Ormai internazionalmente acquisito e certificato che «la Puglia è una delle dieci regioni al mondo da visitare almeno una volta nella vita» per clima, bellezza ma anche per le sue inarrivabili produzioni e offerte gastronomiche… dunque impossibile non tributare un plauso all’iniziativa fortemente simbolica e promozionale della «gara di cucina più originale d’Italia» che ogni anno, a Bisceglie, mette insieme gusto e politica. E altrettanto impossibile per noi non esserci anche stavolta, e non da semplici spettatori ma pure con un fotoreporter d’eccezione a darci supporto nella circostanza.

Si è infatti appena conclusa con grande successo la decima edizione di Sindaci ai fornelli, la vivace competizione culinaria che unisce il mondo della politica a quello dell’alta gastronomia. L’evento, ideato dal giornalista e gastronomo Sandro Romano e organizzato dall’agenzia barese Rp Consulting, ha animato l’Anfiteatro Mediterraneo di Bisceglie il 23 giugno, trasformando i primi cittadini in veri e propri chef per una sera e ha infine registrato un applauditissimo, massimo podio barese per una vittoria di “Mare e Terra“.

La decima edizione ha infatti visto trionfare la “squadra rosa”, composta dal sindaco di Bari, Vito Leccese, e dalla sindaca di Baronissi (Campania) Anna Petta. Il loro piatto vincitore (con chef Domingo Schingaro e Massimo Ferosi), intitolato “Al di là del mare, i sapori di Bisceglie“, ha conquistato la giuria unendo sapientemente i prodotti agricoli e ittici del nostro territorio messi a disposizione per realizzare un piatto, come ha sottolineato Leccese, che «racchiude le qualità gastronomiche della nostra terra». Soddisfattissima anche Anna Petta, la prima donna a guidare il suo Comune, che ha espresso grande gioia per la partecipazione a questa «sfida avvincente e appassionante» e il riconoscimento ricevuto in questo “duello ai Fornelli” che ha finito per essere non solo una vetrina gourmet dell’intero Sud, ma un incontro tra sindaci, e non solo della Puglia, che può aprirsi a inedite e proficue sinergie.

La competizione ha infatti messo alla prova dieci sindaci, cinque pugliesi e cinque provenienti da altre regioni d’Italia, divisi in squadre miste. Guidati da chef di prestigio provenienti da tutta la Puglia, i primi cittadini hanno avuto solo trenta minuti per creare un piatto originale, utilizzando esclusivamente gli ingredienti svelati a sorpresa dall’organizzazione, da sottoporre poi e al giudizio di un panel d’eccezione fatto da autorevoli firme del giornalismo enogastronomico, sommi esperti di alta cucina, sommelier rinomati e produttori di marchi rinomati a livello nazionale.

Divise per colore queste le altre squadre in gara:

* Squadra Gialla: Adriana Poli Bortone (sindaca di Lecce) e Domenico Volpe (sindaco campano di Bellizzi), che hanno preparato un “Troccolo al gambero vivace” con gli chef Isabella Potì e Angelo Convertini.

 * Squadra Verde: Il padrone di casa Angelantonio Angarano (sindaco di Bisceglie) e Innocenzo Leontini (ragusano sindaco di Ispica), che hanno cucinato un  “Cavatello istintivo” con gli chef Renato Vargas Montoya e Andrea Catalano.

 * Squadra Blu: Giuseppe Nobiletti (sindaco di Vieste e presidente della Provincia di Foggia) e Giuseppe Maglione (sindaco della lucana Melfi), che hanno presentato “Fascia tricolore” con gli chef Leonardo Vescera e Leonardo Ferrante.

 * Squadra Rossa: Fernando Teodoro Maria Scattone (sindaco di Acerenza in Basilicata) e Giuseppe Marchionna (sindaco di Brindisi) che hanno proposto una “Ceviche mediterranea” con gli chef Matteo Maenza e Nadia Tamburrano.

Pure un team “superstar” fuori concorso, assente solo l’europarlamentare Francesco Ventola per impedimenti dell’ultim’ora, a farne parte il sindaco di Miggiano Michele Sperti e la sindaca di Andria Giovanna Bruno, vicepresidenti Anci Puglia, il sindaco di Martina Franca nonché presidente della Provincia di Taranto Gianfranco Palmisano e i primi cittadini di Valenzano , Giampaolo Romanazzi, e Giuseppe Poti  di Lucera, tutti assistiti dalla nutrita squadra di chef come Pascal Barbato , Mario Falco, Onofrio Magarelli, Antonio Sorice, Chiara Spalluto e Maurizio Tinelli che hanno preparato strascinati, taralli al grano arso e si sono dedicati anche alla preparazione del gelato artigianale al grano arso persino offerto come assaggio a qualche fortunato delle prime file del pubblico.

Un collegamento video anche con l’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia e premi ai più autorevoli ospiti… e persino fontane di luce  a salutare la fine della manifestazione e la vittoria di una Bari über alles per questa quasi rivincita ai sapori soprattutto di mare sul trionfo dell’anno scorso della volitiva sindaca della strepitosa Minervino e “Balcone delle Puglie” Maria Laura Mancini…ma pure un riuscitissimo siparietto a chiudere la serata: quando un entusiasta Vito Leccese, dopo un giocoso scambio di battute calcistiche ha addirittura preso in braccio la collega e amica di vecchia data Adriana Poli Bortone della capitale del “Salento delle meraviglie” (e pure patria del viceministro europeo Raffaele Fitto)  la quale, perdente sul piano culinario, il duello sul piano della simpatia l’ha però vinto lei perché, dopo un sincero «dopo tutto Bari è migliorata. purtroppo …» ha anche espresso l’augurio che la squadra biancorossa raggiunga il Lecce in serie A perché pur orgogliosamente salentina è e si sente «…  prima di tutto pugliese».

Brillantemente condotto da uno dei volti più noti della tv pugliese, Mauro Pulpito, affiancato dalla spumeggiante speaker di Radionorba Claudia Cesaroni e da uno scatenato Alessio Giannone (l’arcinoto “Pinuccio” di “Striscia la Notizia”) pure inutile parlare oltre di questo successo già praticamente scontato in partenza. Così questo evento “non solo una gara, ma un’occasione per promuovere il ricco patrimonio enogastronomico italiano e raccontare l’identità dei territori attraverso i loro amministratori” come il suo ideatore e deus ex machina, il giornalista e gastronomo  Sandro Romano lo ha definito, sottolineando come la manifestazione permetta ai sindaci di “giocare e collaborare, mettendo da parte gli schieramenti politici”, trasformandoli in “amici” e rendendo l’incontro con i cittadini “più autentico e umano”. Cosa peraltro ribadita pure da Giovanni Ventrelli di Rp Consulting spiegando che l’obiettivo è “accorciare le distanze tra politica e cittadini” «mostrando i politici tra i fornelli, come a casa e come persone di famiglia».

L’evento, patrocinato dal Comune di Bisceglie, Confcommercio, “Mordi la Puglia” e la “Accademia Italiana Gastronomia storica e Gastrosofia, ha anche abbracciato un importante progetto sociale, coinvolgendo per la prima volta la “Cooperativa Sociale Work Aut Lavoro e Autismo”. Insomma Sindaci ai fornelli si conferma un appuntamento imperdibile, capace di celebrare la cultura gastronomica, le eccellenze locali e l’importanza del dialogo e dell’inclusione. Un vero e proprio evento da seguire, per un’estate così ricca di manifestazioni che davvero non c’è che l’imbarazzo della scelta, non rimane che attendere il prossimo anno, allora. Ma continuando a sperare che anche «gli inarrivabili sapori per tutte le stagioni che la Puglia può offrire» possano fare da apripista a quel turismo destagionalizzato, comunque restato “un’incompiuta”, considerando l’unicità del suo patrimonio archeologico, storico, culturale e religioso che possediamo.

Insomma quell’ unicum quasi in second’ ordine che però ha visto, avamposto su terra del Vecchio Continente in pieno Mediterraneo e luogo di scambio e dialogo tra culture diverse, una «Puglia ombelico del mondo cristiano nei “secoli bui”» e persino una “Bari Ponte di Pace tra Oriente e Occidente” per come la consacrò il Papa e Santo Karol Wojtyla, nel 1990, a compimento di quel capolavoro assoluto di geopolitica di una «Europa a due polmoni, uno a Est e uno a Ovest» che ci ha assicurato 33 anni di pace fino al 24 febbraio 2022. Quella pace ora perduta che pur senza grandi eserciti comuni, ma fondata e garantita da una Fede che univa tra loro le due anime sorelle dell’Europa, l’aveva comunque resa, e di fatto, l’ago della bilancia di tutti gli equilibri mondiali.

Evidentemente la storia non deve avere insegnato niente se, grazie a un sempre più pervasivo pensiero unico e globale che sta distruggendo tutti i nostri riferimenti e valori – e in un frangente che più drammatico di così non si può – nessuno sembra neppure ricordarsi che comunque esista una «Bari Capitale mondiale della Pace nel nome universale di San Nicola» luogo di incontro perfetto tra tutte le Fedi e immenso lascito dei Grandi del passato…e che, sia pure nel solco laico e meramente utilitaristico di un «Dio che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo», potrebbe oggi avere un ruolo determinante a dare un seguito concreto agli appelli inascoltati di Papa Francesco e a quelli di Leone XIV.

Quegli appelli che, se finalmente ascoltati non certo solo dalla politica italiana (v. “la Meloni, il G7 e queste Europee in Puglia e a Bari”) ma anche dagli altri leader europei, potrebbero davvero aprire un credibile dialogo internazionale che possa portare a quella «Pace duratura» cui fa riferimento e si dichiara disponibile il pur tanto discusso ma religiosissimo Putin. Insomma il prodromo perfetto per costruire una onorevole via di uscita per tutti, semplicemente copiando dalla Storia, evitando oggi, come fece allora, che questa mascherata «3^ Guerra Mondiale a Pezzi» si trasformi in un conflitto globale, aperto e nucleare, o in una lunga ed estenuante nuova grande Guerra Fredda, ma aggravata per di più da una sempre più pericolosa minaccia asiatica.

Partendo infatti da quel celeberrimo monito secondo cui «Non esiste Pace senza Verità» (Wojtyla) comincia a divenire inspiegabile come le parole del Presidente USA «salvato da Dio per far finire la guerra», Donald Trump, e che mettono a nudo le responsabilità del suo predecessore Biden insieme a NATO, Zelensky …  non riescano ancora a produrre effetti pratici almeno sul piano delle scelte delle grandi diplomazie. Un preciso j’accuse che comunque sta cominciando a far breccia nella percezione comune, e sta spaccando persino il fronte progressista a fronte di un sempre più evidente «monumentale castello di ipocrisie fondate su un irrealistico concetto di democrazia da esportazione» e rigetta letteralmente «la ca***ta di un Putin che vuole invadere l’Europa» – e narrazioni simili – su cui si abbarbica e si ostina quel «“pensiero unico” e a propaganda globale che ancora domina la informazione occidentale» ma verosimilmente più impegnato a fornire alibi e coperture ai più svariati interessi di singoli Stati o lobby internazionali, che preoccuparsi piuttosto delle reali sorti dell’Umanità.

Questa, quasi un amaro dopo tanto dolce, la riflessione sulla via del ritorno a casa, pensando al Papa e Santo Giovanni Paolo II e al Cardinale pugliese Francesco Colasuonno…e a quanto sono riusciti a fare per la Pace in Europa e nel mondo, insieme al Vaticano e alla Chiesa di Mosca, in nome di quel Dio e di quei valori cristiani che sono la radice e l’essenza stessa dell’Occidente. Già, forse l’unica e più credibile via di salvezza per salvarci da un disastro senza fine l’abbiamo proprio sotto gli occhi, e subito pronta, ma non la stiamo vedendo… ciò pensando a quel San Nicola a cui ci siamo votati e tanto amato sia dai cattolici che dagli ortodossi, e persino rispettato dalle altre Fedi. Pensieri a ruota libera e forse l’effetto di quello straordinario “gelato artigianale con tarallino al grano arso” offerto a me e al mio occasionale assistente, ecco subito balenarci un’idea geniale: se è questo l’effetto che fa questo gelato…beh bisogna subito prepararlo in gran quantità e inviarlo immediatamente a tutti i Capi di Stato e di Governo, per riportarli alla ragione e trovare un accordo per fermare questi inutili massacri che stanno insanguinando la Terra!

Giusto una battuta per chiudere con un sorriso, questo è davvero e finalmente tutto.

Enrico Tedeschi

 N.B. Ricordando che gli articoli citati sono disponibili sul Corriere PL.it e testate collegate, si ringrazia il dr. Domenico Gaudioso per alcune foto e video a corredo di questo articolo e per Instagram.

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