Rubrica settimanale del Corriere di Puglia e Lucania, in collaborazione con ANIM – a cura di Marilù Murra
Per partecipare, invia il tuo testo entro ogni mercoledì a: redazione@corrierepl.it
Scrivere è un gesto semplice eppure potentissimo. Le parole aiutano a raccontare, a ricordare, a liberarci. In un tempo dove tutto sembra correre veloce, ritrovare la lentezza di una poesia o di un racconto diventa un atto prezioso.
Con questa rubrica vogliamo dare voce a chi scrive per passione, per bisogno o per dono. Ogni venerdì selezioniamo testi inediti che arrivano in redazione da autori di ogni età e provenienza. Il risultato è un mosaico sempre diverso, dove i temi della vita si intrecciano tra memoria, amore, speranza, dolore, ironia.
Questa settimana vi presentiamo quattro poesie e un estratto narrativo, accomunati dal desiderio di raccontare e condividere qualcosa di autentico.
1. Domani
Tratta dalla silloge
“Attraverso la finestra la luna”
Antonella Polenta
Domani,
in una stazione gremita di gente
due amanti
le gole disseccate dall’amore
si baceranno
senza sapere cosa ne sarà di loro.
Due giovani
alla ricerca dell’ultimo treno
si affanneranno sulla banchina.
Una madre
col pianto nel solco di una ruga
saluterà il proprio figliolo.
Una donna
bramosa d’avventura
salirà su un vagone qualunque.
Un uomo
desideroso di farla finita
aspetterà il momento opportuno.
Due suore
reciteranno le consuete preghiere.
Un prete
rimpiangerà la propria missione.
Uno sfigato
perderà la coincidenza e l’ultima occasione.
Domani una moltitudine di treni
raggiungerà le mete di sempre,
noi invece
andremo incontro
al nostro destino
di amanti, di giovani, di madri,
donne, uomini, religiosi e di sfigati.
2. Fratellino mio – Paola Maria Bevilacqua
Discussioni banali creano ostacoli insormontabili.
Poi il suono di un citofono
mi restituisce la gioia, persa nel tuo fraterno abbraccio.
Attimi rubati all’oblio che sorridono al mio cuore,
tempeste placatisi nel tempo di un secondo.
Onde alte come montagne mutano lo sguardo
sull’orizzonte di chi lo osserva,
mentre il ghiaccio si scioglie
e libera il mio cuore da una fredda morsa.
Il sole dentro di me
adesso con te, fratellino mio.
3. La magia di un fiore – Elisabetta Fioritti
Nella notte è sbocciata
la prima rosa.
Da questo giardino spoglio,
dal buio pieno di niente.
Dopo che la luna l’ha carezzata
e le stelle hanno amoreggiato con gli steli,
è spuntata una corolla,
un bottone rosa
odoroso di fragranze.
E già un’ape la corteggia,
vola tra i petali
alla ricerca di quel cuore
umido di rugiada,
profumato dall’aria del mattino,
benedetto dal cielo,
esposto al vento di primavera.
La bellezza, l’armonia del mondo,
esplosa in un piccolo bocciolo rosa
fiorito nel silenzio
in una notte oscura.
4. La ricchezza dell’animo umano – Caracciolo Maria Antonietta
L’amore, l’amicizia non sono fatti di parole,
ma di presenze al momento giusto,
di un messaggio di conforto,
di un sorriso,
di un abbraccio all’improvviso,
di uno sguardo d’intesa,
di una preghiera,
di lacrime condivise.
Esserci è il regalo più grande,
donare il proprio tempo a chi vuoi bene.
Non è sacrificio,
ma un darsi spontaneamente agli altri.

Focus narrativo della settimana
Leonarda Brancato – Prologo da “Minnasecca” (Aurea Nox Editore)
Estratto conforme alla percentuale massima consentita (10% dell’opera)
La luna rischiarava il cielo limpido e tingeva d’argento le case che, ordinatamente disposte in un semicerchio alla fine di Corso Garibaldi, delineavano la piazza principale del paese.
Tra le modeste abitazioni intonacate di bianco, da una parte svettava imponente la torre dell’orologio, mentre sul lato opposto spiccava un maestoso palazzo signorile, decorato alla maniera del barocco siciliano.
[…]
Si narra che la “breve visita” dei Mena de Seca a Palermo, presso i regali cugini della corte aragonese, divenne una lunga e stabile permanenza.
E che proprio a essi, per i servigi resi alla corona, fu fatto dono di una vasta tenuta le cui terre erano talmente estese da perdersi a vista d’occhio.
[…]
Ogni mattina, prima dell’alba, un esercito di uomini dai volti incartapecoriti dalle intemperie si levava per adempiere agli ordini di Voscenza. Chi andava per le vigne, chi per gli orti e chi conduceva le mandrie al pascolo.
[…]
E solo quando nel cielo compariva Vespero, a cavalcioni sui loro muli, tornavano alle loro modeste casupole, dove tutti i componenti della famiglia mangiavano, dormivano e vivevano in un’unica stanza.
E così, giorno dopo giorno, tutto si ripeteva. Anche a Natale e Pasqua.
Questi testi sono finestre aperte sull’anima. Ognuno di loro racchiude un frammento di vita, un pensiero taciuto troppo a lungo, un sentimento che chiede spazio per farsi parola. Poesie e racconti come quelli che avete letto oggi ci ricordano che la scrittura non è solo forma, ma sostanza viva, che pulsa dentro chi scrive e vibra dentro chi legge.
Ci parlano di relazioni, di sogni, di attese e perdite, di gesti semplici e grandi significati. Le parole diventano così ponti, capaci di unire vite lontane, di sanare distanze interiori, di fare compagnia. In un mondo spesso rumoroso e dispersivo, fermarsi a leggere un testo autentico è come tornare a casa.
Ringraziamo di cuore tutti gli autori che hanno voluto condividere il proprio sentire. Ogni contributo, con la sua unicità, ha arricchito questo spazio comune.
La rubrica “Versi e racconti della settimana” vi dà appuntamento a venerdì prossimo. Le porte sono sempre aperte a chi sente l’urgenza di dire qualcosa di vero, perché — come diceva Cesare Pavese — “le parole sono tutto ciò che abbiamo, per non farci travolgere dal tempo”.