Nuovi attacchi aerei e sparatorie hanno provocato la morte di 94 palestinesi a Gaza durante la notte. Tra le vittime, 45 persone sono state uccise mentre cercavano di raggiungere gli aiuti umanitari, secondo quanto riportato giovedì dagli ospedali locali e dal Ministero della Salute.
Cinque di loro sono decedute nei pressi di strutture collegate alla Gaza Humanitarian Foundation, l’organizzazione statunitense sostenuta da Israele per la distribuzione di cibo nella Striscia. Altri 40 civili sono stati uccisi mentre attendevano aiuti in diverse zone del territorio.
Al momento, l’esercito israeliano non ha rilasciato dichiarazioni in merito agli episodi.
Mercoledì sera e oggi giovedì mattina 32 giugno, una serie di attacchi aerei ha colpito la Striscia di Gaza, causando decine di vittime. Tra queste, 15 persone sono state uccise nelle tende allestite nell’area di Muwasi, una vasta zona dove migliaia di sfollati palestinesi hanno cercato rifugio. Un altro raid ha colpito una scuola di Gaza City, anch’essa trasformata in un rifugio per civili, provocando ulteriori 15 morti.
Intanto, il Ministero della Salute di Gaza ha reso noto che il numero di palestinesi uccisi dall’inizio del conflitto, il 7 ottobre 2023, ha superato i 57.000, includendo 223 dispersi dichiarati deceduti. Sebbene il bilancio non distingua tra civili e combattenti, le autorità sottolineano che oltre la metà delle vittime sono donne e bambini.
Gli ultimi bombardamenti avvengono in un momento cruciale, mentre Israele e Hamas valutano un possibile cessate il fuoco che potrebbe porre fine a 21 mesi di guerra.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato martedì che Israele ha accettato una proposta di cessate il fuoco di 60 giorni a Gaza, esortando Hamas a fare lo stesso “prima che la situazione degeneri ulteriormente”. Tuttavia, la risposta del gruppo palestinese non è stata positiva: Hamas ha ribadito la sua richiesta di un ritiro definitivo israeliano e la fine della guerra, gettando dubbi concreti sulla possibilità che questa nuova offerta porti a una tregua effettiva.
L’annuncio di Trump arriva in un momento di massima tensione, dopo mesi di negoziati infruttuosi e un conflitto che ha ormai superato i 21 mesi. Se da un lato Israele sembra disposto a una pausa temporanea, Hamas continua a insistere su una soluzione permanente, lasciando aperta la possibilità che i combattimenti possano riprendere con violenza.
L’esercito israeliano ha dichiarato che la responsabilità delle vittime civili a Gaza ricade su Hamas, accusando il gruppo militante di utilizzare aree popolate come basi operative. In un comunicato, le forze armate hanno precisato di aver colpito esclusivamente obiettivi militari nel nord della Striscia, tra cui postazioni di lancio razzi utilizzate per attacchi contro Israele mercoledì scorso.
Le origini del conflitto
L’attuale escalation risale all’offensiva del 7 ottobre 2023, quando miliziani di Hamas attaccarono il sud di Israele, causando 1.200 vittime e catturando circa 250 ostaggi. La risposta israeliana ha trasformato radicalmente il volto della Striscia di Gaza.
Un territorio devastato
- Oltre l’90% della popolazione (2,3 milioni di persone) costretta a ripetuti sfollamenti
- Il tessuto urbano gravemente compromesso, con interi quartieri ridotti a macerie
- Una crisi umanitaria senza precedenti, con carenze alimentari che colpiscono centinaia di migliaia di civili
La situazione rimane estremamente tesa, con la comunità internazionale che continua a sollecitare una soluzione diplomatica mentre le condizioni di vita nella Striscia raggiungono livelli critici.