Servizio 118 Taranto e Palagiano, stesso incubo aggressione: ora chi protegge chi ci protegge?

TARANTO – «Solo ieri la CISL FP di Taranto Brindisi denunciava pubblicamente
l’aggressione a due soccorritori del 118 di Taranto minacciati con un coltello nel quartiere
Paolo VI.

Solo ieri chiedevamo un tavolo permanente sulla sicurezza, misure concrete e
risposte immediate.

Non è passata neppure una giornata e già contiamo altri
lavoratori massacrati di botte a Palagiano mentre facevano quello che tutti ci
aspettiamo da loro: salvare vite. Quanto altro sangue dovrà scorrere? Quante volte
dobbiamo gridare che i nostri operatori non sono carne da macello?»

Giuseppe Lacorte, Segretario Generale della CISL FP Taranto Brindisi, va dritto al punto:
«Chi aggredisce un operatore sanitario colpisce un bene pubblico essenziale. È un attacco
a tutti noi, alla comunità intera.

E la comunità non può voltarsi dall’altra parte. Adesso
basta ipocrisie, basta solidarietà di circostanza. Servono leggi severe, protocolli di
protezione e mezzi sicuri. Chi governa deve dire chiaramente da che parte sta: o con chi
salva vite o con chi le mette in pericolo.»

Lacorte chiama in causa tutti: «domani in Regione ci sarà l’insediamento dell’ORSEPS, che
rappresenta uno strumento importante e necessario per affrontare in maniera sistemica e
strutturata il fenomeno delle aggressioni verso il personale sanitario e socio-sanitario nella
Regione Puglia, ebbene lo chiediamo già da oggi: diventi immediatamente operativo, con
poteri reali e risorse immediatamente spendibili.

Pretendiamo iniziative che puniscano con durezza chi alza le mani su chi lavora per la
salute pubblica. Pretendiamo da Prefetti, Questure, Direzioni sanitarie un piano
straordinario di sicurezza, non promesse. Non esiste alcun diritto di aggredire chi ti
soccorre, non esiste alcuna scusa che tenga. E non tollereremo più che la paura diventi la
norma in un’ambulanza o in un pronto soccorso.»

Alla cittadinanza diciamo: non giratevi dall’altra parte quando vedete un soccorritore
insultato, minacciato, spintonato. Difendetelo come difendereste vostro padre, vostra
madre, vostro figlio. Perché ogni volta che lasciamo soli questi lavoratori, siamo tutti più
deboli, tutti più indifesi.

Non abbiamo più tempo da perdere. Chi ha responsabilità ora decida. Chi deve
proteggere, protegga. Chi deve legiferare, legiferi. Chi deve vigilare, vigili. E chi deve
punire, punisca. Ora!

Perché chi tocca gli operatori sanitari, tocca tutti.

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