Del 2 Febbraio 2024 alle ore 17:18

La festa della Candelora, con radici che si perdono nell’antica Roma, ha trovato nel Cristianesimo una nuova interpretazione. Il risveglio della luce, simbolo della transizione tra inverno e primavera, è celebrato come un momento di purificazione.
Nella tradizione cattolica, la Candelora assume un significato più profondo, rappresentando la luce di Gesù che entra nella vita del mondo.
Intorno all’anno Mille, si aggiunge la benedizione delle candele destinate agli altari, un rituale che sottolinea la sacralità della celebrazione.
A Taranto, come spiega Tarantinìdion su un post social, la tradizione popolare si esprime attraverso detti che fungono da indicatori della prossimità della primavera e riflettono l’attesa della stagione più calda.

De Pasca Bufanie [6 Gennaio]
ogne ffèste pigghie vie.
Respònne Sand’ Anduene [17 Gennaio] masckere e ssuène.
Respònne ‘a Canelòre [2 Febbraio]
stoch’io angòre.
Ma a vernàte è fforte;
e cci la vuè cundàre,
‘not’ e quarantàsette giurne honn’ a ppassare.

Questo detto riflette la speranza di un cambiamento climatico verso la primavera dopo la Candelora.

Candelòre chiara, mese trùvele;
Candelòra trùvele, mese chiare.

Questo detto gioca sull’associazione tra il chiarore della Candelora e il mese che seguirà, indicando l’arrivo della luce primaverile.

Ci d’a Candelòre ven’ acque menùte, ‘a vernàte se n’’a sciùte; ci d’a Candelòre stè ‘u sole chiàre, marze devènde scennàre.

Questo detto mette in relazione le condizioni meteorologiche della Candelora con le previsioni per la primavera, creando un legame tra il giorno e il successivo periodo di crescita vegetativa.

In conclusione, la Candelora a Taranto è una festività ricca di tradizioni radicate nel passato, che unisce elementi pagani e cristiani in una celebrazione unica.
I detti popolari testimoniano l’attenzione della comunità alle sfumature climatiche, utilizzando la Candelora come guida per predire il cambiamento di stagione.

L’articolo La Candelora: tra antica Roma e tradizioni tarantine è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.

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