Stop the War Coalition scende in Piazza come ogni Sabato

E’ sabato 28 giugno e io cammino per le strade di Edimburgo per raggiungere Foot of the Mound, dove incontro gli attivisti di Stop the War Coalition, il gruppo capitanato dal musicista/artista britannico Brian Eno. Come ogni sabato scendono in piazza a protestare sulla situazione a Gaza. Oggi hanno un obiettivo in più: riunirsi a Foot on the Mound, lungo la fervente Princes Street, per poi proseguire la protesta sotto la sede del Consolato Americano raggiungendolo a piedi. Quando arrivo hanno già iniziato, c’è Sara El-Awaisi al microfono che parla alle persone che si sono radunate. Loro ascoltano, partecipano attivamente. Senti cosa dicono:

(Attiva i sottotitoli in italiano)

Già, hai capito bene, si parla di boicottaggio ma anche di consapevolezza: vanno a braccetto. Molti non sanno in che misura sia possibile finanziare involontariamente le guerre se acquistiamo o consumiamo presso determinati Brands.

Un consapevole, sfrontato ma necessario gioco di parole

I cartelli scritti su pezzi di cartone sono insolenti, ma non mi aspetto nulla di meno. E’ una protesta e deve farsi sentire. Arriva un momento in cui non si puo più far finta di niente. In quest’ottica, accusare il Primo Ministro e’ perfettamente in linea. C’è chi il cartello lo ha scritto senza paura di conseguenze, c’è chi invece ha ideato un modo per non essere diretto pur essendo estremamente chiaro. E’ il caso del cartello nella sequenza fotografica sotto, dove si legge “Keir Starmer isa ….”, isa tutto attaccato anziché “is a”. Un modo per superare eventuali censure e denunce? O uno sfrontato ma necessario gioco di parole…..

Guarda sotto le foto che ho scattato, le frasi manifestano la pesantezza della situazione, che non può piu’ attendere…..

Sara El-Awaisi

Cerco Sara El-Awaisi, che nel frattempo ha finito di parlare sul palco, e la intervisto. Sara e’ membro dell’ ISRA  (Academy for Islamicjerusalem Studies) nello UK. Le chiedo di racchiudere in pochi minuti il senso del suo intervento.

Attiva i sottotitoli in italiano ed ascolta cio’ che dice.

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I manifestanti: una massa fluida che si trasforma

Cosi sono i manifestanti…….cosi sono gli umani quando si uniscono per qualcosa che vogliono ottenere. E fanno davvero “paura”!!! Da grosso quadrato che riempie la piazza, a sinuoso drago lungo i giardini sotto lo Scott Monument, a fiume in piena quando la polizia ferma il traffico e concede la strada. Sono al loro fianco a fotografare, in buona compagnia di altri fotografi. Lungo la strada una ragazza urla al megafono e, con la sua voce, guida il corteo che e’ molto lungo.

Protesta: gruppo di persone in strada con al centro una ragazza con megafono

Tenere unito il corteo attraverso il megafono. Edimburgo 28/06/25 Foto di Alessandra Gentili

Ci stiamo dirigendo verso il Consolato Americano. E incredibile come tra le persone che la polizia ha bloccato per far passare il corteo, nessuno mostri segni di insofferenza. Autisti dei bus, turisti, automobilisti e pedoni, tutti guardano il corteo e ascoltano le frasi che partono dal megafono della ragazza e scorrono fino alla fine, Qualcuno applaude, qualcun’altro si unisce.

persone in strada con palazzi alle spalle

La protesta si snoda lungo la strada mentre si dirige verso il Consolato USA Foto Alessandra Gentili

La polizia ci scorta per tutta la durata del tragitto. Noi fotografi facciamo avanti e indietro per fermare quei momenti in uno scatto ma, ad un certo punto, a pochi metri dalla meta, si ferma la testa del corteo. Si ferma così tutta l’onda. Loro lo sanno, si vede che lo sanno cosa la ragazza sta per intonare, quale frase questa volta dara’ il via ad nuovo grido di dolore?!

Sono li, in attesa, ma quello che sento mi colpisce molto e non lo dimenticherò facilmente. Parte l’urlo “Israel, USA” e risponde il coro “How many kids have you killed today!” (Israele, USA quanti bambini avete ucciso oggi?).

Ripartono tutti, e con questo slogan arrivano sotto il Consolato USA, deserto, sbarrato, chiuso.

Ascolta il coro del corteo sotto il Consolato Americano.

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