La vicenda Ilva si colora d’incognita, pare che si tratti di una medicina salva vita proposta dal Governo, senza vincoli e incurante degli effetti collaterali.
Il consigliere Luca Contrario interviene sui social, sulle dichiarazioni di Emiliano: “aggiungo che il passaggio che Emiliano fa parlando del rafforzamento dei reparti oncologici come compensazione per accettare impianti altamente inquinanti, è offensivo e portatore di un messaggio violento e pericoloso” Poi aggiunge, tenuto conto che il governatore della Puglia è del suo stesso partito: “Spero che sia stato un equivoco ed Emiliano chieda presto scusa alla città di Taranto”.
Di seguito il comunicato del comitato di associazioni
Ieri, in Piazza Fontana, si è tenuto un sit-in partecipato, trasversale e determinato,pero ch promosso da cittadini e associazioni per ribadire un chiaro NO all’Accordo di Programma e ai progetti ad alto impatto calati dall’alto su un territorio jonico già sacrificato in nome di un modello di sviluppo che privilegia il profitto a discapito del benessere della gente: dissalatore al fiume Tara, nuove discariche, impianto fanghi, rigassificatore.
Una mobilitazione che ha unito la società civile e ha ricevuto risposta partecipata anche da diversi rappresentanti delle istituzioni locali più attenti. Voci diverse, ma unite da una certezza: Taranto non può essere ancora una volta sacrificata in nome di un “interesse generale” deciso altrove.
Per questa ragione abbiamo invitato i sindaci di Crispiano e Grottaglie a presentarsi senza invito all’incontro convocato dal presidente Emiliano e previsto per la giornata di oggi.
Se è vero che la fabbrica è di interesse nazionale non ci sembra logico che i sindaci dei comuni della provincia non siano convocati e non possano esprimere il loro parere.
Forse il Presidente Emiliano teme che qualcuno non la pensi come lui in merito all’accordo di programma? le dichiarazioni di oggi sono gravi e pericolose: cosa significa che “tutti gli enti locali che possono firmare l’accordo sono favorevoli”? che accetteranno la nave rigassificatrice ovunque sia attraccata? O il dissalatore galleggiante? O ancora accettano l’attuale modello di produzione fino a babbo morto?
Perché, se è vera la teoria in base alla quale un piano di bonifica è irrealizzabile visto che “sappiamo come vanno le cose in Italia” è anche vero che in questi 12 anni ogni cronoprogramma di vetero messa a norma non si è mai realizzato.
Compito delle istituzioni è, difendere e farsi portavoce del territorio che rappresentano. A questo punto ci chiediamo quale territorio abbia davvero ascoltato Emiliano e quale comunità difenda.
A noi non interessa chi si assumerà la responsabilità di chiudere la fabbrica: a noi interessa non rischiare di ammalarci, o saltare in aria o che scoppi una bomba sociale.
Il sit-in ha lanciato un messaggio chiaro e potente: Taranto non è più disposta a delegare, subire, aspettare. Siamo una comunità viva, capace di immaginare un futuro diverso. E lo abbiamo dimostrato con fatti concreti.
Difendiamo il diritto di decidere. Difendiamo la bellezza. Difendiamo la vita.
Allo stesso tempo lanciamo un appello ai sindaci jonici e al sindaco di Taranto: In questi giorni molti di voi hanno espresso dubbi, critiche, dissenso rispetto all’Accordo. Ora è il momento della coerenza e del coraggio.
Siate fedeli alla vostra comunità, al mandato ricevuto, alla verità emersa ieri in piazza.
Non siete soli.
La piazza è presente e continuerà a farsi sentire.
Ass. Genitori Tarantini
Ass. Palazzo Ulmo
Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti
Comitato per la difesa del territorio jonico
Movimento giovanile terra jonica
WWF Taranto