La Camera dei deputati aveva approvato a marzo con votazione definitiva la riforma dell’accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia. La legge abolisce i quiz d’ingresso e prevede la delega al governo affinché introduca, entro un anno dalla sua entrata in vigore, uno o più decreti legislativi per introdurre le nuove regole sull’accesso.

Il Consiglio dei ministri aveva approvato il 28 marzo il primo provvedimento necessario all’attuazione della legge delega già per l’anno accademico 2025-2026. Oggi il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma, e entro fine mese approveranno anche i decreti ministeriali.

Infatti anche se la legge delega da un anno di tempo al governo per approvare la riforma e i decreto attuativo il tempo stringe perché la riforma deve essere funzionante dal prossimo anno accademico. In altre parole dal prossimo autunno.

A quale esigenza risponde la riforma? A quella della mancanza di un numero sufficiente di medici per le esigenze del sistema sanitario nazionale.

Perché non sono sufficienti? Perché parte dei laureati trova sbocchi all’estero e un’altra parte preferisce la pratica da privato.

Quanti sono i posti a disposizione messi ogni anno da quando esiste il numero chiuso?

I posti all’inizio del secolo erano sette mila ogni anno. Poi sono progressivamente aumentati e lo scorso anno se comprendiamo anche quelli delle università private è stato di quasi ventuno mila.

A quali esigenze corrisponde il numero chiuso? Risponde alla esigenza principale da parte delle università di formare non solo nelle materie teoriche gli studenti ma anche nella pratica, che si svolge negli ospedali.

E quindi sono e saranno comunque le università di medicina a stabilire quanti posti ci sono a disposizione.

Tuttavia il ministero prevede una crescita di trentamila studenti su sette anni. Circa 4500 ogni anno. Si potrebbe dunque arrivare a venticinquemila matricole ogni anno. Non è affatto detto che tutti arrivano a laurearsi.

La riforma riguarda le strutture statali

Le università private continueranno a selezionare in base ai loro criteri.

Che cosa cambia dunque oltre al presunto aumento dei posti a disposizione?

Cambia il modo in cui si effettua la selezione. Dal prossimo anno accademico tutti i diplomati potranno iscriversi alla facoltà di medicina per il primo semestre. Sosterranno tre esami iniziali della facoltà. In base ai risultati si farà una graduatoria nazionale e in base ai posti messi a disposizione i più meritevoli potranno accedere al corso di studi.

Un sindacato ha espresso il parere che vi accederanno gli studenti con una media superiore al ventisette.

A chi supera gli esami ma non viene ammesso verrà garantito il riconoscimento degli esami in altre facoltà come farmacia o altre.

Che cosa ne pensano i diretti interessati? Che si allungano i tempi e lo stress per sapere se si viene messi o meno.

Quante sono ogni anno le domande di ammissione? Si aggirano intorno alle settantamila. E quindi i due terzi verranno esclusi.

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