Elon Musk, il miliardario visionario fondatore di Tesla e SpaceX, ha ufficialmente lanciato il suo movimento politico, il “Party of America”, presentandolo come una terza via rispetto al bipartitismo statunitense. L’annuncio, fatto sabato sul suo social network X, arriva dopo settimane di tensioni con l’ex alleato Donald Trump e in risposta all’approvazione del controverso mega-bilancio federale, da lui definito “una minaccia per la stabilità economica del Paese”.

“Oggi nasce un partito per restituirvi la libertà”

Con un messaggio diretto e provocatorio, Musk ha dichiarato: “Quando si tratta di rovinare il nostro Paese attraverso sprechi e corruzione, viviamo in un sistema monopartitico, non in una democrazia. Il ‘Party of America’ esiste per rompere questo circolo vizioso”. L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dai suoi follower: un sondaggio lanciato su X venerdì – in coincidenza con il 4 luglio, festa nazionale americana – ha visto il 65% degli oltre 1,2 milioni di partecipanti esprimersi a favore della creazione del partito. “Se volete una nuova forza politica, la otterrete con un margine di due a uno!”, ha twittato Musk, sottolineando il sostegno popolare all’idea.

La rottura con Trump e la battaglia sul deficit

Fino a pochi mesi fa, Musk era un fedele sostenitore di Trump, tanto da finanziare la sua campagna per le elezioni 2024 e da essere nominato capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), un organismo creato per ottimizzare la spesa pubblica. Tuttavia, lo scontro tra i due è esploso a maggio, quando Musk ha duramente criticato il piano di bilancio dell’amministrazione, definendolo “un banchetto per maiali rimpinzati” che rischia di far esplodere il debito pubblico di 3,4 trilioni di dollari entro il 2034.

Trump, irritato dalle prese di posizione dell’ex alleato, ha reagito con una minaccia velata: “Potremmo mettere DOGE su Elon. Sai cos’è DOGE? È il mostro che potrebbe rivoltarsi e mangiarselo”, ha dichiarato, in un riferimento ambiguo sia al dipartimento guidato da Musk sia alla criptovaluta Dogecoin, a lungo promossa dal tycoon.

Un partito senza Musk alla presidenza?

Nonostante il suo ruolo di fondatore, Musk non potrà candidarsi alle prossime elezioni presidenziali: la Costituzione americana richiede che il presidente sia nato negli USA, mentre lui è originario del Sudafrica (pur essendo cittadino statunitense dal 2002). Tuttavia, il magnate ha già annunciato che sosterrà candidati alternativi alle midterm del 2026, prendendo di mira in particolare quei repubblicani che, nonostante le promesse di austerità, hanno votato a favore del maxi-bilancio.

La sfida al sistema: un nuovo populismo tech?

Il Party of America si propone come un movimento anti-establishment, puntando il dito contro la corruzione e l’inefficienza di Washington. Con il suo stile diretto e l’uso massiccio dei social, Musk sembra voler replicare la strategia comunicativa di Trump, ma con un’aggiunta cruciale: l’appeal tecnologico e imprenditoriale. Resta da vedere se riuscirà a coagulare un consenso trasversale o se rimarrà un esperimento politico destinato a scontrarsi con le logiche del sistema bipartitico.

Intanto, la politica americana si prepara a una nuova era di turbolenze, con Musk pronto a sfidare non solo i Democratici, ma anche quel Partito Repubblicano che fino a ieri considerava la sua casa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.