Del 22 Marzo 2024 alle ore 13:07

Il tempo quale luogo di origine del pensiero e la funzione della filosofia come ricerca, interrogazione delle vie senza uscita.

Il luogo d’origine del pensiero filosofico è una zona limite che dice Diotima, essere “qualcosa d’intermedio tra sapienza e ignoranza”  qui focalizza la sua analisi Giacomo Marramao con una nuova visione del tempo in “Kairòs: Apologia del tempo debito” che prosegue la ricerca, sulla problematica temporale, avviata con “Potere e secolarizzazione” , “Le categorie del tempo”, “Minima moralia”, “Tempo, spazio, esperienza” e ricostruisce le concezioni classiche e contemporanee sul tempo attraverso una puntuale osservazione dei testi.

I teorici della temporalità

Il rigetto della riflessione antropocentrica che a partire da Aristotele passa per S. Agostino, Bergson, Husserl, Heidegger ed arriva alle teorie della freccia del tempo ha, di fatto, trasformato la domanda “cos’è il tempo” in “chi é il tempo?”.

La nuova fisica rovescia la classica, per cui la realtà esisteva oggettivamente, per la fisica moderna per la quale l’oggetto osservato viene modificato, nella sua realtà oggettiva, proprio per l’intervento dell’osservatore. I teorici della temporalità del ‘900, nel sottolineare “la differenza tra elemento numerabile (oggettivo) e autentico (soggettivo) del tempo, ribaltano la concezione greca per cui i due aspetti sono complementari”.

L’autore esemplifica con un’immagine: l’intreccio di un film non ha senso senza i fotogrammi che, a loro volta, perdono di significato se estrapolati dalla trama filmica, per dirla con Breton: “l’eternità cerca sempre un orologio da polso”.

Il superamento del pensiero di Heidegger

Emergono, dal discorso di Marramao, singolari accostamenti e capovolgimenti di prospettive: la concezione aristotelica viene a preconizzare alcuni temi einsteiniani mentre l’heideggerismo ne muta semplicemente la terminologia.

Nell’andare oltre l’heideggerismo, operazione definita con un’espressione marinara ‘spostamento laterale’ sorprende notare che per Marramao alcuni concetti di Heidegger quali ‘differenza ontologica’ sono stati elaborati di fatto molto tempo prima, dal pensiero arabo ed ebraico

L’heideggerismo è il naturale proseguimento dei tentativi aristotelici ed hegeliani di collocare le rispettive filosofie al culmine del pensare ed in particolare: la concezione di destino di Heidegger “per cui ogni cosa accade perché deve accadere, impedisce ogni possibilità di riscatto del passato e di cambiamento”.

La riscoperta del tempo opportuno

La ripresa del concetto di ‘kairòs’, tempo opportuno, il collegamento di questo al termine latino tempo, l’individuazione del ruolo della mente, conduce, secondo Giacomo Marramao, la filosofia al suo luogo d’origine.
Il racconto ne può essere un ‘utensile’ appropriato?

L’articolo Il tempo e il pensiero è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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