Tranne che non si sia trattato di casi di omonimia, tra l’elenco dei votanti in quella assemblea, c’erano anche persone defunte. Ci dimostrino, invece, che non si tratta di casi di omonimia. Abbiamo anche decine di casi riscontrati di persone collegate, che non avevano diritto al voto. Ho chiesto personalmente che si disconnettessero coloro i quali non avevano diritto al voto, ma non è avvenuto”. Così l’eurodeputato del Pd Giuseppe Lupo, parlando, nel corso di una conferenza stampa a Palermo, dell’assemblea del Pd che si è tenuta all’hotel Astoria, nella quale si è votato in merito alla possibilità o meno di procedere al congresso regionale con lo strumento delle primarie aperte.
“Al momento della votazione in assemblea, per lo strumento delle primarie in vista del congresso regionale – ha proseguito il deputato all’Ars Fabio Venezia – erano collegati in 206, di questi 88 facevano parte dell’assemblea e avevano diritto di voto, 65 invece, tra i collegati online, non erano componenti dell’assemblea. Questi ultimi hanno in gran parte votato. Vi erano 52 persone collegate anche con profili falsi o non identificati. Abbiamo visto nomi di profili assurdi come ‘il merlo’ il ‘gatto nero’ utenti zoom e altri”. Poi Giuseppe Lupo ha proseguito rivolgendosi a Nico Stumpo, nominato commissario ad acta per il congresso del Pd in Sicilia: “Abbiamo chiesto a Nico Stumpo i nominativi di chi ha votato – ha precisato Lupo – e ci è stato detto che, la società che si è occupata della votazione online, non aveva più i nominativi perché erano andati distrutti poche ore dopo la votazione. Stumpo non ha poteri sostitutivi per dare come approvato un regolamento che non è stato, invece, approvato. E’ commissario ad acta per gestire il partito non per sostituire l’assemblea del partito. Vogliono abolire le primarie? Riconvocassero l’assemblea, in presenza. Se c’è la maggioranza assoluta viva la democrazia. Con una votazione irregolare nessun può consentire di abrogare le primarie dallo statuto regionale del Pd”, ha concluso Lupo. Insomma non si placano le polemiche interne al od siciliano dopo le anomalie registrate con profili con nomi di fantasia come ‘Merlo’ e ‘Gatto nero’, una novantina di presenti che non avevano diritto al voto e come detto persino un militante che in realtà sarebbe morto. Tutto ruota intorno alla contestata ricandidatura del segretario uscente Toby Barbagallo, sulla quale qualcuno ha minacciato ricorso. “Se non arriverà la chiarezza che abbiamo chiesto sui nomi che hanno votato online all’assemblea di gennaio, quando fu approvato il regolamento, ci rivolgeremo alla Commissione nazionale di garanzia. Chiederemo l’annullamento di tutti gli atti da quel 27 gennaio in poi”. E stata la dichiarazione di guerra arrivata dal fronte contrario al segretario uscente.
Nico Stumpo, dal canto suo, nega che si in corso una guerra tra bande nel partito in Sicilia, affermando che ad oggi ci sarebbe un solo candidato appunto Barbagallo, ma è intenzionato a fare chiarezza sulle tante stranezze emerse nelle votazioni “Persone defunte alla votazione telematica dell’assemblea regionale del Pd siciliano celebrata lo scorso gennaio? Sono stato nominato commissario ad acta proprio dopo quell’assemblea su mandato della direzione nazionale. Non ho partecipato a quell’assemblea, quindi tutto quello che potrei dire non sarebbe risolutivo rispetto a questa vicenda. È insito nella mia nomina che l’assemblea che ha approvato il regolamento è stata ritenuta valida dalla direzione nazionale del partito. In questo momento però, la cosa migliore, ai fini dell’interesse del partito, non è alimentare una ulteriore discussione”
In serata soni arrivate anche le parole del segretario uscente che ha cercato di minimizzare su quella che invece appare come una vera e propria guerra intestina del partito in Sicilia. “Non voglio alimentare ulteriori polemiche, ma sono irricevibili le accuse di brogli. Nessun defunto ha votato all’assemblea del 27 gennaio. Siamo un partito, abbiamo regole chiare e ci sono organi di garanzia a cui rivolgersi. Ma le accuse infamanti fanno male al partito e a chi crede nel Pd». Così il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, sulle accuse di presunti brogli delle procedure elettorali nell’assemblea regionale del Pd siciliano del 27 gennaio scorso.
Resta da vedere come adesso reagirà la segretaria Ely Schlein, che proprio sulla guerra ai capibastone e cacicchi in regioni come la Campania, la Calabria e la Sicilia, aveva incentrato la sua campagna elettorale alle primarie due anni fa contro Stefano Bonaccini. E questo era stato uno dei motivi forti per cui la base aveva scelto lei. Ma come già visto in Campania, per ora le forti correnti del partito nelle regioni meridionali sembrano resistere a tutti i tentativi di fare piazza pulita di una sempre piu debole Schlein.