Il Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha richiesto il ritiro di un emendamento che prevedeva un aumento dei pedaggi autostradali a partire dal prossimo 1° agosto 2025. La mossa, che ha colto di sorpresa molti, arriva dopo un’ondata di polemiche e tensioni sia dall’opposizione che all’interno della maggioranza stessa.

L’emendamento in questione, inizialmente firmato dai relatori di centrodestra e inserito nel decreto Infrastrutture, era stato fortemente voluto dalla Lega, ottenendo un’approvazione, seppur riluttante, da parte di Fratelli d’Italia. L’obiettivo era incrementare il canone annuo corrisposto ad Anas, generando un introito stimato in 90 milioni di euro e, di conseguenza, un rincaro per gli automobilisti italiani.

La decisione di Salvini di ritirare la proposta non è casuale. Nelle ultime ore, le critiche si erano fatte sempre più aspre. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, aveva definito l’aumento una “tassa in più” sugli italiani, proprio in un momento cruciale di preparativi per le vacanze estive.

Analogo disappunto era stato espresso da formazioni come Alleanza Verdi e Sinistra e +Europa, che avevano evidenziato il peso di tali costi su famiglie e lavoratori.
Anche all’interno della stessa maggioranza, l’entusiasmo per l’incremento dei pedaggi non era palpabile.

Fonti parlamentari rivelano che, nonostante Fratelli d’Italia avesse dichiarato di votare il provvedimento “come tutto il resto”, la questione pedaggi non era accolta con particolare favore. La richiesta di Salvini appare quindi come un tentativo strategico di disinnescare le tensioni interne e di evitare un’ulteriore caduta di popolarità per il governo, in vista delle future scadenze politiche.

La questione dei pedaggi autostradali rappresenta da sempre un nervo scoperto per gli italiani. Un aumento così a ridosso delle partenze estive avrebbe inevitabilmente alimentato il malcontento degli automobilisti.

Resta ora da vedere se la richiesta di ritiro verrà accolta e quali saranno le prossime mosse dell’esecutivo per trovare le necessarie risorse per le infrastrutture, senza gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini. La politica italiana si trova ancora una volta di fronte al dilemma di bilanciare le esigenze di bilancio con le aspettative.

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