Del 7 Dicembre 2023 alle ore 06:37Un giorno se mai si farà, in questo paese pregiudizialmente contrario all’ambiente, in particolare nella maggioranza della classe dirigente, l’analisi delle peggiori valutazioni di compatibilità ambientali di progetti infrastrutturali, ai primi posti non potrà, che esserci l’attraversamento di  Vicenza.  
Una valutazione di impatto ambientale, orfana della obbligata valutazione della opzione zero, ovvero non realizzare l’opera valutando eventuali alternative di percorso o tecnologiche.
Nemmeno considerati i cosiddetti impatti cumulati, senza i quali è come quel progetto sorgesse nel deserto.
La cosa più grave è la insufficiente valutazione dell’inquinamento delle acque da Pfas e la produzione di polveri se solo si pensa alle grandi quantità di materiale scavato e agli immobili abbattuti.
Incredibile poi la dinamica evolutiva dei costi, che sono passati da circa 830 milioni di euro di origine a 2179,84 milioni di euro senza Iva ! Si dirà che la lievitazione è dovuta alle compensazioni ambientali, e certamente è così, ma queste nel Codice degli Appalti abrogato  non potevano superare il 5% del costo dell’opera, unitamente alle mitigazioni ambientali.
A generare angoscia è però intervenuta la nuova classificazione dello IARC, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro organismo scientifico dell’Organizzazione mondiale della sanità, la quale ha riclassificato il Pfoa (acido perfluorottanoico) come sicuro cancerogeno inserendolo nella categoria 1 e  il Pfos (acido perfluorottansulfonico)“  possibilmente cancerogeno” inserendolo nella categoria 2.
 Sono circa 300 mila i veneti delle province di Padova, Verona e Vicenza interessati a questi composti chimici.
Scrive lo IARC che il Pfoa è stato classificato come cancerogeno per l’uomo“ sulla base di sufficienti evidenze di cancro negli animali da esperimento e di forti evidenze meccanicistiche (per alterazioni epigenetiche e immunosoppressore) nell’uomo esposto”.
 IL Pfoa invece è risultato probabilmente cancerogeno“ sulla base di forti evidenze meccanicistiche in tutti i sistemi di prova, compresi gli esseri umani esposti”. Le persone sono esposte ai Pfas attraverso gli alimenti e l’acqua potabile. In Italia ci sono 1600 siti contaminati.
La direttiva 2013/39/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 12 agosto 2013, che modifica le direttive 2000/60/CE e 2008/105/CE per quanto riguarda le sostanze prioritarie nel settore della politica delle acque, individua l’acido perfluoroottansolfonico e derivati (PFOS) come sostanza pericolosa prioritaria, fissandone lo standard di qualità ambientale (SQA).
La sindrome da struzzi, ha colpito in questo Paese, molti valutatori negli ultimi 20 anni al punto che ora lo IARC classifica come cancerogeno certo per l’uomo l’inquinamento atmosferico.L’articolo Inquinanti e salute è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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