Del 3 Febbraio 2024 alle ore 08:13

Le dichiarazioni del primo ministro francese e, quelle della presidente del Consiglio sulla protesta degli agricoltori inducono a pacate riflessioni.

Fondamentalmente tutela, per i prodotti agricoli nazionali, protezionismo contro i prodotti agricoli extraeuropei, azzeramento degli obblighi contro il riscaldamento globale e quindi i cambiamenti climatici.

Espressamente la nostra Presidente del Consiglio si scaglia contro il Green New Deal, in continuità al negazionismo climatico, insieme all’alleato leghista.

IL ministro Lollobrigida ha dato del pazzo all’ex commissario europeo Timmermans ideatore, a suo giudizio del Green Deal.

Questo radicalismo supportato da parte di alcune componenti del governo, portano a ritenere, che il settore agricolo non voglia contribuire alla transizione ecologica. E’ vero?

L’atteggiamento antiecologista del Governo lo si comprende anche prendendo atto, che è stato approvato un importante strumento come il Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, ma con zero finanziamento per la sua realizzazione.

Qualche ragionamento, scevro da interpretazioni di parte possiamo farlo analizzando alcuni numeri del settore agricolo.

IL settore agricolo europeo conta,  per 14 euro ogni mille euro di PIL generato nella UE.

IL bilancio UE 2021/2027 è pari.a 1085,3 miliardi e il settore agricolo riceve dal bilancio settennale 387 miliardi.

Settore importantissimo per l’Unione Europea e, i fondi sono erogati attraverso la Politica Agricola Comune (PAC).

Fondi che vanno a sostegno diretto degli agricoltori, attraverso il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e le aree rurali, l’azione per il clima e la gestione delle risorse naturali attraverso il Fondo europeo agricolo, per lo sviluppo rurale (FEASR).

Quanto incidono sul reddito degli agricoltori? Mediamente per il 23%, ma l’incidenza percentuale dei salari agricoli sono meno della metà (45%) del salario medio europeo.

Insomma guadagnano poco e una componente essenziale è data dai sussidi UE.

Bisogna però notare anche, che gran parte della produzione è destinata all’export c,he per l’Italia vale quasi 52 miliardi. Nel 2012 valeva 32 miliardi.

Infine il settore agricolo europeo incide, per il 10% delle emissioni.

Nulla però viene detto sul contributo fondamentale degli assorbimenti di CO2, da piante e suolo agricolo.

Un ettaro di suolo assorbe 3,8 mln di litri di acqua. Ci vorrebbero 153 Tir, per portarla via. Nei primi 30 cm stoccati 60 tonnellate di carbonio, per ettaro. IL suolo assorbe circa tre volte la quantità di carbonio assorbita da foreste e da 2 a 4 volte quello assorbito dall’atmosfera.

Agricoltura quindi come settore strategico e la parte del Green Deal, che ha scatenato tra le altre motivazioni la reazione secondo me strumentale usata, a favore delle multinazionali fossili e delle auto. Anche se fondata se ci riferiamo, a quanto previsto nella PAC, in vigore dal 1 gennaio dello scorso anno : 1) ripristinare, conservare e migliorare la biodiversità nelle aziende agricole; 2) preservare e mantenere le caratteristiche del paesaggio; 3) conservare e valorizzare le diverse risorse genetiche; 4) facilitare l’ampia gamma di servizi eco sistemici resi possibili dalla biodiversità; 5) espandere entro il 2030 la rete «Natura 2000» in modo che il 30% del territorio dell’UE sia protetto;6) collocare almeno il 10% della superficie agricola in elementi paesaggistici a elevata diversità;7) destinare almeno il 25% dei terreni agricoli all’agricoltura biologica;8) ridurre la perdita di nutrienti da fertilizzanti di almeno il 50%;9) ridurre il rischio e l’uso di pesticidi chimici del 50%.Obiettivi da realizzare entro il 2030.

Condivisibile la conciliazione delle attività agricole con la tutela dell’ambiente, ma deve valere per tutte le attività ed è ridicolo nei termini blandi come viene applicata la VINCA (valutazione di incidenza ambientale), in ambito del procedimento di VIA (valutazione impatto ambientale) e VAS (valutazione ambientale strategica) proprio la tutela di SIC (siti interesse comunitario) e ZPS (zone di protezione speciale della rete 2000.

Un esempio del comportamento, che trascende da SIC e ZPS è il progetto del 1 lotto della Salerno/Reggio Calabria con ben 10 siti interferiti in 32 km!

Quindi “la biodiversità si fonda sull’agricoltura così come l’agricoltura si fonda sulla biodiversità”. Bene ma deve sempre valere.

L’agricoltore e l’allevatore si trovano nella morsa tra produttori di concimi, fertilizzanti, sementi e mangimi e alla fine della filiera i grandi compratori e la distribuzione organizzata.

Una morsa senza possibilità di difesa essendo privi di potere di mercato.

La tutela dell’ambiente deve essere attuata non scaricando, i costi interi su chi vive e lavora in campagna.

Sul PNRR all’agricoltura ci sarebbe da dire e, richiamare chi ha ricontattato recentemente a Bruxelles il PNRR italiano!

Nel PNRR la Missione 2 componente 1 (M2C1) è denominata Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, dedicata ai “grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento, al fine di migliorare la sostenibilità del sistema economico e assicurare una transizione equa e inclusiva verso una società a impatto ambientale pari a zero” (sito Governo italiano Presidenza del Consiglio).

I miliardi attribuiti alla M2C1 sono 6,47 con destinazione specifica“ Agricoltura sostenibile ed economia circolare” e ti trovi, la realizzazione di nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti.

Continua la C1 con Progetti «faro» di economia circolare, per un maggiore e migliore riciclo di carta, cartone, plastica e tessili e al finanziamento di progetti in 19 piccole Isole Verdi. Ultimi la nascita di 30 Green Communities e“  Cultura e consapevolezza su temi e sfide ambientali, per diffondere tra i cittadini, e in particolare tra le nuove generazioni, una maggiore consapevolezza sulle tematiche e le sfide della transizione ecologica, nonché a promuovere l’adozione di comportamenti virtuosi e stili di vita e consumi più sostenibili a livello di individui, famiglie e comunità.A tal fine una grande campagna omni-channel (video, podcast, documentari).

Questa sarebbe la rivoluzione verde italiana finanziata dal PNRR ?

Non era da rivedere questa parte del PNRR ricontattata a Bruxelles?

Tratteremo in un prossimo articolo la vera rivoluzione verde, che nasce in Capitanata (FG) con la Company Rete Spac, che mira all’autosufficienza energetica e alimentare.

L’articolo Agricoltura e Ambiente è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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