Ogni anno, i tagli riguardano le trasmissioni dai costi elevati e quelle con uno share basso.Al di sotto del 3% di share, un programma può essere cancellato. Se ci si avvicina a quella soglia, arrivano le sforbiciate: si riduce il numero delle puntate, si va in vacanza non a giugno ma magari già a maggio, oppure si inizia la stagione solo in autunno inoltrato.Che dietro ci sia una forma di censura lo pensano in pochi.I numeri degli ascolti non mentono, così come non mentono i costi di produzione delle trasmissioni.

E la Rai, come tutte le aziende di Stato, è tenuta a chiudere i bilanci in pareggio. I tagli più rilevanti riguardano la trasmissione di Massimo Giletti, Lo Stato delle Cose, in onda il lunedì in prima serata, e quella di Sigfrido Ranucci, Report, anch’essa in prima serata

In entrambi i casi si tratta di alcune puntate in meno.Ranucci ha dichiarato di non aver ricevuto comunicazioni ufficiali: lo ha appreso dalle agenzie di stampa.

La sua trasmissione registra uno share in calo, ma soprattutto presenta alti costi di produzione.

Ranucci ha difeso in ogni modo il proprio giornalismo d’inchiesta.

Anche se, quando le inchieste sono numerose e spaziano fino a vicende internazionali, i costi aumentano sensibilmente e non sempre la qualità del lavoro giornalistico ne trae beneficio.

Ranucci, ad esempio, ha rivendicato il diritto di tutelare la segretezza delle fonti. L’anonimato delle fonti è tutelato anche dall’Ordine dei Giornalisti, ma è evidente che chi ascolta, sentendo la testimonianza anonima di una “persona a conoscenza dei fatti”, tende ad arricciare il naso. E spesso pensa: “Lancia accuse pesanti e non ha il coraggio di dire chi è”.

La trasmissione di Giletti, invece, non è mai decollata dal punto di vista dello share, pur rimanendo al di sopra del 3%.

A pagare il prezzo maggiore è Petrolio, la trasmissione che si occupa di politica nazionale e internazionale. Lo fa con magnifiche riprese e effetti scenici, ma dopo dieci anni di servizio va in pensione: la seguono in pochi.

Forse gli spettatori si sono stancati di una visione preconfezionata, in cui i politici di destra sono sempre cattivi e quelli di sinistra sempre buoni?

Attilio Runello 

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