Del 23 Marzo 2024 alle ore 08:57
“Nella buona e nella cattiva sorte” la protagonista, in fuga da una intollerabile vita di violenze coniugali, è in ricerca di una rinascita non scontata.
L’autrice Marina Di Guardo, nota come madre di Chiara Ferragni, in un plot che attraversa i generi letterari si misura con i temi dei sentimenti, della violenza sulle donne, di corpo e memoria presenti già nel titolo del suo romanzo “La Memoria dei Corpi”.
Il plot ed i generi letterari
Non a caso, il plot non è riconducibile a un genere ben definito: non è solo un thriller ma anche, non affronta un’analisi sociale alla Balzac, non si esaurisce in pura cronaca come tante riportate dai media, e se dispiega bene i tratti psicologici dei personaggi non si riduce allo psicologismo. Infatti, il romanzo richiama il tema mente-corpo che ha nobili ascendenze in filosofia e non solo.
Lo storytelling nell’info-spazio
Lo storytelling sui/dei social apre, nell’info spazio-tempo, all’interazione: scrittura non più atto individuale, ma flusso di coscienza multidirezionale.
Ogni forma di scrittura ha dato testimonianze di impegno civile come è evidente anche in questo romanzo che è, naturaliter, già uno script per un film e una fiction.
La storia
Irene, la protagonista di “Nella buona e nella cattiva sorte” mette fine al suo matrimonio e con sua figlia Arianna torna nel paese di origine, dopo un intollerabile vita di violenze da parte di Gianluigi alla ricerca di sé stessa e di una rinascita.
E’ la storia di un anima e del contesto sociale ove si dispiega la sua esistenza che diventa il simbolo di tante altre vite attraversate dalla violenza di genere all’interno di un rapporto familiare: uno status comune a tante donne e lungo i secoli: corpi segnati da esclusioni e ferite che informano anche la mente perchè l’essere persona è intreccio mente-corpo.
L’ essere persona come mente-corpo è affrontato dalla filosofia e dalla scienza: la mente non è più res cogitans e res extensa, in filosofia basti pensare alla fenomenologia ed alla lezione di M.Merleau-Ponty, nell’ambito delle scienze i neuroni specchio individuati da Giacomo Rizzolatti sono alla base dell’empatia che consente l’esplicarsi di comportamenti di partecipazione e solidarietà dell’individuo e nei rapporti sociali.
L’empatia e il riscatto
Infatti nel suo paese d’origine la protagonista non è lasciata sola da conoscenti ed amici: l’empatia è la precipua funzione della nostra mente e ci permette di relazionarci con l’altro e con-dividere esperienze e valori. Le uscite personali da situazioni di violenze, sono praticabili ma non risolvono il problema che richiede un impegno costante delle istituzioni con iniziative e percorsi culturali.
La scrittura non si esprime solo in romanzi o racconti ma pittura, fumetto, cinema e lo stesso fashion che, da sempre, hanno creato una vera e propria mitologia dei nostri tempi: in ogni narrazione, e il lettore lo sa e lo pretende, non si rivela mai come si conclude la vicenda. Ci atteniamo alla deontologia e non facciamo alcun cenno in merito al capitolo finale.
L’articolo La buona e cattiva sorte è già apparso su Il Corriere Nazionale.