede nel tronco encefalico, in particolare nel bulbo, dove i segnali provenienti dai nervi cranici vengono integrati e coordinati.
La componente sensoriale ha un ruolo chiave: attraverso recettori orali e faringei, il cervello riceve informazioni fondamentali per regolare il tono muscolare, la sequenza di attivazione dei muscoli e la sicurezza dell’atto deglutitorio.
La plasticità neurofisiologica fa sì che la deglutizione possa adattarsi e modificarsi in risposta a stimoli ambientali o a patologie, ma questo può portare anche a compensi scorretti e alla comparsa di schemi disfunzionali.
Deglutizione e postura: un collegamento sottovalutato
Può sembrare sorprendente, ma la deglutizione disfunzionale può avere un impatto significativo sulla postura. Questo perché i muscoli coinvolti nell’atto deglutitorio in particolare lingua, muscoli del collo, del cingolo scapolare e persino alcuni muscoli spinali fanno parte di catene muscolari che influenzano direttamente l’allineamento corporeo.
Un’attività linguale inappropriata può causare tensioni anomale nei muscoli del collo e delle spalle, influenzare l’appoggio mandibolare e alterare la biomeccanica cranio-cervicale. Ciò può riflettersi su tutto l’assetto posturale, provocando cefalee, dolori cervicali, problemi di equilibrio e persino lombalgie.
Non è raro, ad esempio, che soggetti con deglutizione atipica presentino una postura “in avanti” della testa, con conseguente sovraccarico dei muscoli cervicali e compensi a livello della colonna vertebrale.
Conclusioni
La deglutizione, apparentemente semplice, è in realtà uno degli atti motori più sofisticati del nostro corpo. Quando funziona correttamente, passa inosservata, ma quando qualcosa va storto, può manifestarsi attraverso segnali anche lontani dalla bocca, come dolori posturali o difficoltà respiratorie.
Per questo motivo, riconoscere e trattare precocemente le disfunzioni deglutitorie spesso in sinergia tra ortodontisti e osteopati è fondamentale non solo per la salute orale, ma per il benessere generale e l’equilibrio posturale dell’individuo.
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