Una vittoria annunciata
Poco meno di un anno fa, nel luglio del 2024, gli elettori inglesi furono chiamati alle urne per eleggere il loro nuovo Primo Ministro. Già nei mesi precedenti all’elezione, molti analisti avevano comunque predetto una pesante sconfitta per il Partito Conservatore, al governo sin dal 2010. Molti elettori biasimavano infatti i conservatori per le cattive condizioni dell’economia e la crescente instabilità politica.
Questa previsione si rivelò corretta quando il Partito Conservatore subì una delle peggiori sconfitte elettorali della sua storia, perdendo più di 250 dei suoi seggi nel parlamento inglese. Allo stesso tempo, i loro rivali laburisti vinsero 211 seggi (il secondo miglior risultato elettorale del partito sin dalla sua fondazione nel 1900).
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Il 5 luglio 2024 il leader laburista Keir Starmer divenne ufficialmente il nuovo Primo Ministro inglese. Nel suo discorso di insediamento, il politico inglese promise che il suo governo avrebbe migliorato l’economia del Regno Unito e trovato i fondi necessari per risanare i servizi pubblici in crisi.
Ora, secondo i sondaggi la popolarità di Starmer è ai minimi storici e i membri del suo stesso partito si stanno ribellando contro di lui.
Il politico mai amato dagli elettori
Nel corso della sua carriera politica, Starmer non è mai stato particolarmente popolare né con i membri del Partito Laburista, né con gli elettori. La sua ascesa ai vertici del partito era avvenuta solo nel 2020, a seguito della disastrosa disfatta elettorale del Partito Laburista alle elezioni dell’anno precedente.
Una delle sue prime mosse fu espellere dal partito i membri legati al suo predecessore Jeremy Corbyn e spostare i laburisti verso posizioni politiche più centriste. Secondo i suoi critici, questo equivalse ad abbandonare la tradizionale base elettorale dei laburisti, legata soprattutto alle classi sociali meno agiate e alla comunità LGBTQ+.
Allo stesso tempo, questi critici hanno fatto notare che nel 2024 il Partito Laburista ottenne meno voti (9 milioni e 720mila preferenze) rispetto al 2019 (10 milioni e 269mila preferenze). Solo la bassa affluenza alle urne (59,9% degli aventi diritto si recò a votare nel 2024, rispetto al 67,3% del 2019) permise a Starmer di ottenere un così alto numero di seggi nonostante avesse vinto solo il 33% dei voti.
I problemi per Starmer iniziarono meno di due settimane dopo la sua vittoria, quando sospese sette parlamentari del suo partito . I sette laburisti avevano infatti votato a favore dell’abrogazione del limite dei sussidi economici per le famiglie con più di due figli. Nonostante quella fosse stata una delle promesse elettorali di Starmer, il nuovo Primo Ministro dichiarò che il suo governo non aveva i fondi necessari per finanziare questa iniziativa.
Il successivo settembre Starmer annunciò che il suo governo era pronto a tagliare 1,5 miliardi di sterline (1,96 miliardi di dollari) dai fondi destinati al pagamento del combustibile invernale per i cittadini inglesi più anziani.
A causa di queste politiche e delle cattive condizioni dell’economia, entro la fine del 2024 il livello di gradimento per governo di Starmer era sceso attorno al 23%. Allo stesso tempo, Starmer ha alienato molti membri della comunità musulmana inglese (tradizionalmente sostenitori dei laburisti), che lo hanno accusato di sostenere eccessivamente lo sforzo bellico israeliano nella Striscia di Gaza.
Nell’aprile del 2025, Starmer è riuscito anche a perdere il supporto della comunità LGBTQ+ britannica. In quella data, il Primo Ministro espresse pieno supporto per la sentenza della Corte Suprema inglese che sanciva che la definizione legale di donna può essere applicata solo in base al sesso biologico. I critici hanno però sottolineato che la corte non ha consultato alcun esperto e che la sentenza di fatto legalizza la discriminazione contro le persone trans.
La generale impopolarità di Starmer è stata dimostrata durante le elezioni locali di questo maggio. I laburisti hanno perso oltre seicento seggi in diversi consigli comunali, mentre nuove forze politiche hanno tratto vantaggio dalla loro debolezza.
Secondo gli ultimi sondaggi, il partito di estrema destra Reform UK è attualmente il primo partito nel Regno Unito, mentre molti elettori stanno abbandonando i laburisti in favore dei Liberal-Democratici e dei Verdi. Il successo di quest’ultimo partito e le recenti proposte di Jeremy Corbyn per la creazione di un nuovo movimento di sinistra opposto sia a Reform, sia a Starmer fanno temere ai Laburisti che i loro risultati elettorali siano destinati a peggiorare ulteriormente.

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Le mosse di Starmer
A seguito delle elezioni locali, Starmer ha annunciato a sorpresa un dietrofront su molte sue proposte. I fondi destinati al pagamento del combustibile invernale non verranno diminuiti e l’abolizione del limite dei due figli per i sussidi economici verrà ripresa in considerazione.
Tuttavia, il Primo Ministro ha di nuovo suscitato lo scontento del suo partito settimana scorsa. Il suo governo ha infatti proposto una nuova riforma del welfare, che prevedeva ampi tagli agli aiuti finanziari per le persone affette da disabilità. La sua proposta ha però incontrato l’opposizione di ben 120 parlamentari laburisti, costringendo Starmer ad abbandonare parzialmente l’idea per evitare una rivolta interna.
Le critiche contro il suo governo non accennano però a diminuire. I suoi critici hanno infatti sottolineato che Starmer vuole ancora imporre regole più severe per le persone affette da disabilità che richiedono gli aiuti economici per la prima volta. Già dallo scorso marzo, inoltre, la sua politica economica è stata criticata anche dai laburisti più centristi per il suo rifiuto di aumentare le tasse per i britannici più ricchi.
Martedì 1° luglio il parlamento inglese si riunirà per votare questa riforma. Una parte del partito sembra voler usare questa crisi per costringere Starmer a cambiare rotta.
In particolar modo, questi ribelli vogliono le dimissioni di Morgan McSweeney e Rachel Reeves, rispettivamente uno dei più importanti consiglieri di Starmer e la Cancelliere dello Scacchiere, in quanto sono i principali architetti della politica economica del Primo Ministro.
Nel caso la proposta venisse bocciata dal Parlamento, altri membri del partito sarebbero addirittura pronti ad invocare un voto di sfiducia nei confronti del Primo Ministro. Oltre a umiliare Starmer a livello nazionale, questo voto potrebbe anche costringerlo a dimettersi dalla sua posizione.